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Caso mamma F., la senatrice Binetti annuncia un’interrogazione: “Presenterò anche il caso in Bicamerale”

A F., 37 anni, laureata in design industriale e mamma di due bambini, potrebbero essere tolti i figli perchè c'è una CTU che accusa lei di interferire nei rapporti tra i figli e il padre, su cui pendono procedimenti penali

Pubblicato:25-06-2021 19:28
Ultimo aggiornamento:25-06-2021 19:33
Autore:

paola binetti
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ROMA – “Sono anni che vado denunciando casi come quello apparso proprio oggi tra le notizie pubblicate dalla Agenzia DIRE; in Senato è attiva una commissione d’inchiesta sulla ben nota vicenda Forteto, in cui si sono concentrate situazioni di una gravità insopportabile che hanno visto bambini e adolescenti vittime di errori di valutazione da parte di team di psicologi, assistenti sociali, imprenditori a presunta vocazione sociali. Tutti casi su cui ci si chiede come sia stato possibile mantenere il silenzio per tanto tempo… Eppure dopo il caso del Forteto c’è stato il caso dei bambini di Bibbiano, a cui si sono aggiunti un pò alla volta molti altri casi di drammatica separazione dei bambini dalle loro famiglie. E questo ha sollecitato il Senato a promuovere un’ennesima Commissione d’inchiesta, appena installata, rivolta soprattutto ad approfondire problemi sorti dentro e intorno alle Case famiglia”. Così in un comunicato la senatrice Paola Binetti, UDC, commenta l’articolo di oggi dello Speciale Mamme Coraggio dell’agenzia Dire: ‘Minori. Venezia, mamma f.: sui miei figli lo stesso incubo di Cittadella’. Continua la senatrice: “Ho presentato molte interrogazioni per denunciare la assoluta mancanza di scientificità della diagnosi di PAS: Sindrome di alienazione parentale a cui seguiva la separazione del bambino dalla famiglia, con l’accusa, quasi sempre rivolta alla madre, di essere responsabile di non facilitare il rapporto del bambino con l’altro genitore. Con l’aggravante che spesso- spiega- questo genitore si era reso responsabile di abusi, spesso a carattere sessuale, nei confronti del figlio. Una lunga sequenza di casi, a cui il ministro della giustizia interpellato, più volte in diverse legislature, non ha praticamente dato mai risposte. Come se il caso non esistesse e come se il dolore e la sofferenza del bambino non meritassero un adeguato approfondimento. In una plateale contraddizione il bambino veniva sottratto alla madre e affidato al padre, su cui pendeva il sospetto degli abusi”, prosegue Binetti. “Oggi apprendo che in un piccolo comune in provincia di Brescia, a F., 37 anni, laureata in design industriale e mamma di due bambini, di 6 e 4 anni, potrebbero essere tolti i figli perchè c’è una CTU che accusa lei di interferire nei rapporti tra i figli e il padre. Le cose stanno in modo ben diverso: i figli le riferiscono di abusi, lei li ascolta, si affida a una psicologa che la esorta a fare qualcosa, denuncia e sono ad oggi pendenti due procedimenti penali sul padre accusato dai racconti dei bambini, ma F. viene dipinta dalla Ctu come una mamma ostile che intende elidere la figura paterna. E con decreto del Tribunale ordinario di Venezia, i bambini potrebbero essere obbligati ad abbandonare la loro casa per essere portati a vivere in un altrove che non conoscono e che per loro non ha nulla di familiare. Il problema- sottolinea Binetti- a questo punto non sono più le violenze e gli abusi paterni, ma la famosa CTU, che spinge per un allontanamento da entrambi i genitori e a volte termina con il paradossale affidamento al genitore maltrattante. I casi documentati ormai sono davvero tanti, tantissimi, troppi. E nessuno ha fatto un follow up per capire fino in fondo quali segni lascia in questi bambini un’ esperienza così drammatica da compromettere l’immagine di entrambi i genitori“.

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“La mamma di Brescia oggi inizia un calvario che hanno già percorso molte altre madri, ma che ha sollecitato l’attenzione della magistratura e della politica solo quando è esploso in maniera plateale, per il moltiplicarsi dei casi di prossimità. Eppure i bambini piangono, mostrano segni di disagio e sofferenza, alterazioni del ritmo sonno-veglia, ma nessuno tiene conto della loro volontà e del loro desiderio di restare con la madre. Il giudizio sulla madre espresso nella CTU- stigmatizza la senatrice- è sostanzialmente negativo e tanto basta perchè non si tenga in nessun conto il famoso bene superiore del bambino”. E conclude: “Certamente farò una ulteriore interrogazione, presenterò il caso in Bicamerale d’infanzia e nella nuova commissione d’inchiesta sulle case famiglie. Ma intanto il danno fatto a questi bambini, l’umiliazione della madre, il suo dolore lasceranno una traccia profonda a chi dovrebbe essere protetto e invece non lo è. Il sistema ripete i suoi errori con pericolosa continuità, senza che si riesca a smontarlo, mettendo davvero l’interesse del bambino al centro della questione.” 


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