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Lavoro, maggioranza spaccata sul blocco dei licenziamenti. Sindacati attaccano: “Sarà tsunami sociale”

Palazzo Chigi media tra la posizione del ministro Orlando e quella di Confindustria: "Nessun divieto, ma forte incentivo a non licenziare"

Pubblicato:25-05-2021 13:13
Ultimo aggiornamento:25-05-2021 17:01

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ROMA – Sindacati sul piede di guerra mentre nel governo si infiamma lo scontro sul blocco dei licenziamenti. E’ infatti saltata la proroga dei licenziamenti al 28 agosto chiesta dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il dem è riuscito comunque ad ottenere la possibilità per le imprese di utilizzare la Cassa integrazione ordinaria, anche dal primo di luglio, senza pagare addizionali fino alla fine dell’anno impegnandosi a non licenziare.

Fonti di governo del Pd provano a gettare acqua sul fuoco, assicurando che il pacchetto lavoro approvato nel Sostegni bis conferma l’impostazione data dal Ministro Orlando con una serie di opzioni a disposizione delle aziende, alternative ai licenziamenti. Un risultato giudicato “insufficiente” dai sindacati, che accusano il governo di essersi piegato ai diktat di Confindustria.

SINDACATI PRONTI ALLA MOBILITAZIONE: “DECISIONE GOVERNO DEBOLE, SARA’ TSUNAMI SOCIALE”

Sui licenziamenti “per noi la partita non è chiusa. I testi non li abbiamo ancora visti, ci sono aiuti alla imprese ma l’impresa può decidere se licenziare o no, ma se hai aiuti pubblici e non hai costi aggiuntivi l’utilizzo deve avere il vincolo di non licenziare”, attacca il segretario della Cgil, Maurizio Landini, a Forrest su Rai Radio 1 commenta la nuova norma decisa dal governo.


Il sindacalista spiega: “la decisione del governo non ci convince, il rischio è che da luglio ci siano migliaia di licenziamenti, il messaggio che si manda ascoltando Confindustria è che i problemi si risolvono con la libertà di lcienziare”.

Stesse preoccupazioni condivise anche dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, che avverte: quella del governo è una “soluzione debole, non in grado di arginare il rischio di uno tsunami sociale e occupazionale che arriverà con l’uscita dal blocco dei licenziamenti“.

Più duro l’attacco del segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, pronto alla mobilitazione. “In questa settimana- dice Bombardieri- mentre noi chiediamo “zero morti sul lavoro”, qualcuno chiede “zero diritti” e sono le stesse associazioni datoriali che, in questo anno, hanno avuto il 74% dei finanziamenti dello Stato a favore delle aziende. Venerdì saremo in piazza per far sentire la nostra voce. Centinaia di migliaia di persone rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Noi siamo sempre per risolvere i problemi e per trovare le soluzioni: speriamo che ciascuno faccia appello al proprio senso di responsabilità per evitare di incendiare il Paese”.

FONTI CHIGI: DA GOVERNO FORTE INCENTIVO A NON LICENZIARE

Fonti di Palazzo Chigi chiariscono il quadro della facoltà di licenziare, dopo l’intervento di mediazione del governo. L’esecutivo ha sostanzialmente introdotto un forte incentivo a non licenziare, pur non toccando il limite del blocco.

In sostanza: fino al 30 giugno c’è cassa integrazione (cig) covid gratuita e divieto di licenziamento totale per tutte le aziende, sia quelle che usano cig sia quelle che non la usano. In assenza di un intervento del governo, l’industria e l’edilizia sarebbero tornate alla normalità dal 1 luglio, ovvero userebbero la loro cig ordinaria che ha un costo di funzionamento del 9%-15% della retribuzione e avrebbero la libertà di licenziare. L’intervento del governo prevede – in linea con tutti gli altri paesi europei che da sempre hanno preso questa strada- di garantire la cig gratuita anche dopo 1 luglio (le aziende non avrebbero possibilità di scelta tra usare cig a pagamento o gratuita, ovvero se azienda prende cig deve prenderla gratuita) in cambio dell’impegno a non licenziare nessun dipendente.

Diversamente da ora quindi dopo il 1 luglio non si tratterebbe più di un divieto assoluto di licenziamento (perché un’azienda che non voglia chiedere la cig è libera di licenziare) ma di un forte incentivo a non farlo (perché il ricorso alla cig è gratuito per l’azienda). Tutto questo vale solo per industria e edilizia, per i servizi il divieto totale di licenziamento (per tutte le aziende sia che usino cig sia che non la usino) vale fino a fine ottobre e cig gratuita fino a fine anno.

SI RINSALDA ASSE PD-M5S, PATUANELLI: “PROPOSTA ORLANDO CONDIVISIBILE”

A sostegno della posizione del ministro Orlando si schiera il ministro M5s dell’Agricoltura, Stefano Pautanelli. “La proposta del Ministro Orlando in Consiglio dei Ministri- scrive su facebook- è stata chiara: consentire alle aziende un’ordinata uscita dal blocco dei licenziamenti, tutelando in questa fase ancora delicata per l’economia del nostro Paese tanto i lavoratori quanto le imprese. Entrambi sono soggetti fragili in questa fase, per ragioni diverse che non devono essere messe in contrapposizione né a livello politico, né su quello sociale. Quindi da un lato la possibilità di utilizzare ancora per un periodo la cassa Covid gratuita o la CIG ordinaria senza addizionale con contestuale blocco dei licenziamenti, dall’altro un percorso di uscita dal blocco per chi non ha necessità di cassa“.

Per il pentastellato “la stessa Confindustria ha sempre detto che c’è un legame fra tre fattori: prolungamento dello stato di emergenza, fine del blocco dei licenziamenti e gratuità della cosiddetta cassa Covid per le imprese. La proposta del Ministro Orlando, che ha ben spiegato durante il Consiglio dei Ministri le ragioni delle sue scelte, è chiara e condivisibile“.

LA SINISTRA ALZA LA VOCE: “GOVERNO NON CEDA A RICATTI CONFINDUSTRIA”

A dar voce alle preoccupazioni dei sindacati sono i parlamentari di Liberi e Uguali e Sinistra Italiana. Per il senatore di Leu, Francesco Laforgia, “il governo non può cedere ai ricatti di Confindustria, nonostante il lavoro di mediazione del ministro Orlando restano vuoti da colmare per garantire ai lavoratori tutele e diritti. Continuiamo a chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti fino ad ottobre per poter mettere in sicurezza migliaia di posti di lavoro che andrebbero persi. I sindacati devono essere coinvolti in queste decisioni”.

E’ molto inquietante la decisione del Governo di ritirare una parte della norma anti licenziamenti dal decreto Sostegni, già approvato dal Cdm, in seguito alle pressioni di Confindustria. Anche nella versione originale- dichiara la capogruppo di Leu Loredana De Petris- la norma non era sufficiente per fronteggiare il rischio di una gigantesca crisi sociale. E’ necessario prorogare il blocco dei licenziamenti per tutti fino ad ottobre. Non possono essere ancora una volta i lavoratori a pagare il prezzo della crisi”.

Allo stesso modo è fondamentale una modifica radicale del decreto Semplificazioni. L’accelerazione delle sburocratizzazioni- continua De Petris- sono esigenze giuste e reali ma non è con la deregulation degli appalti, il massimo ribasso e lo scempio dei centri storici che raggiungeremo quell’obiettivo. Seguendo quella strada sbagliata si arriva solo ad abbattere la sicurezza sul lavoro, ad aprire le porte alle organizzazioni criminali e a provocare quel forte impatto negativo sull’ambiente che proprio le regole europee impongono di evitare ad ogni costo”.

“Il 30 giugno è ormai prossimo e siamo di fronte al rischio di un’ecatombe occupazionale, e l’idea che la ristrutturazione di un sistema economico in difficoltà possa avvenire sulla pelle dei lavoratori non è accettabile”, dice il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

“E impressionante la marcia indietro del governo sul blocco licenziamenti. Intanto- aggiunge Fratoianni- riconfermo la solidarietà nei confronti del ministro Orlando che aveva proposto una timidissima ed insufficiente proroga, peraltro annunciata formalmente a Palazzo Chigi nei giorni scorsi. Un ministro linciato dentro al governo da chi naturalmente difende ben altri interessi ma questo c’era da aspettarselo da un governo di questo tipo. E fuori da Confindustria. Il fatto che Draghi e il governo abbiano accettato in tutta fretta il diktat è un problema enorme”.

SALVINI STA CON CONFINDUSTRIA: “SOLDI ALLE IMPRESE PER NON LICENZIARE”

Sul fronte opposto la Lega di Matteo Salvini, che sposa la richiesta di Confindustria di togliere il blocco dei licenziamenti: “La priorità della Lega è il lavoro- dice Salvini- al momento manca il dialogo e di questo ci facciamo carico noi e chiederò un incontro con le parti coinvolte, dalle parti sociale alle imprese. Conto durante la settimana di incontrare Confindustria. Serve equilibrio, non puoi prorogare a vita il blocco dei licenziamenti. Serve sostenere le aziende dando soldi per non licenziare e al contempo dare un paracadute ai lavoratori. L’ultima cosa da fare in questo momento è allungare l’età pensionabile”.

“Orlando? Noi lavoriamo per risolvere i problemi, se il Pd è quello dello Ius Soli del Ddl Zan e delle tasse ai patrimoni, non aiutano nè Governo nè il Paese. Se vogliamo ragionare a come aiutare le imprese e i giovani noi ci siamo, basta che non parlino di nuove tasse”, conclude il leader del Carroccio.

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