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Smart working? Sì, ma a Hera solo per due giorni a settimana. I sindacati: “Inspiegabile”

Dopo la proroga dello smart working per i genitori con figli e fragili, Hera ha dato ai dipendenti un paletto: va bene lavorare da remoto, ma solo per due giorni alla settimana

Pubblicato:25-03-2023 17:20
Ultimo aggiornamento:26-03-2023 11:27

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BOLOGNA – Smart working sì, ma per due giornate alla settimana. È la scelta che viene fatta in Hera e che convince assai poco i sindacati. “Ci pare di continuare a vedere una certa ingiustificata diffidenza verso lo strumento del lavoro agile da parte dei vertici aziendali e riteniamo grave che non si sia proceduto a recepire la proroga di una modalità di accesso ad un diritto previsto dalla normativa vigente”, scrivono in un comunicato ai lavoratori Filctem e Fp della Cgil, Femca con Flaei e Fit per la Cisl, Uiltrasporti e Uiltec, Fiadel-Cisal. La novità arriva dopo che il Governo alla fine di febbraio ha prorogato, fino al 30 giugno, lo smart working nelle aziende per i lavoratori fragili e i genitori di under 14.

“HERA SOSTIENE CHE L’EMERGENZA È FINITA”

Hera, scrivono i sindacati nel loro comunicato, “ha sempre recepito la normativa e le proroghe con una interpretazione univoca e condivisa che prevedeva la possibilità per i genitori di under 14 di svolgere la prestazione lavorativa da remoto in modo continuativo, superando quindi l’accordo aziendale che stabilisce due giornate”. Ma di fronte all’ultima proroga “ha cambiato interpretazione e ci ha comunicato che non intende concedere lo smart working in maniera continuativa ma semplicemente di attenersi a quanto previsto dall’accordo di secondo livello con le sole due giornate alla settimana da remoto, in quanto è cambiato il contesto non essendo più in stato di emergenza né in situazione di rischio pandemico. Riservandosi però di valutare le situazioni di criticità e di effettiva difficoltà gestionale, per esempio, per malattia dei figli”. Per le sigle dei lavoratori, è “quantomeno curioso che si cambi l’interpretazione di un testo che prevede solo un cambio di data rispetto al precedente, a differenza di altre aziende che sono rimaste coerenti”.

“LA DAD ERA GIÀ FINITA PRIMA, È UNA CONTRADDIZIONE”

Per le organizzazioni di Cgil-Cisl-Uil e Cisal “è inoltre poco convincente credere che l’interpretazione cambi perchè siamo fuori dallo stato di emergenza e senza dad in quanto anche nelle proroghe precedenti i ragazzi erano tornati in presenza a scuola e le misure di contenimento del Covid 19 si stavano pian piano smantellando”. Di qui l’idea di una “certa ingiustificata diffidenza verso lo strumento del lavoro agile”.


Inoltre, scrivono ancora i sindacati, “in questi mesi non ci risulta che né i lavoratori fragili, né i genitori di under 14 abbiano messo in difficoltà l’azienda, non garantendo continuità della prestazione lavorativa o cali di produttività, né, tantomeno, che non abbiano tenuto conto delle necessità aziendali di prestazioni o riunioni in presenza sparendo dalle sedi aziendali. Non registriamo nessun abuso dello strumento, anzi, assoluto buonsenso e massimo senso di responsabilità da parte di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”. Peraltro, “lavorare da remoto non vuol dire lavorare meno o non lavorare affatto, ma dare la possibilità di lavorare meglio permettendo anche di conciliare le esigenze personali o familiari. Ormai dovrebbe essere uno strumento consolidato e strutturato, per cui risulta inspiegabile il mancato recepimento della proroga”. E siccome la scelta arriva dal Gruppo Hera, “che fa del welfare e dell’attenzione al benessere dei lavoratori un motivo di orgoglio e di vanto, ci aspettiamo che vada in continuità con quanto fatto finora”.

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