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42 anni fa la strage di Ustica, Bonaccini: “Fu un atto di guerra, basta ostacoli e depistaggi”

Il presidente della Regione alla vigilia della commemorazione per l'incidente in cui morirono le 81 persone dell'aereo Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo: "Serve un impegno comune per fare piena luce"

Pubblicato:25-06-2022 16:37
Ultimo aggiornamento:25-06-2022 16:37

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BOLOGNA – “Chiediamo la verità sugli autori e sulle responsabilità. Sgombrando definitivamente il campo dagli ostacoli e dai tentativi di depistaggio che hanno finora impedito di fare piena luce su uno degli episodi più gravi e oscuri della storia repubblicana, un vero e proprio atto di guerra nei cieli italiani in cui hanno perso la vita 81 persone“. Lo dichiara il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in vista del 42esimo anniversario della strage di Ustica che ricorrerà lunedì: nell’incidente del 27 giugno 1980 all’aereo Itavia partito da Bologna e diretto a Palermo morirono tutti i passeggeri e l’equipaggio a bordo.

“C’è una sentenza che oltre venti anni fa ci ha consegnato una verità giudiziaria. Eppure ancora oggi non abbiamo una ricostruzione condivisa e definitiva di quanto accadde, delle circostanze e delle dinamiche. E questo è inaccettabile per un Paese civile”, afferma Bonaccini in una nota. “A pochi mesi dalla importante sentenza che fa luce su collegamenti e responsabilità della strage alla stazione di Bologna – continua il governatore – rinnoviamo dunque il nostro invito alle istituzioni, alla politica, alla magistratura. È necessario un impegno comune anche sul piano diplomatico affinché sia fatta piena luce su quest’altra drammatica vicenda“.

Bonaccini sottolinea poi l’opera “portata avanti in maniera instancabile dall’Associazione dei familiari delle vittime e dalla presidente Daria Bonfietti: a loro va il grazie dell’intera comunità regionale e di quella nazionale per la tenacia con cui in questi anni si sono spesi per evitare che calasse il silenzio su questa vicenda e per la piena affermazione della verità“. Anche per questo “è importante ragionare sul futuro del Museo per la memoria di Ustica a Bologna, per farne un polo culturale, centro di documentazione e ricerca, aperto anche al mondo della scuola”, conclude il presidente della Regione.


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