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Coronavirus, adesso la Lega vuol chiudere il Parlamento

L’editoriale di Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:25-02-2020 15:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:03

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«Bisogna chiudere il Parlamento, sospendere i lavori di Camera e Senato fino a quando non cessa l’emergenza coronavirus». È la richiesta venuta dai parlamentari della Lega perché molti di loro vivono nelle zone contagiate. Al momento sia il Senato che la Camera dei Deputati adotteranno misure di prevenzione: all’entrata verrà misurata la temperatura. Ma quello che va registrato, dopo le polemiche delle ultime ore, è la tregua che scatterà domani tra tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione. Stasera la Camera voterà la fiducia sulle intercettazioni, provvedimento contestato dalla Lega che ha messo in atto un forte ostruzionismo. Vista l’emergenza sanitaria, e soprattutto i contraccolpi che arriveranno sul versante economico, le forze politiche domani convergeranno sugli aiuti alle zone colpite dall’epidemia. Stasera è già stato convocato il Consiglio dei ministri che metterà a punto un decreto con tutte le misure necessarie. Decreto che verrà messo in discussione già domani con procedura d’urgenza e sul quale ci si aspetta unanimità. Per quanto riguarda il confronto sui temi politici, questi sono scomparsi. Si parla solo di coronavirus, ma anche su questo tema, dove si è visto il leader della Lega, Matteo Salvini, attaccare a più riprese il presidente del Consiglio, proprio Conte ha replicato duro, parlando di falla nel sistema sanitario lombardo, che la Lega da sempre considera primo al mondo. L’accenno a quanto accaduto negli ospedali regionali, che non hanno saputo per tempo riconoscere i contagiati, hanno scatenato le ire del Governatore della Lombardia e del suo assessore alla Sanità. Detto questo, tra i parlamentari di ogni schieramento c’è forte preoccupazione per quanto accadrà alla nostra già debole economia. Già i dati di crescita erano minimi, ora si teme che la botta virale ammazzi la piccola crescita prevista. A livello internazionale, infatti, l’Italia sta diventando il Paese infetto, e così fioccano disdette in ogni campo. Di qui l’appello alla responsabilità, a fare unità per la ripartenza in tempi brevi.

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