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Report del Consiglio Grande e Generale del 25 febbraio – mattina

Pubblicato:25-02-2022 17:42
Ultimo aggiornamento:25-02-2022 17:43
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In mattina prosegue il dibattito sul Pdl “Disposizioni per implementare le garanzie e l’efficienza del processo penale”, presentato dal Segretario di Stato con delega alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini. Nel corso dei due giorni di dibattito sul provvedimento è emersa la condivisione da parte dell’Aula sulla necessità di procedere a un aggiornamento della materia. Ma non sono mancati i distinguo dell’opposizione, in particolare rispetto all’introduzione del terzo grado di giudizio che aumenterebbe- sostegono i consiglieri di Libera e Rf-, il rischio giungere alla prescrizione di reato. In più, sia i consiglieri di Libera che di Rf indicano come sospetta la coincidenza tra l’introduzione del terzo grado di giudizio e lo svolgimento in corso d’opera di procedimenti importanti, come quello riferito al “Conto Mazzini”. Anche tra le fila della maggioranza- Bronzetti del gruppo misto e Santi di Rete- non manca chi pone l’attenzione sui possibili effetti del provvedimento sulla prescrizione. “Non possiamo fare l’errore di ragionare sui principi della giustizia delle norme di procedura e poi andarli ad associare a procedimenti specifici”, sottolinea invece il segretario di Stato Ugolini. “Non è compito della politica che deve invece ragionare- rimarca- su come rendere più giusta ed efficiente la procedura penale e su come intervenire per migliorare un procedimento penale”. Da parte del Segretario anche l’appello a “smettere di mettere pressione ai magistrati con il can-can mediatico”.

Nelle repliche Andrea Zafferani d Rf lancia la proposta di un emendamento per fugare ogni dubbio: prevedendo la sospensione della prescrizione, dal deposito della sentenza di appello fino al giudizio di terzo grado. “Lo propongo in termini generali e astratti- sottolinea- per fare in modo si arrivi alle sentenze e non invece alla prescrizione”. La proposta trova l’adesione di diversi consiglieri di maggioranza, di Rete e Npr. In particolare, Maria Luisa Berti, Npr, la ritiene condivisibile: “Siamo disposti anche ad andare oltre- manda a dire- introdurre la sopensione, ma anche prevedere che il giudizio della terza istanza abbia un termine chiaro, altrimenti ci sottoporremmo a un vulnus per fare in modo che il giudizio non termini mai”. Il dibattito e i lavori vengono quindi interrotti prima dell’orario di fine seduta per consentire il confronto per l’elaborazione di un emendamento condiviso. Nel pomeriggio la seduta ripartirà con l’esame dell’articolato del provvedimento.

Di seguito un estratto degli interventi della mattina.


Comma 20. Progetto di legge “Disposizioni per implementare le garanzie e l’efficienza del processo penale” (presentato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia) (II lettura)
Gerardo Giovagnoli, Npr
Si è criticato il pdl in riferimento a processi in corso. Quale sarebbe ancora il potere che esercitano queste persone, essendo fuori dal Consiglio da ormai 8 anni chi 10 anni? E per quale motivo ci sarebbe questa forma di riconoscimento per persone che la storia condannerà comunque? Siamo qui a parlare di una riforma così- spero- definitiva della giustizia. Spero che le riforme fatte vadano nella direzione di avere costituito una serie di regole e dispositivi in maniera coordinata e aggiornata, rispetto al quadro precedente, e che questo ci possa aiutare a distaccarci da questa commistione tra politica e giustizia e in particolare dalle tifoserie. Abbiamo a volte commesso errore opposto, di attribuire ai giudici- direttamente o indirettamente- la potestà legislativa, anche questo è successo. Non va bene né l’una, né l’altra cosa. E dobbiao veramente girare pagina, cercare concordia e di andare oltre. Il Paese e la politica è già diversa da quei tempi messi sotto la lente di ingrandimento dalla giustizia e abbiamo visto come anche nella giustizia si possano insediare mele marce e la politica deve guardare se anticorpi legislativi siano sufficienti per fare in modo che errori di giustizia siano minimi. Questo è quello che deve importare nel 2022, insieme al funzionamento della Giustizia e a speditezza che deve essere elemento di efficienza per un piccolo Stato come il nostro con un solo Tribunale.
Michela Pelliccioni, Dml
Concordo con chi dice che questo non è il momento giusto, è un provvedimento che doveva essere portato all’attenzione del consiglio già 20 anni fa. Credo nel Pdl ci siano elementi oggettivamente validi, è un testo ben fatto, e non lo dico io o la maggioranza, ma lo riconoscono anche membri dell’opposizione. E’ un progetto che ha un buon livello tecnico e risponde alle richieste degli organismi internazionali pervenute da tempo. Non concordo con chi dice che la procedura penale fosse tutta da riesaminare, lo erano determinati aspetti e procedure che non davano necessarie garanzie. Ad esempio le misure cautelari devono rispondere a dei criteri, soprattutto temporali, di durata che erano assenti. E in questo importate intervento è stato fatto. Perchè la misura cautelare in nessun caso può diventare una fonte di tortura. Credo si debba portare avanti nella discussione criteri di oggettività e contemperamento per procedere a progetti di leggi utili al paese, se no ‘non è mai il tempo giusto’ per portare un provvedimento in Aula. Questo è un lavoro non criticabile a livello tecnico, di alta qualità. Ben vengano critiche costruttive e onestà.
Rossano Fabbri, Mis
Il pdl inteviene in un settore dove si è intervenuto davvero di rado negli ultimi anni, l’ultima legge organica risale al 2008. E ce ne era davvero bisogno, quando vi è finalmente una Segreteria di Stato che si occupa specificatamente del settore giustizia produce bene per il paese. Perché appunto si tratta di una legge che tocca tanti punti del procedmento penale a San Marino e riforma le misure cautelari, il grado di appello e pone rimedio anche ad alcune distorsioni applicative che avevano reso nulla l’efficacia dell’ultima legge sui diritti di difesa, la legge sul giusto processo del 2008. E ancora, introduce sistemi di decongestione dei processi di cui il Paese sentiva grande esigenza. Sulla riforma del terzo grado di giudizio c’è stato grosso dibattito. In realtà, anche se non in questi termini, esisteva già. Si implementano altri istituti importanti, come quello del decreto penale di condanna, viene alzata la possibilità di ricorrerv e si pone rimedio ad alcune sentenze di condanna alla Corte europea dei diritti dell’uomo che la Repubblica di San Marino ha subito nel’arco degli ultimi anni rispetto alcuni istituti carenti. Occorre sicuramente dare atto dell’impegno della Segreteria competente e d’altra parte si deve alzare il solito monito all’Aula: questa legge, come le ultime leggi, avrà bisogno di essere rivista e riguardata nell’applicazione. Il mio voto sarà favorevole.
Francesca Civerchia, Pdcs
Occorre ripristinare uno Stato di autonomia tra i poteri dello Stato e oggi lo stiamo facendo. Ho fatto parte della Commissione di inchiesta e ho visto come, in modo torrido, nascevano situazioni per le quali si sviluppavano ingerenze, si aprivano e si chiudevano fascicoli a seconda del nemico politico del momento. Oggi sento alcuni colleghi che entrano nel merito di un processo x o y. Non ci deve interessare cosa succede in tribunale, questo governo non è abituato a sapere la scadenza dei lavori dell’operato dei magistrati. Dobbiamo lasciarli e devono essere lasciati liberi, non dobbiamo condizionare nessuno, neanche con le parole. E’ giusto che in questa sessione si concluda l’iter di una riforma virtuosa. Spero di non vedere mai più scene circensi per cui le persone si mettono a gozzovigliare quando altre, neanche con sentenza definitiva, vanno in carcere. Non possiamo ergerci a giudici.
Denise Bronzetti, Gruppo misto di maggioranza
Sulle modifiche di norme in tema di giustizia portata dalla maggioranza dall’inizio legislatura sarebbe opportuno che i toni siano meno caldi, negli ultimi 4 anni sono stati tutto tranne che accettabili rispetto quello che si svolge all’interno dell’Aula consilaire. Questo intervento è estremamente necessario per ammodernare il codice di procedura penale, perché arriva con notevole ritardo. E credo sia da valutare più da un punto di vista tecnico, che politico. Non mi voglio fossilizzare solo sul processo “Conto mazzini’. Di sentenze di secondo grado, che possono finire al terzo, ce ne possono essere altre, non possiamo permetterci di fare la differenza tra i cittadini, ma è chiaro che il processo “Conto mazzini’ sia il processo del secolo, nessuno si vuole nascondere dietro un dito. Quello che manca forse è il fatto che questa normativa incida sui tempi di prescrizione di reato, soprattutto alla luce del’emendamento arrivato in commissione, per mancanza di un termine entro il quale il giudice di terza istanza deve fissare l’udienza di discussione. Si rende necessario aumentare il termine di prescrizioni dei reati che a San Marino è già molto breve. Mi auguro in un qualche modo sia possibile verificare con alcune norme, se la norma che stiamo portando ‘gira a dovere’ per tenere un approccio che vuole salvaguardare la sfera del diritto, soprattutto da parte dei cittadini, chiuque essi siano. E per evitare che si possa arrivare agli organismi internazionali quando si vedono lesi diritti che all’interno della cornice legislativa dello Stato non si sono visti garantire. E, altro aspetto che vorrei non accadesse mai, ma certamente per fare in modo che sia fatta giustizia, sempre e comunque, e non spetta alla politica farla: non dobbiamo permetterci che i reati cadano in prescrizione. Mi aspetterei tutti di abbassare toni e che non si emettano sentenze che non spettano alla politica.
Andrea Zafferani, Rf
Mi associo pienamente alle valutazioni fatte dai consiglieri Guidi e in parte di Valentini, quando ha ricordato la sua esperienza diretta nella Commissione che si occupò delle precedenti riforme, rispetto come dovrebbero funzionare le procedure politiche quando si vuole ricercare condivisione su queste tematiche. E sottolineo come non si sia proceduto i su riforme di questo impatto questa volta. Entrando nel merito del testo, intervenire sul processo penale è giusto e concordo con chi ha detto che era ora di farlo anche prima. Ci sono interventi positivi e vengono inseriti strumenti che erano assenti e che servivano, tra cui il prevedere dei limiti alla carcerazione preventiva. Questo era doveroso. Ciò non toglie nulla dal rilevare che il testo era blindato e che anche proposte di buon senso, fatte dall’opposizion,e non sono state considerato e che questo rientra nell’approccio della maggioranza. Al netto di questo ci sono dei miglioramenti. Sul tema poi evidenziato dai gruppi di opposizione, ovvero quello che può succedere con il terzo grado di giudizio rispetto processi caldi che il Paese ha in corso o deve ancora affrontare (come il caso Titoli, spero): questo intervento, in assenza di un presidio, rischia di inficiare qualunque buona volontà della norma. E creerà un gigantesco colpo di spugna sui procedimenti caldi. Non siete infatti itervenuti sulla prescrizione, guarda caso, con il terzo grado, si facilita terribilmente l’arrivo della prescrizione processuale e quindi evitare che si arrivi a sentenza di merito su quello che è accaduto. Allora bisogna intervenire sulla prescrizione per fugare ogni dubbio che questo procedimento serva per intervenire sui processi in corso.
Matteo Rossi, Npr
Nel merito dell’articolato ci sono sicuramente passaggi tecnici ma è, come ogni provvedimento, un provvedimebto politico. Si è infatti scelto di portare nel paese un provvedimento atteso da decenni dai cittadini a cui garantire una giustizia giusta, dai professionisti che non ho sentito in questi giorni lamentarsi, un provvedimento che ammordernizza il nostro sistema giudiziario e lo rende più tutelante del diritto di difesa. E’ un provvedimento che politicamente si ritiene di portare avanti perché necessario. Diversi gli aspetti positivi introdotti, tra cui il patteggiamento che porterà a processi più rapidi. Ci sono aspetti rilevanti ed è stata una scelta politica quelli di portarli avanti.
Credo che qualsiasi gruppo o consigliere abbia espresso le proprie ragioni. Registro gli interventi del partito di opposizione che nella legislatura si è ‘marcato’ come quello che ha a cuore i temi della giustizia, Repubblica futura, con spirito costruttivo. Non ho sentito livore su questo tema. Dell’intervento di Renzi ho apprezzato parecchi passaggi, ma quando dice che dovremmo chiedere alla gente dei sacrifici per i problemi dell’economia, non credo che la causa di tutto questo sia da imputare al terzo grado. Mi pare un’affermazione populista e non degna del consigliere Renzi. Mi sono piaciuti molto gli interventi dei due fuoriusciti da Npr, Bronzetti e Belluzzi. Il discorso delle ‘arance di Rete’ è stato ben affrontato da Zonzini e ritengo che Rete nel suo percorso politico ha avuto evoluzione non involuzione. Consiglieri di Libera: avete basato una narrazione politica sulla giustizia e avete avuto tre anni al governo in cui intervenire…noi ci aspettiamo che la giustizia arrivi a compimento del processo, non deve essere la politica a definire i processi. Rifuggo totalmente dal giustizialismo da bar e dal concetto di giustizia selettiva sentita in alcuni interventi per cui il terzo grado va bene per alcuni, ma per il Conto mazzini no.
Emanuele Santi, Rete
A inizio legislatura la giustizia versava in uno stato di emergenza, il tribunale aveva smesso di funzionare per il cortocircuito tra giudici e per le ingerenze continue tra politici e la giustizia e viceversa e per le vicinanze pericolose di alcuni giudici con certi poteri. E’ il quadro in cui ci siamo trovati due anni fa. Quanto messo in atto in questi anni ha ristabilito quanto meno un ordine per far ripartire la giustizia, in primis con l’arrivo del nuovo dirigente Canzio, poi con una serie di leggi, ad ultimo quella sull’ordinamento giudiziario e oggi siamo di fronte quella più importante che definisce tutta una serie di disposizioni per implementare garanzie ed efficienza del processo penale. Con questo provvedimento si colmano lacune evidenti in cui versava il nostro stato di diritto. La terza istanza che ha sollevato polemiche. L’ordinamento giudiziario di un paese penso necessiti di un terzo grado. Sull prescrizione chiedo un approfondimento e vorrei vederci chiaro, ma il terzo grado è un istituto che va fatto e non accetto che in questa sede si possa strumentalizzare una legge sempre mettendola in riferimento a casi specifici. In questi anni tutti le volte che l’Aula si è espressa sul Conto mazzini ha dato tanti elementi alla Difesa, proprio perchè il processo andasse in un certo modo. Una volta dati tutti gli strumenti utili alla magistratura– da leggi a risorse umane, in termini di giudici e uditori- non può esistere che ci siano ‘intoccabili’ andati in prescrizione. Le prescrizioni non sono più accettabili in uno stato di diritto. I questa fase gli strumeti al tribunale sono stati dati tutti, ora la palla passa al tribunale stesso.
Giuseppe Maria Morganti, Libera
Il dibattito è stato interessante e ha sicuramente fatto fare dei passi in avanti sulla questione giuridica. Stiamo leggendo una serie di norme che migliorano la procedura penale e danno alle difese più garanzie rispetto al passato. Noi sosteniamo questo, abbiamo focalizzato la relazione di minoranza su come tutto parta dalla legge Foschi sul giusto processo. Non sono d’accordo che siano solo norme tecniche, c’è molta politica e i principi della politica a garanzia dei cittadini. Tutto questo non esclude il fatto, lo ribadiamo, che non siamo contrari neppure al percorso avviato per la terza istanza. Fino a ieri era uno strumento meramente ‘amministrativo’, oggi si crea l’apertura di una nuova fase processuale, capace di modificare sia la sentenza di primo grado che di appello. E richiederebbe una procedura consistente. Il comma 3 dell’articolo 7, diventato articolo 8, apre un nuovo scenario, la possibilità di rivedere in toto i processi. E’ una grande opportunità che si offre al paese, una bellissima opportunità. Ma arriva oggi in maniera frettolosa: l’articolo 7, diventato articolo 8, è stato implementato da un emenamento in commissione, è risulta un articolo frettoloso. Si capisce nella sostanza come l’ introduzione questo importante elemento- su cui siamo d’accordo- non sia stata approfondita. Sembrerebbe quasi non sia stato nemmeno il gruppo tecnico a scrivere questo articolo. Tant’è, in Commissione è nata la necessità di capire come la terza istanza fosse attivata. Anche nel caso si introducesse un emendamento sulla precrizione, non entrerebbe in vigore per i procedimenti in corso. E anche questo aspetto denota una scarsa attezione sull’introduzione della terza istanza. Noi diversamente avremo voluto sostenere il pdl fino all’ultima virgola. Infine: era importantissimo l’emendamento di Rf relativo all’esame dei provvedimenti coercitivi affinchè potesse essere sottoposto a un giudice che non fosse l’inquirente. Purtroppo non è stato approvato, mi auguro anche questa opportunità possa essere inserita.
Alessandro Scarano, Pdcs
Questo progetto fa parte di un insieme di pdl portati avanti dalla segreteria di Stato alla Giustizia e dal governo in questi mesi. Lo ritengo assolutamente un ottimo risultato dal momento che è da anni che si ravvisava, e si ravvisa tuttora, la necessità di un intervento legislativo in questo senso, al fine di rendere più confacente il nostro codice di procedura penale alla realtà che viviamo e che è in continua ad evoluzione. E’ un primo passo organico, in attesa della revisione complessiva dell’intero codice di procedura penale. L’intero impianto nasce dall’attività del gruppo di lavoro istituito dal Congresso di Stato nell’ottobre 2020. Prima di portarlo in Aula vi è stato un approfondimento ampio, di lavoro e studio da parte degli operatori del settore, commissari di legge, avvocati e notai, rappresentanti della Segreteria di Stato. Il lavoro poi è giunto all’attenzione dell’Aula con il dibattito e in commissione. E’ doveroso sottolineare le innovazioni e l’introduzione di importanti istituti con il pdl che hanno come finalità quelle di ammodernizzare il nostro codice e ampliare tutele e garazie per tutti i cittadini. E’ un aspetto assolutamente prioritario che va nella direzione della certezza del diritto. In primis si introduce il termine di durata massima alla misure cautelari, un intervento significativo. Viene estesa in capo al commissario della legge l’applicabilità del decreto penale. Quindi la terza istanza che è una tutela in più data a tutti i cittadini che si trovino sotto processo, una tutela in più per tutti, nessuno eslcuso. Non è un principio corretto? Il progetto di legge disciplina in maniera chiara i casi specifici che possano usufrire di questo istituto, non è applicabile a tutti i proceidmenti. Non c’è nessun timing sospetto, finalmente si è portata avani una riforma che da anni doveva essere portata all’attenzione del Consiglio Grande e Generale.

Repliche

Massimo Andrea Ugolini, Sds per la Giustizia
Rimarco il fatto che tutte le forze poltiche convergono sulla necessità di intervenire sulla riforma del codice di procedura penale. Ma non possiamo fare l’errore di ragionare sui principi della giustizia delle norme di procedura e poi andarli ad associare a procedimenti specifici. Non è compito della politica che deve invece ragionare su come rendere più giusta ed efficiente la procedura penale e su come intervenire per migliorare un procedimento penale. A fronte dei dibattiti svolti in tema di giustizia, il gruppo di lavoro ha cercato di raccogliere le indicazioni sugli snodi presenti nel codice di procedura penale. E’ corretto l’approfondimento ma ci sono esigenze manifestate sempre più impellenti rispetto le criticità che il gruppo di lavoro ha cercato di risolvere. Sul metodo: se ne può parlare sempre di più, poi ci sono le sedi istituzionali in cui dibattere. Sulla terza istanza si dice che non si hanno tempistiche, ma con l’emendamento riportato si parla di 60 giorni di tempo per presentare l’istanza, 30 giorni per il deposito memorie e tre mesi dall’ultima udienza per decidere..si dice poi che non è il tempo giusto: smettiamola di ricondurre l’attività fatta sulla giustizia a casistiche personali e rispetto cui non spetta alla politica di giudicare. E occorre smettere di mettere pressione ai magistrati con il can-can mediatico.
Alessandro Mancini, Npr
Siamo al dibattito generale sull’ultimo provvedimento del pacchetto giustizia e mi permetto di rilevare che ancora una volta, quando il tema giustizia entro in Aula parlamentare, l’argomento prende una deriva politica che nulla ha a che fare con il rispetto dell’autonomia dei poteri dello Stato. Sono passati due governi e resta elemento di scontro. La nomina del presidente Canzio è stata un punto di svolta che ha permesso di innescare il processo di riforma nel settore che prima era impossibile, perché la giustizia è interpretata qua dentro come scontro di parte e strumento di rivendicazione politica. Più che in un Aula parlamentare sembra di essere in un aula del tribunale. Andrea Zafferani, Rf
Noi pensiamo decisamente ‘male’, ovvero che questo provvedemento arrivi proprio per fermare procedimenti in corso. Ma è irrilevante. Dal nostro punto di vista, se vogliamo fare una cosa giusta, dobbiamo dire: c’è un terzo grado di giudizio, si fa un ulteriore vaglio in certe circostanze, che le persone abbiano garanzie in più ci sta, ma si deve arrivare alle sentenze. E i gradi di giudizio introdotti non devono essere un modo per non arrivarci. Presenterei un emendamento con cui ci potreste smentire rispetto al nostro pensar male, prevedendo la sospensione della prescrizione, dal deposito della sentenza di appello fino al giudizio di terza istanza. In termini generali e astratti lo propongo, per fare in modo si arrivi alle sentenze e non si arrivi invece alla prescrizione.
Vladimiro Selva, Libera
Ci saranno sempre procedimenti in corso, ogni qualvolta si voglia introdurre una innovazione. Per noi resta comunque una coincidenza sospetta. Come ha detto Zafferani, se non c’è volontà di formare il procedimento, firmiamo tutti questo emendamento che proponiamo. E’ una norma ragionevole perchè i nostri tempi di prescrizione sono brevi rispetto quelli in Italia e l’idea di andare ad aggiungere un pezzo del procedimento senza allungarli non è corretta. E noi vogliamo togliere questo dubbio e credo lo vogliano anche i consiglieri di maggioranza.
Nicola Renzi, Rf
Il dibattito è stato molto deludente, non ci sono state tante risposte agli interrogativi posti. Bene la risposta di Scarano: non importa se il principio, che per lui vale su tutto, impatta sui processi in corso. Almeno lo ha detto. il Movimento Rete che sulle battaglie di giustizialimo ha fondato la sua realtà, mi deve spiegare ontologicamnte come siete passati dalle ‘arance’ e dal giorno di festa nazionale per l’arresto di Gatti all’introduzione del terzo grado di giudizio e forse, alla prescrizione. Giovanni Maria Zonzini, Rete
La sentenza ‘Conto Mazzini’ in primo grado è arrivata il 29 giugno 2007. Da allora sono passati 5 anni. La pendenza all’appello ha impiegato tutto il tempo dell’istruttoria e per arrivare al primo grado. Dovrebbe farci riflettere, è un processo delicato e questo ritardo e procrastinare continuo della sentenza di appello mi fa pensare che viene visto come una ‘patata bollente’ che qualche magistrato è restio a sbucciare. Nonostante ciò, non penso sia compito della politica sbucciarla. Non vedo di cattivo occhio, anzi penso sia una proposta ragionevole quella fatta da Zafferani. Invito Segretario e maggioranza a prenderla in considerazione, a valutare una diversa sospensione della prescrizione nella fase successiva alla sentenza di appello, qualora si sia presentato ricorso per il terzo grado. Mi auguro si trovi una soluzione tecnicamente sostenibile per ottenere un risultato e permettere che il terzo grado non vada ad allungare i tempi, determinando potenzialmente numerose prescrizioni, non solo per il Conto mazzini.
Luca Boschi, Libera
A noi dell’opposizione sembra un provvedimento ad hoc per il secondo grado di giudizio del processo Conto mazzini. Si darebbe la possibilità agli imputati, se condannati, di appellarsi una terza volta. La maggioranza si è dimenticata di inserire un provvedimento che interrompa la prescrizione, voi ci dite è un principio assoluto. Ora è arrivata la proposta di Zafferani per interrompere la prescrizione all’indomani della sentenza di secondo grado. A me sembra un intevento di buon senso. Ora sta ai banchi della maggioranza farci sapere se è così e, in caso contrario, perché ancora una volta si dovrebbe andare ad agevolare qualche indagato, quando fino ad oggi questa possibilità a San Marino non c’è mai stata.
Gerardo Giovagnoli, Npr
L’ondata di indignazione si concentra su questo fatto della prescrizione a comando. Sono d’accordo con la proposta di emendamento, se però il principio è giusto. Il provvedimento va al di là di un caso specifico e anche la portata dell’emendamento non può essere fatta per un solo processo.
Paolo Rondelli, Rete
La tematica va applicata con rigore e uniformità per tipologia delle pene e rango dei reati. Se il concetto di fondo può essere giusto, bisogna che ci fermiamo un attimo e riflettiamo sull’ applicazione seria e sul termine perentorio di validità per non incorrere in una “efficaciam ad personam”, e legata al processo A, piuttosto che al processo B. La giustizia è sempee uguale per tutti.
Matteo Ciacci, Libera
Noi abbiamo evidenziato il rischio di prescrizione dei processi in corso, sarebbe una sconfitta per la giustizia, abbiamo chiesto la sospensione nel timing di prescrizione e se questo assunto venisse recepito dalla maggioranza, verrebbero meno le perplessità da noi espresse. Penso sia corretto che stiamo facendo di tutto per applicare leggi astratte e garantiste. I giustizialisti non sono quelli che chiedono che la giustizia faccia il suo corso, ma chi portava le arance…Una replica a Matteo Rossi, ossessionato da Libera: Se avessimo profetizzato una legislatura così tanto incentrata sulla giustizia, la profezia si sarebbe assolutamente realizzata. Noi avevamo profetizzato il ritorno di Pierfelici e il suo peso nella formazione di questo governo. Invito piuttosto il consigliere Rossi a fare una valutazione sulla sua forza politica.
Maria Luisa Berti, Npr
La proposta può essere condivisibile, se lo spauracchio è sempre quello che ci possa essere un uso di questa norma in modo che abbia certi effetti sui procedimenti in corso. Una soluzione può essere la sospensione della prescrizione per il giudizio di terza istanza. Però bisogna fare in modo che sia tutelato il principio della speditezza dei procedimenti, quindi è comuque utile inserire un termine di terza istanza per evitare che dopo il suo deposito resti nel cassetto. Siamo disposti quindi anche ad andare oltre: introdurre la sopensione, ma anche prevedere che il giudizio della terza istanza abbia un termine chiaro. Siamo disponibili a un ragionamento per trovare un testo condiviso dall’Aula. Se no, ci sottoporremmo a un vulnus per fare in modo che il giudizio non termini mai.
Gaetano Troina, Dml
Come gruppo condividiamo la proposta appena dettagliata dal consigliere Berti sull’opportunità e sulla necessità di intervenire prevedendo la sospensione del termine di prescrizione del reato con l’indicazione però generale, tenuto conto delle novità procedurali che fino oggi non esistevano. E condividiamo anche la necessià di prevedere un termine entro quale il giudizio di terza istanza debba concludersi. Assolutamente da parte nostra piena disponbilità.
Massimo Andrea Ugolini, Sds Giustizia
Condivido l’impostazione data dal consigliere Berti, se c’è la necessità di manifestare la volontà di produrre un terzo grado ‘scevro’ da particolarismi, possiamo discuterne nel corso dell’esame dell’articolato. Se vogliamo rafforzare termini, che comunque ci sono già, non vedo problemi da parte del governo.

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