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ROMA – “In Polonia la gente è rimasta scioccata per l’aggressione russa all’Ucraina. Con amici e colleghi sapevamo che la guerra era una possibilità ma nessuno si aspettava che sarebbe avvenuta così rapidamente e su così vasta scala. Ieri era giovedì grasso, cioè un giorno di festa in cui tradizionalmente in Polonia si mangiano ciambelle e dolci, quindi il contrasto con quello che stava accadendo è stato ancora più surreale”. Patryk Strzalkowski è un giornalista di Gazeta.pl e all’agenzia Dire racconta da Varsavia impressioni e sentimenti che i polacchi stanno provando all’indomani dell’offensiva russa in Ucraina.
Ieri sera in centinaia sono scesi in strada nella capitale con bandiere giallo-azzurre e cartelli con cui invocare la pace nel Paese vicino, diretti verso la sede dell’ambasciata della Federazione russa. “E’ stato molto toccante” continua il cronista, che ieri era tra i manifestanti. “C’erano molti ucraini, che sotto alle finestre dell’ambasciata hanno intonato l’inno nazionale, alcuni con le lacrime agli occhi. Altri hanno scandito slogan come ‘Putin terrorista, arrestatelo'”.
Tra la popolazione, continua Strzalkowski, “c’è ansia, paura e orrore per quello che sta accadendo a pochi chilometri dal nostro Paese. Molti sono stati in Ucraina o hanno amici sia laggiù che qui – la comunità in Polonia conta un milione di abitanti – e tanti si stanno mobilitando per aiutare familiari e conoscenti a lasciare il Paese. La Polonia ha accolto già 30mila profughi, e si è formata una rete di ong e cittadini per raccogliere e distribuire aiuti. Qui, ‘how to help Ukraine’ risulta tra le principali ricerche di Google”.
Il giornalista continua: “Tra le persone però crescono anche paura e ansia per un possibile attacco russo alla Polonia. Essendo Stato membro dell’Ue e della Nato, non dovrebbe accadere nell’immediato ma c’è chi la ritiene una possibilità concreta, come dimostra il fatto che ieri lunghe file si sono formate ai distributori di benzina e fuori dalle banche”.
Da qui, anche una certa rabbia contro “l’inadeguatezza delle azioni dell’Occidente contro Mosca”, come riferisce ancora Strzalkowski: “C’è chi si aspetta che i governi chiudano le sedi diplomatiche ed espellano gli ambasciatori russi, oppure blocchino l’importazione di prodotti dalla Russia, ma questo sarebbe molto complesso soprattutto con il petrolio”.
In particolare, il reporter riferisce che da più parti sta crescendo il disappunto per la decisione di alcuni Paesi europei tra cui Italia e Germania di non inserire tra le sanzioni l’esclusione della Russia dal sistema Swift (l’Associazione per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali), un’iniziativa chiesta con forza anche dalle repubbliche baltiche e a cui ha aderito il governo polacco. Non potendo più ricevere o inviare denaro, “l’interruzione del sistema Swift sarebbe una grave sanzione che complicherebbe il funzionamento del settore finanziario russo e il commercio nel settore delle risorse energetiche”, ha detto alla stampa polacca Piotr Bujak, economista di Bank Polski.
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