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ROMA – E’ finalmente arrivata la notte più attesa del mondo del cinema, quella della 91esima edizione degli Oscar. La cerimonia, priva quest’anno di un presentatore unico, si è aperta all’insegna del rock, con un medley da standing ovation dei Queen (We will rock you, We are the Champion) che si sono esibiti insieme ad Adam Lambert sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles. Ed è stato proprio il film sulla vita di Freddie Mercury a portare a casa più statuette, 4 per l’esattezza, tre in categorie tecniche e una, quella come miglior attore protagonista, andata a Rami Malek.
A primeggiare, come da programma, anche Green Book di Peter Farrelly (miglior film, miglior attore non protagonista e migliore sceneggiatura originale) e Roma di Alfonso Cuarón (miglior film straniero, migliore regia e miglior fotografia), che portano a casa entrambi 3 statuette tra le più ambite. Bene anche Black Panther che si aggiudica tre Oscar nelle categorie tecniche, mentre “La favorita”, candidato a 10 Oscar ne vince solo uno per la miglior attrice protagonista, Olivia Colman.
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Si è entrati subito nel vivo con l’assegnazione del premio alla migliore attrice non protagonista che è andato a Regina King, per il film Se la strada potesse parlare. ‘#OscarSoBlack’ potremmo dire vista la tematica e i protagonisti del film di Barry Jenkins, che nel 2017 ha trionfato con l’altrettanto nero ‘Moonlight’.
Ma non solo, si continua nel segno del black power con il premio per i migliori costumi assegnato a Black Panther, che porta a casa anche quello per le migliori scenografie. Per il miglior attore non protagonista l’Academy sceglie un altro talentuoso interprete dalla pelle scura, Mahershala Ali, alla sua seconda statuetta, meritatissima, dopo quella vinta per ‘Moonlight’, che gli permette di raggiungere il primato di unico attore di colore, insieme a Denzel Washington, ad aver vinto due Oscar.
E trionfa anche Spike Lee che è salito sul palco saltando letteralmente in braccio a Samuel L. Jackson. Il regista afroamericano che si è battuto per i diritti degli attori di colore, praticamente latitanti per 2 anni consecutivi nelle nomination degli Oscar, si è aggiudicato il premio per la miglior sceneggiatura non originale del film BlacKkKlansman. Toccante il suo discorso di ringraziamento, nel quale ha ripercorso la storia della sua famiglia: “Mia nonna si è diplomata anche se sua madre era una schiava, e ha risparmiato 50 anni della sua pensione per fare frequentare al suo primo nipote – che chiamava Spike-poo – il college e la scuola di cinema”, invitando tutti a riflettere “perché l’elezioni del 2020 sono vicine, facciamo la cosa giusta”.
Una cerimonia non solo black ma anche ‘latina’ grazie ad Alfonso Cuarón e il suo Roma che ha portato a casa le statuette per miglior film straniero, migliore regia e miglior fotografia.
Miglior attore è Rami Malek, protagonista di Bohemian Rhapsody che sul palco ha ringraziato i genitori con un discorso nel segno dell’integrazione, parlando delle sue origini egiziane. Malek ha poi rivolto lo sguardo verso la sua compagna Lucy Boynton seduta in platea, che nel film interpreta l’amore di Freddie Mercury Mary, dichiarando: “Sei stata il cuore di questo film e hai rapito il mio cuore”.
Miglior attrice femminile la regina Anna di “La favorita” Olivia Colman, che ha strappato la statuetta a Glenn Close, superquotata nella corsa a questo premio. L’attrice visivamente sorpresa ha chiesto scusa a Close e alle altre candidate mostrando enorme stima per il lavoro delle colleghe.
Il premio per la migliore canzone originale è andato, come da pronostici, a Lady Gaga e alla sua splendida “Shallow”: la cantante ha ricevuto la statuetta ringraziando tutti i collaboratori e invitato chi ha un sogno a lottare per realizzarlo, proprio come la protagonista interpretata da lei in “A star is born”.
https://www.youtube.com/watch?v=t8koY2ugqKM
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