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Lavoro, 27enne maliano muore stroncato da un malore a Brindisi

"Scoppia il caldo e il lavoro agricolo conta le sue vittime": così i segretari generali di Cgil Puglia e Flai Cgil Puglia commentano la morte di Camarda Fantamadi

Pubblicato:25-06-2021 15:48
Ultimo aggiornamento:25-06-2021 15:49
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BARI – “Speravamo di non dover commentare più eventi così tragici, dopo la terribile estate in cui perse la vita Paola Clemente e assieme a lei altri operai agricoli, stroncati da un malore nel corso di giornate di lavoro esposti per ore al caldo torrido. Invece ogni anno eventi così tragici si ripetono, come se la vita dei lavoratori e delle lavoratrici possa valer meno del raccolto e del profitto. Una barbarie che deve finire”. È il commento di Pino Gesmundo e Antonio Gagliardi, rispettivamente segretari generali della Cgil Puglia e della Flai Cgil Puglia, alla morte del 27enne maliano Camarda Fantamadi, avvenuta in provincia di Brindisi.

Ci risiamo: scoppia il caldo e il lavoro agricolo conta le sue vittime – afferma Gagliardi – Solo qualche giorno fa abbiamo chiesto che i prefetti di convocare i tavoli della rete del lavoro agricoli, che per quanto veda la Puglia tra le regioni con più adesioni, stenta a decollare. Così come ogni anno mancano azioni preventive rispetto a intermediazione e accoglienza, lasciando spazio e caporali che ormai si ingegnano con società e agenzie, dandosi una vera e propria veste imprenditoriale. Siamo stanchi di questo andazzo e senza risposte istituzionali siamo pronti a mobilitarci per reclamare le attenzioni istituzionali che i lavoratori e questo settore meritano”.

“Esprimiamo profondo dolore e cordoglio per questa ennesima vittima – aggiunge Gesmundo – Leggiamo dalle ricostruzione che rientrava a casa in bici alle 17 dopo una giornata di lavoro in queste torride giornate di giugno, quando è stato stroncato da un malore. Uno dei tanti operai che arrivano stagionalmente in questo territorio per contribuire alle grandi raccolte che fanno ricca e importante la nostra agricoltura. Ricevendo in cambio spesso sottosalario e diritti violati. Se rientrava a quell’ora a casa non crediamo fossero rispettati gli orari contrattuali, ma tocca ad altri accertare condizioni di lavoro”.


“Per questo chiediamo che non manchino controlli nelle campagne e azioni di contrasto soprattutto in questo periodo al caporalato. Le imprese agricole ricevono ingenti sostegni pubblici e non si può alimentare un sistema che sfrutta le persone”.

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