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Cardarelli e Niguarda lavorano alle linee guida su mass disaster e grandi ustioni

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Pubblicato:25-02-2019 13:31
Ultimo aggiornamento:25-02-2019 13:31

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ROMA – Siamo preparati a gestire una maxi emergenza in caso di incendio, esplosione o una grande catastrofe che genera un numero elevato di grandi ustionati? Cosa fare al momento dei soccorsi? Tutti i pazienti ustionati vanno trattati allo stesso modo e inviati insieme ai Centri ustioni? L’incendio della discoteca ‘Colectiv’ di Bucarest del 2015, l’eruzione del vulcano Fuego in Guatemala dell’anno scorso, l’incendio in Grecia a luglio del 2018 con 90 morti e 550 ustionati, solo per citare alcuni esempi, hanno posto in evidenza l’impreparazione nella gestione di eventi che coinvolgono un numero elevato di persone.

A queste domande, e soprattutto alla lacuna organizzativa nel caso di maxiemergenza e ustioni, cercano di dare risposta due grandi ospedali italiani, il Cardarelli di Napoli e il Niguarda di Milano che lavorano tutt’oggi, coordinati dalla Siust, a linee guida condivise.

Per capire meglio la portata del progetto l’agenzia Dire ha raccolto le voci dei protagonisti. Secondo il professor Roberto D’Alessio, direttore di Chirurgia e del Centro Ustioni dell’ospedale Cardarelli di Napoli, “laddove si dovesse verificare una situazione simile a quella successa a Bucarest non c’è una procedura unica ad oggi in Italia da attuare in caso di ustioni. Spesso ci capita di ricevere chiamate di ospedali periferici che ci dicono di avere pazienti con gravi livelli di ustione e poi arrivano nel nostro centro e non riportano ustioni così importanti. Si tende ad inviare pazienti senza uno studio a monte del caso. E’ chiaro che l’ustionato deve essere gestito da personale medico competente”. 


D’Alessio poi chiede un coordinamento a monte: “Un paziente carbonizzato al 90% senza chance di sopravvivenza se inviato al centro ustioni finisce solo per ‘ingolfare’ il Centro e rende impossibile salvare la vita ai pazienti che sembrano apparentemente riportare delle ustioni più esigue che per carenza di posti e personale vengono inviati a ospedali generici. A Viareggio successe questo, gli ustionati più gravi vennero inviati al Centro Ustioni di Pisa e gli altri considerati ‘meno gravi’ in altri nosocomi non specializzati decretandone così la morte. È necessario un coordinamento, che può essere fatto solo da chi ha competenza. Proprio per colmare questo gap che il Cardarelli e il Niguarda stanno lavorando insieme a linee guida per la gestioni di maxi emergenze e grandi ustioni. Fortunatamente questi sono eventi rari ma che quando accadono mettono in crisi il sistema”.

Marco Bosio, direttore generale dell’Asst Grande Ospedale metropolitano Niguarda di Milano, si dice “soddisfatto di avere intrapreso questo ambizioso progetto con i colleghi del Cardarelli di Napoli, il cui obiettivo finale è quello di elaborare una strategia di gestione delle maxi emergenze e dei pazienti ustionati sempre più efficace. Entrambi gli ospedali sono strutture di riferimento metropolitano per le urgenze e regionale per specifici settori come il trattamento delle grandi ustioni, la medicina iperbarica e il centro antiveleni. Il Niguarda in particolare è sede di un grande Centro Grandi Ustionati (unico centro di riferimento regionale per circa 10 milioni di abitanti lombardi) ed è quindi in prima linea nel caso di catastrofi interessanti anche pazienti con gravi ustioni”.

Armando De Angelis, direttore del Centro ustioni e chirurgia plastica ricostruttiva dell’ospedale Niguarda, ricorda che “nel caso di maxiemergenze con numero elevato di grandi ustionati non esistono ad oggi linee guida unificate e codificate da applicare nel momento dei soccorsi. C’è la necessità di attuare protocolli operativi specifici. In aiuto arriva anche il Nexobrid. I centri ustioni devono fare rete con gli altri ospedali. Insieme all’ospedale Cardarelli stiamo facendo qualcosa di nuovo che ad oggi non esiste nei Piani nazionali volti a colmare tale vuoto operativo e a salvare vite”.

Secondo Rosario Ranno, presidente della Società italiana ustioni (Siust) e direttore del Centro grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania, “in caso di grandi emergenze è la Protezione civile a dover esser preparata. È fondamentale, in questi casi più che mai, avere un team di soccorso preparato. È un tema così importante che quest’anno il convegno della Siust, che si terrà ad ottobre prossimo a Bari, è dedicato al tema della gestione dei mass disaster e ustioni”.

“Il nostro appello come Siust- prosegue Ranno- è rivolto tanto alla Protezione civile che alla Conferenza Stato-Regioni perché attraverso queste due vie passa l’organizzazione dei mass disaster e delle grandi ustioni. L’ultima grande novità degli ultimi 20 anni nella terapia delle ustioni arriva dalla farmaceutica con il Nexobrid. L’Italia è stato uno dei primi Paesi ad utilizzare il farmaco e a godere della rimborsabilità. La Siust è stata la società scientifica tra le prime a produrre linee guida per l’utilizzo della potente pomata e ad indagare sugli effetti a lungo termine del prodotto e relativamente al miglioramento sulla qualità della vita di questi pazienti”.

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