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Spiagge, l’Udicon Emilia Romagna sprona alla riforma: “Vantaggi dalla concorrenza”

Per il presidente Paldino "tanti stabilimenti non saranno più gestiti da emiliano-romagnoli. È una sfida da accettare"

Pubblicato:25-05-2022 13:06
Ultimo aggiornamento:25-05-2022 13:07

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RIMINI – Se i balneari salgono sulle barricate contro la riforma delle concessioni demaniali su cui è al lavoro il Parlamento, l’associazione di consumatori Udicon non vede l’ora che si apra alla concorrenza, a patto che non siano poi i bagnanti a pagarne le conseguenze. “La riforma serve per aprire le concessioni al mercato e alla concorrenza”, sottolinea all’agenzia Dire il presidente di Udicon Emilia-Romagna Vincenzo Paldino: si tratta di un passaggio “evidente” ma anche “obbligatorio” per via delle prescrizioni comunitarie; e “forse- aggiunge- siamo già troppo in ritardo”. Certo, prosegue, “poi c’è tutto il tema di quelle persone e di quelle imprese che hanno fatto investimenti”, dunque la quadra su cui sono al lavoro i partiti, dopo il tentativo di mediazione di ieri del governo, “deve andare nell’ottica di tutelare gli imprenditori” che perderanno la concessione. Comunque, ribadisce, “la concorrenza è un passaggio ovvio.

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I PREZZI DEL CARO OMBRELLONE SULLE FAMIGLIE

Forse è troppo tardi e non vorrei- ragiona il presidente- che il tira e molla in corso alla fine lo paghino i consumatori”. Già per una famiglia si fa sentire il “caro ombrellone”: una giormata al mare, con uno spostamento di 50 chilometri, costerà in media quest’anno 96 euro rispetto ai 75 dello scorso. Per cui la riforma “non deve avere ricadute sui consumatori”. È invece un “bel segnale” del Parlamento evitare il voto di fiducia, continua Paldino, per “non blindare il documento, ma dispiace- insiste- che siamo in riatrdo di mesi”.


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I RISCHI DEL MERCATO LIBERO

Occorre “entrare nell’ottica della concorrenza e di un mercato più aperto per i beni pubblici. Ci sono imprenditori che vogliono investire e la concorrenza può portare tanti vantaggi”. Così come, ammette Paldino, “insidie”. Il rischio per esempio che si possano instaurare sulle spiagge italiani i colossi multinazionali “c’è e non si può evitare”. Così come avvenuto nella grande distribuzione. “È lo scotto che si paga quando si apre alla concorrenza”, ma Paldino evidenzia anche che “da tempo la malavita ha messo la sua attenzione sugli stabilimenti balneari e il turismo“. La riforma dunque “s’ha da fare”, tira le somme, “è una sfida che l’Italia, per stare al’interno del panorama europeo deve accettare”: l’esperienza acquisita “avrà il suo peso” perché “non basta essere delle multinazionali, occorre un background” per lavorare in spiaggia. E potrà anche crescere la qualità dei servizi: “Tanti stabilimenti non saranno più gestiti da emiliano-romagnoli, si deve entrare in quest’ottica. È una sfida da accettare”, conclude.

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