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Calcio, Zavaglia: “Totti non andrà a giocare altrove”

Parla il primo procuratore del Capitano della Roma

Pubblicato:25-05-2017 15:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

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ROMA – “Non penso che andrà giocare altrove”.

Franco Zavaglia non ha dubbi: Francesco Totti resterà fedele alla Roma. Dopo il post su Facebook in cui c’è la conferma che quella con il Genoa di domenica sarà la sua ultima partita ma non c’è traccia della parola ‘ritiro’, Zavaglia, il primo procuratore di Totti, si dice convinto che “la sfida” a cui fa riferimento il capitano della Roma non è andare a giocare altrove: “Non penso che la sfida sia ricominciare da un’altra parte. Credo che avrà un altro incarico in società, dovranno solo decidere quale- ha detto all’agenzia Dire- Non penso che si imbarcherà in avventure come quelle in Stati Uniti o chissà dove. O, come sento dire, in un’altra società di serie A. Conoscendo il giovanotto credo che sarà così…”.

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Quindi non vedremo Totti giocare con un’altra maglia: “Difficilmente ne indosserà un’altra. E neanche all’estero, perché lui ha comunque bisogno della sua famiglia, vuole sempre vicini amici e parenti. Per questo diventa difficile un’avventura fuori dall’Italia”. Totti ha sempre detto che non pensa di diventare allenatore: “Credo che a lui piaccia di più seguire giovani calciatori in proiezione futura, che sia direttore sportivo o tecnico. La carica gli sarà data all’interno società. E secondo me potrebbe fare per qualche anno l’uomo immagine della società, ha un importante valore commerciale. Un incarico in federazione? Perché no?”. In questi ultimi mesi si è discusso molto su come è stato gestito, soprattutto dall’allenatore Luciano Spalletti, che gli ha concesso solo pochi minuti a partita: “Magari se lo sapeva prima non avrebbe fatto un altro anno… Forse aveva degli obiettivi da raggiungere, come i 25 anni con la Roma. Ha raggiunto un’età abbastanza avanzata, ha raggiunto degli obiettivi. E non dimentichiamoci che nell’ultima parte del campionato dell’anno scorso ha dato un contributo importante”.


Non è sorpreso, Zavaglia, dalla longevità calcistica di Totti: “Conosco Francesco da quando aveva 13 anni– racconta-. Io e la sua famiglia siamo stati molto meticolosi nel farlo crescere a livello fisico. A 15-16 anni, sapendo che aveva problemi alla schiena, gli avevamo messo vicino una persona che lo curava e lo controllava”.

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Indubbiamente questo è un momento importante per la sua carriera: “Giusto che sia lui a decidere quando smettere e su questo ci avrà sicuramente ragionato tanto- ha ribadito ancora alla Dire- Come starà vivendo queste ore? Con la sua solita boriosità. Totti è sempre Totti, con le sue parole buone per tutti e la sua solita disponibilità”. Indimenticabile, per Zavaglia, il 1997, quando sulla panchina della Roma c’era Carlos Bianchi, l’allenatore argentino che non vedeva Totti di buon’occhio: “Lui voleva Litmanen al suo posto. Il presidente Franco Sensi organizzò questa amichevole e pretese che Totti giocasse tutti e 90 i minuti. E lui dimostrò di essere un campione”. Con buona pace di Litmanen. E di Bianchi.

di Adriano Gasperetti, giornalista professionista

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