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BOLOGNA – Guerra alle keybox anche a Bologna. Il comitato Pensare Urbano, nato nel 2018 proprio per richiedere una regolamentazione delle piattaforme per affitti brevi turistici, sta distribuendo da ieri gli adesivi con su scritto “questa città non è un albergo”, da attaccare per protesta sulle keybox che molti proprietari utilizzano per la consegna degli chiavi agli ospiti. “Secondo i dati estrapolati dal sito Inside Airbnb, nel comune di Bologna si contano circa 4.800 annunci attivi sulla piattaforma, localizzati in maggioranza nel centro storico, ma in crescita anche fuori le mura”, fa sapere il comitato. “In città vediamo spuntare nuove keybox come funghi, alle volte anche utilizzando di fatto lo spazio pubblico per interessi di tipo privato”, contesta Fabio D’Alfonso, portavoce di Pensare Urbano.
“Ieri sera abbiamo distribuito gli adesivi ai cittadini stanchi degli aumenti dei prezzi degli affitti causati dalle piattaforme e delle trasformazioni dei propri condomini in alberghi. Il governo ha inserito solo misure palliative, che spesso non vengono rispettate dagli host, quando invece servirebbe una vera regolamentazione nazionale, come richiedono ormai anche le amministrazioni di molte città ad alta tensione abitativa”, sostiene D’Alfonso. Il comitato tornerà venerdì prossimo al Mercato Albani per distribuire nuovamente gli adesivi anti-keybox e sottoporrà ai cittadini un questionario per raccogliere dati su come la presenza di appartamenti di Airbnb nel proprio palazzo e nel proprio quartiere modifica radicalmente la vita di condominio e del quartiere.
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