Forse Hamas comincia a pentirsi dell’attacco a Israele del 7 ottobre 2023. Forse

Mousa Abu Marzouk, capo dell’ufficio relazioni estere di Hamas, ha dichiarato al New York Times che, se avesse immaginato le conseguenze dell’attacco, non lo avrebbe mai sostenuto: "Quella non sarà mai una vittoria"

Pubblicato:25-02-2025 11:09
Ultimo aggiornamento:26-02-2025 11:31

Hamas
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ROMA – S’è aperta una crepa, a distanza di un anno e mezzo di dolore. I leader di Hamas hanno sempre “difeso” l’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, nonostante ciò che ne è seguito: una devastante offensiva israeliana su Gaza, decine di migliaia di morti e un territorio ridotto in macerie. Ma ora uno dei massimi dirigenti del movimento sembra mettere in discussione la scelta dell’attacco, ammettendo che il prezzo pagato dalla popolazione di Gaza è stato enorme: quasi due milioni di sfollati, fame, il collasso sanitario.

Mousa Abu Marzouk, capo dell’ufficio relazioni estere di Hamas con base in Qatar, ha dichiarato al New York Times che, se avesse immaginato le conseguenze dell’attacco, non lo avrebbe mai sostenuto. “Sapendolo, sarebbe stato impossibile approvarlo”, ha detto.

Abu Marzouk sostiene di non essere stato informato nei dettagli dell’operazione, che causò circa 1.200 morti e il rapimento di circa 250 persone, ma di averne appoggiato la strategia generale. “Se fosse stato chiaro cosa sarebbe successo dopo, il 7 ottobre non ci sarebbe stato”, ha aggiunto.

Lo stesso New York Times fa però notare che resta da vedere se le parole di Abu Marzouk siano condivise da altri leader del gruppo o se siano parte di una strategia per influenzare i negoziati. Altri esponenti, soprattutto quelli legati all’Iran e a Hezbollah, continuano a tenere una linea molto più rigida.

Ad esempio, dopo la pubblicazione dell’intervista Hamas ha smentito che Abu Marzouk abbia messo in dubbio l’attacco, ribadendo che il 7 ottobre è stata “un’espressione del diritto alla resistenza” contro “assedio, occupazione e colonizzazione”.

Abu Marzouk ha vissuto per anni negli Stati Uniti, ed è considerato una figura pragmatica all’interno di Hamas. Ammette che, guardando la distruzione su Gaza, sarebbe “inaccettabile” parlare di una vera vittoria. “Israele ha perso il controllo e si è vendicata su tutto. Questa non è una vittoria, in nessun caso“.

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