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25 aprile, Mauri: “Insulti a Milano mentre ricordavo i caduti”

"Non è mica detto che siano dei neo-fascistelli. Forse semplicemente non sanno nemmeno bene loro chi siano veramente. E questo forse è anche peggio", dice il deputato del Pd

Pubblicato:25-04-2021 16:43
Ultimo aggiornamento:25-04-2021 16:43

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ROMA – “Il 25 per me è sempre stata una Festa vera. Perché non può che essere una festa quando si ricorda il giorno della rinascita dopo il periodo più oscuro e vergognoso della nostra Storia, il riscatto morale dell’Italia agli occhi del mondo, l’affermazione dei Diritti, della Libertà e dei valori democratici. Non poterla festeggiare in corteo mi pesa. Ma se non lo facciamo è proprio per quel senso di responsabilità verso tutta la comunità che ci contraddistingue”. Così il deputato Pd Matteo Mauri, in un post su Facebook.

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Questa mattina sono andato insieme a mia figlia – prosegue Mauri – a deporre i fiori al monumento ai caduti partigiani del mio quartiere a Milano, l’Isola. Un piccolo gesto ma che volevamo assolutamente fare. Mentre eravamo lì è passata una macchina con alcuni ragazzi che hanno scandito un sonoro “ammerdeee” verso di noi, per poi dileguarsi. Io non so chi siano, non so cosa pensino, non so quali siano i loro riferimenti. Ma non è mica detto che siano dei neo-fascistelli. Forse semplicemente non sanno nemmeno bene loro chi siano veramente, non hanno un pensiero particolare, non hanno riferimenti. E questo forse è anche peggio. Quando penso a queste cose mi rendo conto che la mia fiducia negli esseri umani vacilla. Ma poi penso a Ilaria e Cecilia. Due ragazze di 20 anni. Due giovani donne restauratrici che non sopportavano l’idea che molte lapidi dei partigiani fossero illeggibili, per l’usura del tempo o per atti di vandalismo. Si sono rimboccate le maniche, si sono date da fare e hanno fondato RAM (Restaura Arte e Memoria) per dar modo a tutti noi di continuare a poter leggere la storia e a nutrire la memoria. Perché la memoria va nutrita e allenata come i muscoli del corpo. Per evitare che qualcuno la cancelli per poi provare a riscriverla. E questo è un dovere che ha ognuno di noi e che non possiamo delegare a nessuno”.


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