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“No alla guerra e no al passante”, a Bologna i giovani tornano in piazza per il clima

I giovani scendono in strada a Bologna per chiedere di "rimettere al centro le persone e non i profitti". E dicono: "Dopo due anni di pandemia ora abbiamo una geuerra che ruota attorno al metano"

Pubblicato:25-03-2022 15:08
Ultimo aggiornamento:25-03-2022 15:10
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fridays for future_bologna_clima
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BOLOGNA – “People, not profit”. Ovvero, rimettere al centro “le persone e non i profitti”, per una transizione ecologica “vera, che non lasci indietro nessuno”. È questo il ‘grido’ del secondo sciopero per il clima del movimento Fridays for future, che a Bologna come in altre città d’Italia e del mondo ha riportato in piazza migliaia di giovani e studenti. Questa mattina da piazza Maggiore è partito il corteo che ha attraversato il centro, snodandosi lungo via Zamboni, via dei Mille, via Marconi per finire in piazza San Francesco. Una protesta colorata, tra canti, musica, balli e decine di cartelli che denunciano i pericoli del cambiamento climatico, che si è unita a quella della scuola in occasione dello sciopero generale del comparto.

TRE ANNI FA IL PRIMO GLOBAL STRIKE LANCIATO DA GRETA

A tre anni dal primo ‘global strike’ lanciato da Greta Thunberg, ricordano gli attivisti, le cose sono molto cambiate. “È scoppiata una guerra in Europa dopo due anni di pandemia da cui non abbiamo fatto altro che illuderci che ne saremmo usciti migliorati, perchè eravamo tutti sulla stessa barca- grida una portavoce di Fff al megafono- ma la verità è che alcuni di noi erano sulla zattera e altri sullo yacht, e stanno completamente ignorando la burrasca che è di fronte a noi”. Infatti, “abbiamo gestito la crisi climatica e quella pandemica come se fossero distinte, quando sappiamo benissimo che sono una la figlia dell’altro, e ora siamo in quella che potrebbe benissimo essere definita una distopia, con una guerra in cui il combustibile fossile come il metano è al centro”. Per questo con la protesta di oggi “vogliamo rimettere al centro le persone e non i profitti”. Ma oltre alle questioni globali gli attivisti mettono in guardia anche sulle politiche locali: al centro delle critiche c’è il Passante di mezzo, bocciato senza se e senza ma.

“NO ALLE OPERE INQUINANTI”

“Purtroppo non è il passaggio per la Terra degli Hobbit- ironizzano citando Tolkien- ma qualcosa di molto peggio. È la garanzia che la nostra Bologna non potrà mai liberarsi di tutto lo smog e Co2, e i problemi respiratori che abbiamo già”. E nel mirino c’è l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Matteo Lepore. “Il Comune continua a spingere per opere altamente inquinanti. Il Passante di mezzo è funzionale alla crescita dei veicoli che attraversano la periferia bolognese. Auto e camion che significano soltanto più smog, tumori collegati, emissioni, disastri climatici annessi”. Per loro “una soluzione esiste già per la mobilità ed è fatta di treni merci e trasporto pubblico, gratuito e condiviso per le persone non per una turistificazione della nostra città”.


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