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Carnevale, Coldiretti: 12mln kg di frappe e bugie, 1 su 3 le fa a casa

ROMA - "Non solo carri, sfilate e maschere, almeno 12 milioni di

Pubblicato:25-02-2017 11:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

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ROMA – “Non solo carri, sfilate e maschere, almeno 12 milioni di chili di dolci tipici di carnevale saranno consumati dagli italiani che riscoprono le tradizioni locali anche con il ritorno alla preparazione casalinga che coinvolge un italiano su tre per il week end piu’ pazzo dell’anno”. E’ quanto stima la Coldiretti in occasione dell’ultimo fine settimana prima del martedì grasso del Carnevale 2017 durante il quale i dolci della tradizione contadina e le antiche ricette sono protagonisti nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, con degustazioni ed esposizioni per svelare i segreti custoditi da generazioni ai tanti cittadini che amano il fai da te, a partire dal mercato che apre nella Capitale per il week end all’Aranciera di San Sisto in Via Valle delle Camene 11 nei pressi delle Terme di Caracalla a Roma. Un appuntamento all’insegna anche della solidarietà con la presenza dei produttori delle diverse regioni terremotate costretti a trasferirsi nella Capitale per il crollo del 90% delle vendite nei Paesi abbandonati ancora senza le nuove casette.

Secondo l’indagine condotta dal sito www.coldiretti.it, quasi un italiano su tre (31%) prepara i dolci di carnevale rigorosamente in casa mentre il 41% li acquista dal fornaio o dal pasticcere di fiducia mentre solo il 2% dichiara di acquistare prodotti commerciali già confezionati. Va segnalato peraltro che, anche per la crescente ’attenzione alla forma fisica e alla dieta, ben il 26% degli italiani si vede costretto privarsi delle golosità della festa.

Berlingozzi e cenci in Toscana, cicerchiata in Abruzzo, brugnolus e orillettas in Sardegna, galani in Veneto, sfrappole in Emilia Romagna, bugie in Liguria, chiacchiere in Basilicata, struffoli e sanguinaccio in Campania, crostoli in Friuli, frappe e castagnole nel Lazio, pignolata in bianco e nero in Sicilia e grostoi in Trentino, sono – sottolinea la Coldiretti – solo alcune delle specialità gastronomiche censite a livello regionale che gli italiani riscoprono nei giorni di carnevale.


E se sono numerose le panetterie e le pasticcerie che offrono la possibilità di acquisto non manca chi si dedica alla preparazione casalinga per risparmiare ma anche – sottolinea la Coldiretti – per il piacere di esprimere la propria creatività personale nella realizzazione di dolci da offrire in famiglia o a parenti ed amici. Partendo da ricette regionali che utilizzano soprattutto ingredienti semplici come farina, zucchero, burro, miele e uova è possibile fare una ottima figura spendendo meno di cinque euro al chilo facendo anche fronte ai consumi energetici per la cottura. Al contrario per l’acquisto al forno o in pasticceria si spendono dai 15 ai 30 euro al chilo, prezzi sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno.

La preparazione casalinga offre anche la possibilità di assicurarsi la qualità e la freschezza degli ingredienti, che fanno la differenza sul risultato finale, a partire dalle uova e dal miele che – continua la Coldiretti – possono essere acquistati anche nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove sono offerti a volte anche dolci della tradizione contadina che nulla hanno a che fare con i prodotti industriali low cost.

Non è solo per questo pero’ che i dolci casalinghi sono preferiti dai bambini che – precisa la Coldiretti – stanno riscoprendo l’orgoglio di mostrare a scuola o nelle feste private l’abilità in cucina delle proprie mamme. Il fatto che una porzione di 50 grammi di frappe contenga 235 chilocalorie significa che un consumo moderato non ha effetti drammatici sulla dieta e sulla salute anche perché la privazione in un momento di festa, soprattutto per i piu’ piccoli – sostiene la Coldiretti – puo’ avere effetti negativi sull’umore.

Il Carnevale – ricorda la Coldiretti – prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l’inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. I banchetti carnevaleschi – conclude la Coldiretti – sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale.

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