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In Valle d’Aosta trasporti gratuiti per i profughi ucraini e i rifugiati

Il disegno di legge è stato approvato dal Consiglio regionale con 20 voti favorevoli

Pubblicato:25-05-2022 13:56
Ultimo aggiornamento:25-05-2022 14:06
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AOSTA – Con i 20 voti a favore della maggioranza e del Progetto civico progressista e le 15 astensioni dei gruppi Lega, Pour l’Autonomie e Forza Italia, il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha approvato il disegno di legge che introduce, per il 2022, l’utilizzo gratuito dei mezzi di trasporto pubblici regionali per i profughi ucraini, i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale presenti nella regione alpina. “Ad oggi- afferma il consigliere Andrea Padovani (Federalisti progressisti- Partito democratico), relatore del testo di legge-, sono alcune centinaia le persone straniere richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale già presenti sul territorio regionale comprese alcune centinaia di profughi ucraini che hanno lasciato il proprio Paese in seguito all’invasione da parte della Federazione russa del 24 febbraio scorso”. Le aziende del trasporto pubblico locale su gomma “si sono sin da subito rese disponibili a concedere l’accesso gratuito, per queste persone, ai mezzi di trasporto pubblico, anticipandone gli oneri connessi“, aggiunge Padovani.

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BOCCIATI GLI EMENDAMENTI DELLA LEGA

Bocciati i due emendamenti proposti dalla Lega ed illustrati in aula dal capogruppo Andrea Manfrin. Con il primo si proponeva di escludere dalla misura i richiedenti asilo, in quanto “sono inseriti nel circuito di accoglienza (reti Sai e Cas)- spiega Manfrin- e il manuale operativo del sistema di ospitalità prevede espressamente che i servizi e i relativi costi dei trasporti pubblici siano posti in capo ai gestori dei centri. Anche la Regione Valle d’Aosta, nei propri bandi per la gestione di queste strutture, ha già ricompreso il servizio del trasporto nell’importo totale riconosciuto al gestore”. Per il capogruppo del Carroccio, “pare quindi non consono riconoscere la gratuità dei mezzi di trasporto a soggetti che, di fatto, ne hanno già diritto”.


Con il secondo emendamento, la Lega chiedeva di esplicitare nel testo di legge, per i richiedenti di protezione internazionale, la necessità di risiedere in Valle d’Aosta per poter usufruire della gratuità dei trasporti. “Questi emendamenti non hanno colore politico– precisa Manfrin-: sono la soluzione per un problema che, altrimenti, potrebbe sollevarsi sull’erogazione di fondi per un servizio già pagato”.
Nella replica, il presidente della Regione Erik Lavevaz sottolinea che con il provvedimento “si offre la gratuità totale affinché i richiedenti possano spostarsi liberamente per lavoro o per studio all’interno della Valle. Sarà comunque fatto un ragionamento, nella delibera attuativa, riguardo alla destinazione dei fondi”. Riguardo al requisito della residenza per i titolari di protezione internazionale, “si rischierebbe di escludere una serie di soggetti che anche oggi sono ospitati all’interno dei Cas (si tratta di 31 persone) e nei Sai (27 persone)”, aggiunge Lavevaz.

Contraria ai due emendamenti anche la consigliera del Progetto civico progressista Chiara Minelli: “non è corretto fare una distinzione tra titolari di protezione internazionale e richiedenti asilo- afferma- in quanto, anche questi ultimi, sono soggetti che vivono in una condizione di criticità e che, quindi, è importante sostenere, anche attraverso la gratuità dei mezzi di trasporto, in ossequio allo spirito della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

Il testo di legge, composto da quattro articoli, propone anche soluzioni per sopperire alla carenza di autisti di autoveicoli fino a un massimo di nove posti, che si registra ormai da anni nel settore. “Attualmente- spiega Padovani-, i soggetti che intendono iscriversi al ruolo dei conducenti devono sostenere una prova d’esame: nell’ultimo biennio, caratterizzato dall’emergenza pandemica, non solo il numero delle sessioni d’esame è stato particolarmente esiguo, ma anche quello dei candidati è stato assai limitato. Si prevede, quindi, di consentire l’iscrizione di diritto ai dipendenti delle imprese autorizzate, purché in possesso della patente B, che siano stati assunti con il profilo di autista e all’esito di un percorso formativo di almeno otto ore”.

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