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VIDEO | Coronavirus, Arcidonna Napoli: “Figli di coppie separate esposti a contagio”

Lo spiega alla Dire Rosa Di Matteo, presidente di Arcidonna Napoli e responsabile del centro antiviolenza Aurora

Pubblicato:25-03-2020 17:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:01

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NAPOLI – “In questi giorni, a seguito dei decreti restrittivi sulla circolazione delle persone, sta emergendo il problema sul diritto di visita ai propri figli dei genitori separati, in particolare di quelli separati per violenza”. Lo spiega alla Dire Rosa Di Matteo, presidente di Arcidonna Napoli e responsabile del centro antiviolenza Aurora.
“Le madri – prosegue – ci stanno segnalando la grave difficoltà a gestire la questione soprattutto a seguito di una nota, emanata il 10 marzo, che rimanda la gestione di questo argomento a quanto stabilito nelle sentenze di separazione e divorzio. C’è – fa notare – una grossa contraddizione: i diversi decreti ci indicano la limitazione dei movimenti all’interno dei territori, ma sembra che queste limitazioni non valgano per i minori esponendoli al pericolo del contagio. Sembra che, in questo modo, il diritto alla tutela della salute valga per tutti ma non per i minori figli di coppie separate, in particolare per violenza dove spesso la visita al figlio è un momento per perpetrare ulteriormente la violenza nei confronti della ex compagna”.
In una lettera – inviata alla presidente della commissione Femminicidio Valeria Valente, alla deputata Veronica Giannone, al capo di gabinetto del governatore della Campania Vincenzo De Luca, alle assessore regionali Chiara Marciani e Lucia Fortini, e all’assessora del Comune di Napoli Francesca Menna – le operatrici del Cav Arcidonna centro Aurora riportano alcuni esempi della questione sollevata.
“Tutto ciò – sottolineano – accade mentre in tutta Italia è stata recepita la raccomandazione di evitare del tutto persino gli incontri con nonni o parenti stretti, che finora frequentavano i bambini anche per fornire assistenza ai genitori che lavorano”. L’auspicio è che “i genitori giungano ad accordi ragionevoli – come sta accadendo nella maggioranza dei casi – per tutelare il diritto alla salute dei figli evitando incontri e spostamenti che eludono la necessità di distanziamento sociale”.

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