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Ritrovato capitello tra i rifiuti in via del Porto, a Bologna

Si tratta di un capitello repubblicano da tre quintali, rinvenuto la settimana scorsa

Pubblicato:25-05-2017 13:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

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BOLOGNA – Era stato lasciato tra i rifiuti, ma per fortuna i Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale lo hanno trovato e recuperato grazie alla segnalazione di un cittadino. E ora la Soprintendenza ne ha stabilito l’autenticità.

A svelare il ritrovamento di un capitello repubblicano da tre quintali, avvenuto la settimana scorsa in via Del Porto a Bologna, è il comandante del Nucleo, Ciro Imperato, nel corso di una conferenza stampa in città.

GLI ALTRI RITROVAMENTI

Imperato si sofferma poi su altre due operazioni portate a termine nel 2016, e già anticipate ieri. La prima riguarda il ritrovamento, dopo 32 anni, di un dipinto del XVI secolo raffigurante San Nicola di Bari, e rubato nel gennaio del 1984 nella Basilica di Santa Maria dei Servi, in Strada Maggiore. Il quadro, spiega il comandante, “è stato recuperato grazie alla segnalazione di un antiquario della città, che dopo aver ricevuto da una signora la richiesta di piazzarlo, ci ha chiesto se il dipinto era nella nostra banca dati di opere rubate, ricettate o oggetto di appropriazione indebita”. La signora, che a quanto pare aveva ereditato l’opera, il cui valore si aggira sui 500.000 euro non è stata denunciata “perché riteniamo che abbia agito in buona fede”.


Sul dipinto, che in futuro verrà esposto nel complesso dei Servi, dove hanno sede il comando provinciale e regionale dei Carabinieri, ora sta lavorando la Soprintendenza, nel tentativo di dargli un’attribuzione certa. Allo stato attuale, afferma Imperato, “sono state individuate varie botteghe da cui potrebbe essere uscito, e tutto fa pensare che possa essere stato dipinto da un artista della scuola del Carracci o di Guido Reni”.

I falsi Morandi

L’altro pezzo forte della conferenza stampa sono i tre falsi Morandi sequestrati lo scorso settembre. In quel caso, spiega Imperato, “tutto è partito da una segnalazione del comitato Morandi, che certifica l’autenticità delle opere e che aveva notato delle stranezze nel primo di questi tre quadri”. Le indagini hanno poi permesso di risalire al secondo dipinto, che come il primo è stato sequestrato a Bologna, e infine al terzo quadro, trovato invece a Milano.

A trattare la vendita delle tre opere, per una cifra complessiva di circa due milioni di euro (per l’esattezza, 600.000 per il primo dipinto, 660.000 per il secondo, e 700.000 per il terzo), era sempre lo stesso commerciante, un 60enne bolognese con precedenti specifici, che poi è stato denunciato e rinviato a giudizio. Era stato proprio lui a rivolgersi al comitato per chiedere l’autenticazione del dipinto. Le fotografie inviate dall’uomo hanno però insospettito gli esperti del comitato, che hanno immediatamente contattato i militari per ulteriori approfondimenti. Alla fine, ovviamente, la trattativa che era in corso per la vendita dei dipinti è saltata, e ora i Carabinieri stanno indagando per trovare l’autore (o gli autori) dei falsi Morandi, che comunque, precisa Imperato, “potrebbe aver agito in buona fede, perché forse le opere sono state commissionate come semplici ‘falsi d’autore'”.

di Andrea Mari, giornalista professionista

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