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Over 65 a scuola: in Emilia-Romagna sono 600 gli esclusi da AstraZeneca

Licia Petropulacos, direttore generale della Sanità regionale, parla di un folto gruppo di "esodati" ancora al lavoro, ma fuori dalla fascia di età a cui è riservato il vaccino di Oxford, attualmente utilizzato per immunizzare il personale scolastico

Pubblicato:25-02-2021 12:04
Ultimo aggiornamento:25-02-2021 12:04

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BOLOGNA – Nella scuola c’è una fascia di “esodati” che sono ancora al lavoro ma avendo più di 65 anni non possono essere vaccinati con AstraZeneca. In Emilia-Romagna si parla di circa 600 persone, secondo i calcoli della Flc-Cgil, e che allo stato dell’arte andranno in coda alle categorie più a rischio a cui vengono somministrate le dosi Pfizer o Moderna. A spiegarlo è Licia Petropulacos, direttore generale Sanità della Regione Emilia-Romagna, nel corso di un’iniziativa online sul piano vaccinale per il personale scolastico organizzata dal sindacato.

È proprio Petropulacos a coniare la definizione di “esodati della scuola” dal punto di vista del vaccino, ossia personale con “oltre 65 anni che, con le regole attuali, dovrebbero aspettare la disponibilità di Moderna o Pfizer” dopo che sono stati vaccinati tutti gli operatori sanitari, i grandi anziani e le persone affette da patologie gravi. Quindi, ammette Petropulacos, per queste persone la campagna vaccinale slitta “molto più avanti rispetto al resto del personale della scuola. La cosa non mi entusiasma- afferma la dirigente della Regione- fare delle differenze nello stesso ambiente di lavoro non è giusto. Però non abbiamo molto spazio. Se dovessimo avere una disponibilità maggiore di vaccini, andrà valutata la possibilità di chiudere con la popolazione scolastica. Va detto però che più sono i soggetti interessati dalla vaccinazione, più c’è una protezione indotta anche sugli altri colleghi”.

PETROPULACOS: “PER I SUPPLENTI SAREBBE OPPORTUNO UN ACCORDO TRA REGIONI”

Rimangono invece esclusi dalla campagna vaccinale dell’Emilia-Romagna, almeno per il momento, tutti quei supplenti che arrivano da fuori regione e che, avendo la residenza in altre parti d’Italia, non hanno neanche il medico di base in Emilia-Romagna e che quindi non possono prenotare il vaccino. Su questo, però, secondo Petropulacos “sarebbe opportuno un accordo tra la Regioni almeno per chi vive e lavora nelle zone di confine”. Per tutti gli altri supplenti fuorisede, invece, “il consiglio è di prendere il medico in regione”. Infine, aggiunge Petropulacos, anche per il personale non scolastico che però lavora dentro le scuole, “dovremo fare verifiche per capire come coinvolgerli il prima possibile”.


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