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Bologna, cala l’uso sociale della droga ma aumenta il consumo patologico

L'Osservatorio epidemiologico e dipendenze patologiche dell'Ausl cittadina mostra un cambiamento significativo nelle modalità di consumo delle sostanze, compreso il modo per reperirle, sempre più spesso via Internet

Pubblicato:25-03-2021 13:18
Ultimo aggiornamento:25-03-2021 13:18

GIOVANI-ALCOL
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BOLOGNA – Con la pandemia a Bologna nel corso del 2020 è diminuito il consumo di alcol e droga. Ma è soprattutto “crollato l’uso sociale” delle sostanze, legato cioè al divertimento, mentre “è emerso il consumo patologico”. A tracciare il quadro è Raimondo Pavarin, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico e dipendenze patologiche dell’Ausl di Bologna, ascoltato questa mattina in commissione Sanità del Comune. Nel 2020, spiega Pavarin, gli accessi al Pronto soccorso per alcol e sostanze sono calati di più nel periodo di lockdown totale, cioè con le maggiori restrizioni, tra marzo e maggio. In quegli stessi mesi, però, i soggetti che sono andati in ospedale per abuso di sostanze presentavano un’età media più elevata, intorno ai 45 anni. Questo significa che “si tratta di persone con problemi cronici e non giovani che consumano le sostanze in discoteca”, spiega Pavarin. In altre parole, il lockdown ha fatto “emergere l’uso patologico di sostanze mentre è calato il consumo sociale”.

In quello stesso periodo, ad esempio, sono diminuiti anche gli episodi di cosiddetto ‘binge drinking’, cioè il consumo smodato di alcolici in pochissimo tempo. È aumentato invece il consumo di cannabis light, soprattutto tra chi ha diminuito l’utilizzo di altre sostanze. Insomma, nel 2020 per effetto della pandemia “è crollata tutta la parte sociale del consumo di sostanze– analizza Pavarin- quella cioè legata al divertimento”. E sono cambiate “anche le modalità di consumo”, che sono diventate per lo più “solitarie” (cioè in casa) proprio a causa di chiusure e distanziamento. Una parte dei consumatori, sottolinea Pavarin, è quindi “riuscita a disciplinare il consumo, dimostrando anche di poter fare senza sostanze. E questo dovrebbe far riflettere, anche per innovare le politiche di prevenzione”. Guardando i numeri, nel 2020 sono calati del 32% gli accessi al Pronto soccorso per consumo problematico di sostanze rispetto al 2019: del 23% per alcol e del 22% per droga, tra cui la cocaina ha fatto registrare un calo del 27% e gli oppioidi del 15%. Calano dunque i numeri al Pronto soccorso, sottolinea Pavarin, ma “è aumentata l’incidenza” di chi va in ospedale per le sostanze sul dato generale degli accessi al Ps, dovuto anche a una minore affluenza delle persone in ospedale durante il lockdown. Nei periodi di allentamento delle restrizioni, infatti, la curva degli accessi al Pronto soccorso per sostanze è stata simile a quella del 2019.

Sempre nel 2020, anche i nuovi utenti in carico ai Serd sono calati rispetto all’anno prima. Si parla di una riduzione del 34% per consumo problematico di alcol (145 persone contro 220) e del 34% per sostanze (288 contro 435), di cui il 29% in meno per cocaina e il 17% in meno di eroina. Sono anche calate del 57% le morti per overdose: 10 contro 23. Nei primi due mesi del 2021, inoltre, si sono verificati due decessi per droga, contro i quattro dello stesso bimestre del 2019 e i due del periodo gennaio-febbraio 2020. Allo stesso modo, a inizio 2021 si è registrato un solo accesso in Pronto soccorso per overdose contro i 14 dei primi due mesi del 2019 e gli otto dello stesso periodo del 2020. “Al momento sono dati confortanti”, commenta Pavarin.


LA TOSSICOLOGA: “CIRCOLANO NUOVE SOSTANZE SINTETICHE COMPRATE SU INTERNET”

Nuove sostanze sintetiche comprate su internet, cannabinoidi con alto principio attivo e più cocaina. È questo il mercato della droga a Bologna per come si sta sviluppando in questo anno di pandemia, in particolare tra i più giovani. Un quadro preoccupante, secondo la tossicologa forense Elia Del Borrello, ascoltata questa mattina in commissione Sanità del Comune di Bologna. A causa di restrizioni e chiusure, spiega Del Borrello, “c’è un aumento di ansia e difficoltà nei ragazzi“, che in questi mesi “hanno preso coscienza anche di nuove sostanze sintetiche disponibili sul web”. Vengono comprate su internet, spiega Del Borrello, e poi spedite a casa via posta: si tratta per lo più di stimolanti oppure di anfetamine modificate. Marco Falconieri, che si occupa del progetto ‘Guida la Notte’ del Comune di Bologna, conferma che le sostanze vengono trovate non tanto “attraverso il dark web”, ma con piattaforme “di più facile accesso come Telegram o Instagram“. Anche Raimondo Pavarin, responsabile dell’Osservatorio dipende patologiche dell’Ausl di Bologna, spiega che “il dark web è poco praticabile. Piuttosto l’acquisto di sostanze è passato dalle classiche piazze di spaccio alla consegna a domicilio e ai mercati chiusi, attraverso amici e conoscenti”.

Dai sequestri più recenti, aggiunge ancora Del Borrello, è emerso anche un consumo di cannabinoidi con alto principio attivo (al 45%). “I ragazzi cercano queste sostanze per sedare le ansie– spiega Del Borrello- ma possono avere difficoltà nel gestire gli effetti di questi prodotti”. Non solo. “Nella solitudine- continua la tossicologa- hanno anche modificato il proprio comportamento: si riuniscono in casa a piccoli gruppi, quando non ci sono i genitori. Si tratta quindi di un consumo a socialità ridotta, che sfugge a ogni controllo”.

A Bologna, rileva poi Del Borrello, “c’è anche una quantità enorme di droghe a cui sono abbinate migliori prestazioni sessuali, come la GBL. Sono sostanze molto usate all’interno di alcune comunità, come quella omosessuale- spiega- ma se arrivano nelle mani di minorenni sono pericolose perché possono essere utilizzate per commettere altri tipi di reati“. Dai sequestri si conferma poi un “aumento del consumo della cocaina- afferma Del Borrello- purtroppo anche in ragazzi molto giovani. Viene usata in maniera eccessiva, spesso legata a comportamenti sessuali o a ritrovi”. E sembra esserci una “regia a monte che ne coordina la distribuzione, con prezzi molti bassi che ne facilitano la diffusione”, sostiene la tossicologa forense. Che avverte: “Sono molto preoccupata, perché le famiglie fanno sempre più fatica e sembra essere aumentata anche la manovalanza dello spaccio. Sono state fermate persone con piccole quantità che prima non avevano mai avuto problemi con la giustizia”.

L’ESPERTA: “LA LEGALIZZAZIONE NON È LA STRADA: GLI EFFETTI NEGATIVI SAREBBERO INCONTROLLABILI”

Secondo Del Borrello, tra l’altro, “la legalizzazione non può essere la strada. È impensabile- risponde alla domanda della dem Isabella Angiuli- perché significherebbe perdere informazioni sugli effetti negativi delle sostanze, che sarebbero incontrollabili. Inoltre, chi è abituato al consumo non è soddisfatto dalle sostanze legali, che non danno abbastanza ‘botta’”. Chi fa uso di sostanze, inoltre, “non ha la percezione di consumare qualcosa che gli crea problemi- spiega ancora Del Borrello, in risposta alla dem Raffaella Santi Casali- perché non c’è un effetto percepibile nell’immediato. E anche per gli sta intorno, non è facile leggerlo. Si vede più a lungo termine”.

Anche Luca Ghedini, psicologo del progetto Area15, conferma che “dilagano le sostanze più facilmente accessibili come cannabinoidi, alcol e farmaci. E anche noi cominciamo a vedere minorenni che provano la cocaina. Hanno difficoltà a gestire la rabbia e gli stati depressivi e cercano un aiuto nelle sostanze. Dopo una prima fase di buona compensazione” rispetto alla pandemia e alle chiusure, ora “molti ragazzi iniziano a sviluppare comportamenti problematici”, afferma Ghedini.

La commissione di oggi è stata richiesta dalla consigliera comunale Pd Giulia Di Girolamo, che rimarca come il business della droga a Bologna sia sia “riorganizzato” a seguito della pandemia. “È calato lo spaccio in strada e sono aumentati gli ordini a domicilio e gli acquisti sul web”, sottolinea la dem, invitando il Comune a rafforzare anche le azioni di sensibilizzazione ed educazione con le scuole. “Sarebbe utile per la nostra città anche un servizio di prevenzione come il drop-in”, sostiene a sua volta il dem Francesco Errani.

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