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Maturità, concluso l’esame si pensa al dopo

Le emozioni degli studenti che hanno appena sostenuto la prova

Pubblicato:25-06-2021 11:03
Ultimo aggiornamento:25-06-2021 11:03
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ROMA – Stanno per arrivare le vacanze per gli studenti dell’ultimo anno di sucola secondaria di II grado dopo l’esame di Stato. La pandemia ha costretto a nuove modalità ma le emozioni dei ragazzi sono rimaste le stesse come raccontano i ‘maturati’ da tutta Italia.

“La prima fase consiste nell’esposizione di un elaborato che abbiamo consegnato entro il 31 maggio. L’elaborato doveva vertere sulle materie di indirizzo, nel mio caso ho dovuto tradurre un brano di latino e confrontarlo con uno greco- racconta Christian, studente del liceo classico ‘Vinci’, di Reggio Calabria– l’argomento è stato scelto dal consiglio in base alla personalità e alle passioni di ciascuno studente. A me è stato assegnato il tema dell’amore omosessuale partendo dall’antichità e arrivando al ddl Zan”.

“Per la seconda fase si analizza un testo di letteratura italiana, affrontato in classe durante l’anno scolastico, scelto dal Commissario (unico membro esterno della commissione) dall’elenco stilato dal docente di italiano nel Documento del 15 maggio. La terza parte– continua Marco, alunno del liceo classico ‘Galileo Galilei’ in provincia di Caserta– è stata la più ostica, ma allo stesso tempo affascinante: partendo da un documento (ad esempio, una fotografia, una citazione, un’opera d’arte o una formula di fisica) ci siamo ricollegati a tematiche affrontate durante l’anno. A me è capitato un testo di Zolà e dunque ho parlato del naturalismo, ricollegandomi al verismo e al simbolismo di Pascoli, trait d’union tra i temi è l’importanza del colore, per questo ho scelto di parlare, con la professoressa di storia, dei colori dei totalitarismi, e per filosofia della contrapposizione di Nietzsche e Marx e poi sono tornato sul tema affrontando, in matematica, il teorema dei colori: 4 sono i colori, necessari per colorare una cartina geografica in modo da non usare mai lo stesso colore per nazioni adiacenti”.


Nella quarta parte infine si espone l’esperienza del Ptco, “ex alternanza scuola lavoro. Io ho scelto di raccontare l’esperienza a mio avviso più significativa: a giugno abbiamo svolto attivitá di animazione per bambini in difficoltà presso il collegio San Giuseppe”, conclude Barbara, studentessa dell’Istituto Sociale di Torino.

“La prima cosa che ho detto quando sono uscito é stata: é successo davvero? Lo voglio rifare. Naturale, certo atipico, come in fondo quest’anno, ma ha permesso a ognuno di noi di esprimere la propria personalità, abbiamo avuto l’opportunità di mostrarci in ogni sfaccettatura e facendo risaltare le nostre passioni perché i temi sono stati scelti e selezionati su misura dai nostri docenti, gli stessi che per 5 anni ci hanno cresciuto. A me é stata assegnata un’avanguardia artistica, il dadaismo, e partendo da questo ho sviluppato un’architettura sconvolgente rivoluzionaria che rispecchiasse la poetica dadaista: ho cercato di rappresentare il concetto di gioco e paradosso, tutto e nulla, arte e negazione dell’arte. Mi sono sbizzarrito” spiega Davide, del liceo artistico Manzù di Campobasso.

Ma perché si chiama maturità? “Forse perché é la conclusione di un percorso di 5 anni, al termine del quale abbiamo raggiunto una consapevolezza, una maturità appunto, interiorizzando quello che abbiamo studiato durante questa fase di riscaldamento alla vita, non solo dal punto di vista scolastico, sicuramente tocca anche la sfera della crescita personale. Alla fine entriamo ancora bambini ed usciamo quasi adulti pronti a vivere il mondo” dice Stefano, alunno del liceo scientifico ‘Federici’, in provincia di Bergamo. Ma concluso l’esame c’è l’incognita del dopo.

“Parlo del dopo e lo faccio tremando– confessa Giorgia, rappresentate degli studenti del liceo classico ‘Spedalieri’ di Catania- Uscire da scuola e decidere cosa fare é una scelta davvero importante. Al momento ho la sensazione di essere una sostanza liquida: non sono niente ma in potenza potrei essere tutto. Potrei essere un’astronauta o un magistrato, chissá. Per me lo ‘Spedalieri’ è sempre stata casa, quindi all’inizio ero spaventata all’idea di salutare la mia scuola ma poi ho capito che non è un vero addio, è vero, sì, che lascio il mio liceo ma quel liceo che custodisce le mie soddisfazioni, i miei primi ‘ti amo’, i miei sorrisi e i miei pianti più amari, non lascerà mai me”.

Tanti i consigli lasciati dai neo maturati ai coetanei che affronteranno l’esame nei prossimi anni: ascoltare sempre attivamente le lezioni e cogliere tutti gli spunti lanciati dai professori; non perdere tempo e concentrarsi fin da subito per evitare lo stress della fase finale; non lasciarsi prendere dal panico durante il colloquio e lasciar parlare la passione; prendere sempre appunti così da poter ripassare velocemente alla fine; mantenere sempre chiaro il contesto storico generale dei temi affrontati e guardare dall’alto ogni argomento; chiedersi il perché di ogni cosa, non fermare mai la voglia di imparare e, in ultimo, godersi ogni attimo, persino l’esame stesso.

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