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Rock City, a Milano la mostra per rivivere la grande stagione rock

A Milano arriva 'Rock City', la mostra fotografica organizzata fino all'11 aprile da ArteUtopia nella Galleria di Après-coup Arte

Pubblicato:25-03-2021 14:14
Ultimo aggiornamento:25-03-2021 16:03
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MILANO – Madonna si aggira con Naomi Campbell in via Montenapoleone, Miles Davis se ne sta rintanato nel suo residence prima del concerto e Rudolf Nureyev dorme a casa di amici mentre nei locali e nei ristoranti si incrociano Prince o Peter Gabriel, David Bowie o Sting. La grande stagione del Rock a Milano torna oggi a vivere, attraverso gli scatti dei fotografi che l’hanno vissuta, grazie a ‘Rock City’, la mostra organizzata fino all’11 aprile da ArteUtopia nella Galleria di Après-coup Arte, via Privata della Braida 5 a Milano.

Ingressi contingentati, e in sicurezza, per rivivere il ventennio che, dal 1980 al 2000, ha reso Milano una delle “piazze” più affascinanti al mondo, dove la musica ed il teatro dialogavano con la moda e la fotografia, con un pubblico sempre più numeroso e competente.

E mentre la ‘Milano da bere’ si imponeva come capitale della musica e della cultura, i capiservizio dei grandi quotidiani della città dovevano trovare in cronaca lo spazio per tutti e la fotografia diventava spesso lo strumento migliore per evidenziare un’emozione, descrivere l’entusiasmo o la delusione e per carpire l’attimo.


Il mondo era analogico e le fotografie erano rettangoli di cartoncino, spesso in bianco e nero, che prendevano vita la notte, dopo lo spettacolo, nelle camere oscure di strani stregoni che tra liquidi, bacinelle e luci soffuse passavano la notte a ‘scrivere’ con il loro alfabeto la cronaca degli spettacoli, che il loro occhio meccanico aveva registrato in una memoria, arrotolata, di appena 36 parole. 

“Massimo Barbaglia, Gigliola Di Piazza, Bruno Marzi e Angelo Radaelli  erano  gli stregoni che in quegli anni quasi ogni sera si muovevano in città alla caccia di uno sguardo, un suono, un passo di danza e un sorriso – racconta Luigi Pedrazzi, direttore di ArteUtopia- Gli scatti più belli erano quelli rubati, magari nei primi dieci minuti di show, quando il microfono non funzionava bene o le luci erano basse e poi via di corsa a immortalare un’altra storia, un altro palco. Rock City è la storia di una città e dei suoi narratori occulti, la cronaca senza fronzoli di una istantanea al buio, la suggestione di un periodo irripetibile e lontano che ci restituisce intatta l’irresistibile energia che scorreva in quegli anni nelle vene  di Milano”.

La mostra, curata da Luigi Pedrazzi, vuole inoltre ricordare Gigliola Di Piazza, a due anni dalla sua prematura scomparsa, attraverso le sue fotografie stampate di notte, a Milano.

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