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Distribuzione diretta del farmaco, Sifo chiede chiarezza al presidente della Conferenza delle Regioni

La Società Italiana di Farmacia Ospedaliera si rivolge a Fedriga dopo l'audizione in commissione Affari sociali alla Camera della vicepresidente della commissione Salute della Conferenza, che "stravolge completamente il testo firmato e approvato dalle Regioni"

Pubblicato:25-03-2022 12:05
Ultimo aggiornamento:25-03-2022 12:05
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ROMA – La Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo) alla luce dell’intervento di Letizia Moratti del 22 marzo presso la commissione Affari sociali della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di ‘distribuzione diretta’ dei farmaci e di ‘distribuzione per conto’ – esprime perplessità di fronte alla duplicità di messaggi emersa durante l’audizione. Da un lato, infatti, la Conferenza delle Regioni ha presentato un Documento (Farmaci: distribuzione “diretta” e “per conto”, osservazioni e proposte) in cui si sottolinea come la DD sia perfettamente integrabile nell’attuale processo di riforma della sanità nazionale. Nel Documento si offre un’importante sottolineatura di integrazione tra Distribuzione diretta e nuovi scenari sanitari: “La distribuzione diretta da parte delle farmacie delle strutture sanitarie regionali dovrebbe potrebbe inserirsi in tale processo attraverso l’home delivery che potrà prevedere l’erogazione di Farmaci a domicilio del paziente o direttamente presso le Case di Comunità o Ospedali di comunità e si integra quindi in modo coerente con il Nuovo Piano Territoriale del Pnrr delle Cure domiciliari e di telemedicina, con la creazione degli Ospedali di Comunità e Case della Comunità (Mmg-Infermieri-Specialistica) e con la Cabina di Regia rappresentata dalle Cot(Centrali Operative Territoriali)”. Il Documento conclude (tra l’altro) sottolineando che “la DPC può essere solo complementare alla distribuzione diretta“.

Queste affermazioni, che vanno in direzione assolutamente convergente con ciò che Sifo ha presentato in audizione presso la stessa Commissione (il giorno 8 marzo), sembrano essere contraddette da Letizia Moratti, vicepresidente della commissione Salute della Conferenza, che ha fatto delle personali integrazioni al testo durante il suo intervento stravolgendo completamente il testo firmato e approvato dalle Regioni. Per Moratti bisogna chiedersi “se sia ancora vero il messaggio per cui la distribuzione diretta è vitale per il sistema” e ricorda infine che questa modalità “non è vero che non crea disagi, perché spesso il cittadino non abita vicino alla struttura, gli orari di distribuzione sono ridotti e contingentati”.


A fronte di contenuti evidentemente difformi, Sifo domanda al presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga:

– Quale sia l’effettiva posizione della Conferenza, se quella espressa nel Documento ufficiale protocollato alla commissione Affari Sociali della Camera, oppure quella interpretazione del “tutto personale” riportata da Letizia Moratti;

– Se il presidente delle Conferenza Stato-Regioni sia a conoscenza che durante l’audizione la vice-presidente ha espresso posizioni completamente discordanti rispetto al Documento ufficiale (come visibile dal video caricato sul sito della Camera dei Deputati);

– Se e quali iniziative intenda intraprendere il presidente per chiarire definitivamente presso la Commissione la posizione delle Regioni in merito al tema della DD e della DPC.

Sifo propone queste considerazioni in perfetta coerenza con il proprio intervento durante l’indagine sviluppata dalla XII Commissione della Camera, nella quale il presidente Arturo Cavaliere ha auspicato che le scelte politiche in sanità privilegino e garantiscano “l’universalità della assistenza in sanità, prefigurando modelli innovativi per la Sanità Pubblica, consolidando la DD attraverso nuovi punti distributivi di accesso qualificati per i cittadini nelle Case della Salute e negli Ospedali di Comunità previsti dal Pnrr o attivando, quando necessario, nuovi canali distributivi, garantendo ai cittadini la completa presa in carico tra Ospedale e Territorio, l’accessibilità reale e facilitata alle cure, mantenendo comunque un controllo specialistico della terapia”. Considerazioni perfettamente in linea con quanto espresso nel suo documento originale (e non commentato o stravolto) dalla Conferenza delle Regioni.

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