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Musei, Tar annulla nomine 5 direttori. Franceschini: “Danno di immagine per Italia, subito appello”

Anche Renzi all'attacco: "Sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i Tar"

Pubblicato:25-05-2017 11:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

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ROMA – “Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio…”. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini affida a twitter la sua reazione alla notizia della bocciatura, da parte del Tar, di cinque dei venti direttori dei supermusei nominati dal suo ministero due anni fa. Le nomine annullate sono quelle di Paolo Giulierini, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Carmelo Malacrino, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria Eva Degli Innocenti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi di Modena
Peter Assmann, direttore del  Palazzo Ducale di Mantova.

Secondo il Tar, “il bando della selezione non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall’articolo 38. Se infatti- specifica il tribunale amministrativo- il legislatore avesse voluto estendere la platea di aspiranti alla posizione dirigenziale ricomprendendo cittadini non italiani lo avrebbe detto chiaramente.



FRANCESCHINI: “RICORSO CONTRO SENTENZA TAR, CONTRASTA CON GIURISPRUDENZA”

La reazione del ministero è dura: “Faremo immediatamente appello al Consiglio di Stato e la richiesta di sospensiva“, annuncia Dario Franceschini. “Sono un avvocato e un uomo politico con una certa esperienza. So bene che le sentenze vanno contrastate nelle sedi proprie e vanno rispettate. Detto questo, mi chiedo che figura fa il nostro Paese rispetto al resto del mondo. Non do letture politiche delle sentenze. Registro con grande dolore quello che questo comporta praticamente e per l’immagine dell’Italia nel mondo”.

“Il bando internazionale per la selezione dei direttori pubblicato sull’Economist- sottolinea il ministro- ha fatto discutere il mondo della cultura e ha avuto apprezzamenti in tutto il mondo. E’ originata da una norma di legge del decreto Art bonus che ha individuato questa procedura particolare per i direttori dei musei. Mi lascia stupefatto che la sentenza del Tar parli di procedura ‘poco chiara e magmatica’. La selezione internazionale dei direttori e’ stata fatta da una commissione assolutamente imparziale composta dal direttore della National Gallery di Londra, che e’ un inglese, dal direttore della più importante istituzione culturale di Berlino, che e’ un archeologo tedesco, dal presidente della Biennale di Venezia, e da una persona che e’ stata appena nominata consigliere dal presidente Macron. Mi pare che più garanzia di neutralità e trasparenza non ci potesse essere”.

Secondo il ministro, infatti, “che si faccia riferimento, per una parte della sentenza, al fatto che i direttori sono stranieri, a parte che chiamare stranieri cittadini europei e’ un po’ strano o sbagliato, contrasta con giurisprudenze e sentenze molto precise della Corte di giustizia europea e dello stesso Consiglio di Stato“.

Franceschini specifica quindi che “le sentenze intervengono solo di fronte a impugnazioni. E quindi il Tar si e’ pronunciato sui casi che sono stati oggetto di impugnativa, non sugli altri che restano in carica. Quello che mi preoccupa di più- ha aggiunto- e’ che una cosa per cui l’Italia si e’ fatta apprezzare in tutto il mondo venga messa in discussione. Ci sono anche delle conseguenze pratiche, perchè la sentenza e’ già pubblicata e dunque da oggi cinque importanti musei sono senza direttore”.


RENZI: SIAMO LA REPUBBLICA DEL CAVILLO, TAR DA CAMBIARE

“Nei mille giorni abbiamo fatto molte cose belle, qualche sbaglio di troppo, tante scelte innovative e coraggiose. Abbiamo governato cercando di dare all’Italia un futuro, non solo di custodire il meraviglioso passato che conosciamo. Una delle scelte di cui sono e resterò più orgoglioso è aver dato ai più bravi la possibilità di concorrere per la direzione dei musei italiani, patrimonio mondiale dell’umanità. E i risultati già si vedono, a tutti i livelli”. Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi, commentando l’annullamento da parte del Tar della nomina di 5 direttori di museo.

“Abbiamo smesso di tagliare sulla cultura e abbiamo investito in questo settore come nessuno aveva mai fatto prima. Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione- aggiunge Renzi- merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma – una volta di più – che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso. Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei: abbiamo sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i Tar“.


SCHMIDT: DISASTROSO E TRAGICO SE TAR BLOCCA RIFORMA

“Non ho letto la sentenza del Tar”, tuttavia se il pronunciamento dei giudici “dovesse bloccare la riforma Franceschini rischieremmo la paralisi”. Uno stop ora “sarebbe tragico per la cultura italiana e, in generale, per l’economia visto che la cultura è uno dei principali traini. Sarebbe disastroso se tutto ricadesse negli interessi microscopici e particolari”. Lo sottolinea il direttore degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt a proposito della sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato le nomine di 5 direttori stranieri (Mantova, Modena, Paestum, Taranto, Napoli e Reggio Calabria).

“Io quindi spero assolutamente di no- aggiunge-, anche perché i musei erano già pronti alla riforma”.


MIBACT: SU DIRETTORI TRASPARENZA, ALTO PROFILO E STANDARD INTERNAZIONALI

Con riferimento alla procedura di selezione pubblica internazionale per la nomina dei direttori dei musei autonomi statali su cui si è pronunciato il Tar annullando la nomina di 5 direttori (Palazzo ducale di Mantova, Museo archeologico nazionale di Napoli, Museo archeologico nazionale di Taranto, Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, Gallerie Estensi di Modena), il Mibact presenterà, oggi stesso, appello al Consiglio di Stato e chiederà la sospensiva delle sentenze.

L’intera procedura di selezione si è svolta in conformità non solo con il diritto europeo e nazionale, ma anche con i più elevati standard internazionali, come riconosciuto dall’International Council  of Museums (Icom).

La selezione dei direttori è stata effettuata da una commissione di altissimo profilo scientifico presieduta dal presidente della Biennale di Venezia e che tra i suoi componenti vedeva autorevoli personalità del panorama culturale internazionale come il direttore della National Gallery di Londra, il rettore del Wissenschaftskolleg di Berlino e l’attuale consigliera culturale del presidente Macron.

I rilievi avanzati dal Tar investono tre aspetti: cittadinanza dei nominati, trasparenza della procedura e criteri di valutazione. Al riguardo, il Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo precisa che:

CITTADINANZA
Il diritto europeo e il principio di libera circolazione dei lavoratori nella Ue, confermato da una pluriennale giurisprudenza della Corte di giustizia e più di recente dal Consiglio di Stato, consentono il conferimento di incarichi dirigenziali a cittadini comunitari. Il TAR del Lazio sembra aver applicato in modo molto restrittivo la legge sul pubblico impiego (art. 38 d.lgs n. 165 del 2001) ignorando quindi i progressi fatti con la successiva giurisprudenza sia italiana che comunitaria.

TRASPARENZA
La procedura è stata trasparente e pubblica, ogni passaggio è stato pubblicato sul sito del Ministero, i colloqui non sono avvenuti a ‘porte chiuse’ e sono stati integralmente registrati su file audio accessibili come tutti gli altri atti della selezione. La selezione è avvenuta nel rispetto dei più alti standard internazionali, garantiti da una commissione di elevato profilo scientifico, composta da figure apicali di importanti istituzioni culturali europee.

CRITERI DI VALUTAZIONE
I candidati in possesso dei requisiti previsti e pertanto ammessi alla selezione sono stati valutati dalla commissione, oltre che in base ai criteri della legge sul pubblico impiego (art. 19 comma 1 della 165/2001), tenendo conto dei titoli di studio e delle pubblicazioni, delle esperienze professionali, delle capacità tecnologiche e linguistiche, della conoscenza del patrimonio culturale italiano e dell’organizzazione del MiBACT. I candidati ritenuti più idonei, fino a un massimo di 10, sono stati convocati per un colloquio che ha portato all’identificazione per ciascun museo di una terna di nomi, a cui sono stati attribuiti, così come previsto dai più avanzati standard internazionali, tre categorie di giudizio (A, B e C) – corrispondenti a precise fasce di punteggio – e da cui è stata effettuata la scelta finale del direttore.

In attesa che il Consiglio di Stato si pronunci, il Mibact assicurerà il buon andamento e la continuità di tutti i  musei coinvolti.

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