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Imprese, commercialisti Napoli: “Serve più flessibilità e ristrutturazione del debito”

È quando emerso nel corso del webinar 'Nuova definizione di default bancario per imprese e consumatori' organizzato dalla commissione Tutela del Consumo dell'Ordine partenopeo

Pubblicato:25-03-2021 13:25
Ultimo aggiornamento:25-03-2021 13:25
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impiegato lavoro
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NAPOLI – “Tra pochi giorni basterà una bolletta della luce o una multa non pagata per essere segnalati come cattivi pagatori al Crif e ritrovarsi con il conto corrente bloccato, senza poter ricevere nemmeno l’accredito dello stipendio. Una vera rivoluzione per i conti correnti in rosso, imposta dall’Unione europea. Si parla di importi di scoperto esigui: 100 euro per i consumatori e 500 per le imprese per più di tre mesi consecutivi perché l’istituto di credito decida di chiudere un finanziamento, mutuo o utenza. Noi crediamo che le istituzioni europee debbano rivedere o sospendere tali norme per far fronte alla crisi in corso”. Lo ha detto Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso del webinar ‘Nuova definizione di default bancario per imprese e consumatori’ organizzato dalla commissione Tutela del Consumo dell’Ordine partenopeo. “Servirebbe – prosegue – più flessibilità per le moratorie sui crediti. Regole troppo rigide potrebbero vanificare lo sforzo di imprese e famiglie, alle prese da tredici mesi con la pandemia. Questo scenario, fra l’altro, rischia di provocare l’aumento delle infiltrazioni criminali nel tessuto produttivo, spingendo il sistema verso fenomeni usurai”.

“Una normativa – evidenzia Liliana Speranza, consigliera Odcec Napoli – pensata per arginare il fenomeno degli Npl, in un momento storico e di contesto diverso, rischia di avere l’effetto opposto aumentando il fenomeno del Credit Crunch. L’impresa non potrà più impiegare margini ancora disponibili su linee di credito per compensare gli inadempimenti in essere ed evitare la classificazione in default con ripercussione anche sulle imprese ad esso collegate esposte nei confronti del medesimo intermediario finanziario”.

“Il rischio – rimarca il consigliere Vincenzo Tiby – è che la rigidità dall’entrata in vigore dei nuovi regolamenti, pensati nel 2016 in epoca molto distante dalla situazione economica attuale post Covid, possa diventare disastrosa quando finiranno le moratorie e molti crediti diventeranno deteriorati”. Per Stefania Linguerri, presidente della commissione Tutela del Consumo dell’Odcec Napoli, “la rigidità delle nuove regole Eba potrebbe aumentare notevolmente il numero di fallimenti. Uno scenario da non sottovalutare: non è remota l’ipotesi che si verifichi un blocco al circuito credito che potrebbe avere effetti a catena sull’intero sistema economico-finanziario. Aiutare le imprese e le famiglie in difficoltà temporanee attraverso strumenti di ristrutturazione del debito anche con un sistema di aiuti di Stato potrebbe arginare un diffuso fenomeno di default di imprese e consumatori dovuto all’applicazione delle nuove disposizioni bancarie”.


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