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Antitrust: Ssn spende 300 milioni l’anno per i vaccini

Tra le principali voci di spesa al primo posto ci sono i vaccini anti-pneumococcici

Pubblicato:25-05-2016 10:30
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:46

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vacciniROMA  – Il nostro Servizio sanitario nazionale spende circa 300 milioni di euro l’anno per l’acquisto dei vaccini, con prospettive di raddoppio a breve con l’approvazione del nuovo piano di prevenzione vaccinale. Tra le principali voci di spesa al primo posto ci sono i vaccini anti-pneumococcici con 84 milioni di euro; al secondo i vaccini esavalenti con 75 milioni; al terzo i vaccini anti-papillomavirus con 23 milioni. In generale, l’industria dei vaccini genera in Italia un fatturato di oltre 500 milioni di euro l’anno, con saldo export positivo. È quanto emerge dall’indagine conoscitiva che l’Antitrust ha condotto sul mercato dei vaccini per uso umano, presentata oggi a Roma presso la sede dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (in piazza Giuseppe Verdi, 6/a).

“Nel caso dei vaccini anti-pneumococcici- emerge in particolare dall’indagine- si è registrata una situazione di assoluta prevalenza di un prodotto, il Prevenar13 di Pfizer, preferito dalle stazioni appaltanti in quanto offre una copertura vaccinale per più ceppi sierotipici rispetto al prodotto concorrente, il Synflorix di GlaxoSmithKline. In assenza di decisioni ufficiali sull’eventuale equivalenza medica (da cui dipende la sostituibilità commerciale) di vaccini con coperture sierotipiche diverse, si è così assistito al perdurante monopolio di un prodotto che, pur a fronte di volumi di vendita crescenti e garantiti nei confronti del Ssn, ha aumentato negli anni i propri prezzi“.

L’Antitrust, pertanto, segnala la necessità che le autorità mediche competenti adottino “posizioni chiare- ha fatto sapere durante la conferenza- trasparenti e indipendenti: sia in ordine all’inclusione di una determinata vaccinazione nei piani nazionali di prevenzione e ai conseguenti livelli essenziali di assistenza, sia in merito ai profili di equivalenza medica tra prodotti vaccinali”.


Per consentire un riequilibrio dei rapporti commerciali tra offerta e domanda, l’Autorità propone inoltre “di includere i vaccini in classi di rimborso che assoggettino i prezzi a una contrattazione preventiva con Aifa per quei prodotti che, dopo essere stati registrati in classi a prezzo libero, vengano compresi nei piani nazionali di vaccinazione, tenuto conto che ciò garantisce- ha concluso- acquisti continuati di grandi volumi e in vista di opportune valutazioni sconti-qualità”.

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