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Crosetto illustra il suo ‘Sistema Difesa’: “Più coraggio e una nuova legge sull’investimento”

Il ministro della Difesa ha presentato alle Commissioni di Camera e Senato Esteri e Difesa le linee del suo dicastero

Pubblicato:25-01-2023 13:14
Ultimo aggiornamento:25-01-2023 16:30
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crosetto difesa
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ROMA – Prospettiva strategica, attenzione potenziamento e monitoraggio dell’addestramento, nonché nuovi sistemi per il ricambio generazionale. Il ‘Sistema Difesa’ come definito non ha solo un’accezione semantica, ma filosofica e traccia il percorso di un’organizzazione professionale più flessibile, ispirata al concetto Interforze e multidominio con un profilo tecnologico molto elevato. È la visione che stamane il ministro della Difesa Guido Crosetto ha presentato illustrando alle Commissioni riunite di Camera e Senato Esteri e Difesa le linee del suo dicastero.

“La mia Visione è quella di uno Strumento Militare sinergico nelle sue componenti, agile nelle decisioni, efficace nei possibili scenari di impiego, proiettabile in ruoli di leadership nel sistema di alleanze e coalizioni e credibile strumento di difesa e sicurezza”, ha esordito Crosetto. Del resto a cambiare è lo scenario politico e per questo il ministro ha parlato di: “un’azione militare che, attraverso nuovi domini, agisce molto più in profondità, alterando gli equilibri interni delle società occidentali fino a colpirne i principi fondanti. Pertanto- ha aggiunto in un altro passaggio del suo discorso- seppur abbia ancora senso inquadrare le sfide dal punto di vista dei confini geografici e territoriali – a cui deve corrispondere una capacità di effettiva dislocazione operativa degli assetti militari – è necessario agire anche in quelle sfere di influenza dove il limite tra conflitto e pace è molto labile. È proprio in queste sottili lacerazioni degli equilibri dello scontro tra attori geopolitici che si annidano degli archi secondari di crisi dove la capacità di sviluppo e impiego di nuove tecnologie”.

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CROSETTO: TRASFORMAZIONE STORICA

Dalle missioni di pace sulle quali la storia della Difesa si era assestata si è passati a un mondo nuovo. “Abbiamo costruito uno strumento politico-militare focalizzato principalmente alla conduzione di missioni internazionali di pace; quasi come se la difesa dello Stato, intesa quale difesa dei principi cardine della nostra Costituzione e degli interessi vitali della nostra Nazione, fosse una pagina ormai chiusa della nostra storia repubblicana. Invece, quello che stavamo e stiamo vivendo- ha affermato Crosetto- è una trasformazione storica, dove vecchie e nuove potenze stanno ridisegnando i propri spazi vitali, dove i centri di gravità della geopolitica mondiale sono in continuo movimento e dove gli effetti distruttivi delle nuove conflittualità colpiscono le parti più inermi delle popolazioni. Direi che questo presente sembra un ritorno in chiave tecnologicamente evoluta agli orrori dei conflitti mondiali del secolo scorso”.

CROSETTO: SERVE LEGGE TRIENNALE SULL’INVESTIMENTO

Crosetto ha presentato la sfida del futuro per lo Strumento militare: “Siamo nel pieno di una nuova rivoluzione dettata dal tentativo di più potenze di raggiungere la supremazia nello sviluppo delle nuove tecnologie. La capacità autonoma di costruire sistemi a controllo remoto unitamente ai sistemi di difesa anti-droni, la possibilità di dotarsi di una propria capacità cyber (sia offensiva che difensiva), il mantenimento di un sistema industriale aerospaziale in grado di garantire la possibilità di esprimere capacità militari in una frontiera così avanzata, lo sviluppo di sistemi e operazioni militari basati sull’impiego estensivo dell’Intelligenza Artificiale e delle nuove frontiere di calcolo, rappresentano solo alcuni degli elementi imprescindibili atti a garantire l’efficacia d’impiego delle Forze Armate”. L’imponenza di investimenti in questo settore richiedono “certezza e stabilità finanziaria”, ha sottolineato il ministro. “Il passo più importante è quello di definire un nuovo modello di finanziamento del settore Investimento della Difesa, basato su una legge triennale sull’investimento- ha specificato- e che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a 3 provvedimenti successivi, con profondità a 17 anni. Tale intervento consentirebbe di supportare efficacemente la posizione nazionale ai tavoli internazionali dei vari programmi cooperativi, con positive ricadute sulle scelte di investimento ed occupazionali”, ha aggiunto.

DIFESA. CROSETTO: SERVE NUOVA POSTURA NELLE OPERAZIONI INTERNAZIONALI

Credibilità, “adozione di un postura più matura nei confronti delle operazioni militari“, “maggiore cultura della Difesa”. Queste parole sono state il filo rosso della presentazione di stamane. “L’impiego dei nostri contingenti all’estero è spesso subordinato ad un trasferimento di autorità verso un comando designato che impiega i nostri militari e assetti secondo direttive ed obiettivi elaborati dal Comando multinazionale delle operazioni. La capacità di comando e controllo nazionale- ha spiegato- è spesso limitata al solo rischieramento e sostentamento logistico delle Forze, con un minimo coinvolgimento nei processi di pianificazione delle operazioni. Scorgo dei segnali incoraggianti- ha dichiarato il ministro- come il comando della NATO Training Mission in Iraq oppure la storica guida della missione in Libano e in Kosovo. Ma occorre più coraggio”.

Crosetto ha parlato di “avviare un processo di revisione della postura con cui vengono generati i contributi nazionali alle operazioni internazionali, per arrivare a proiettare non più solo elementi di forza da asservire agli obiettivi elaborati da altri, ma moduli operativi, da integrare nel tessuto delle operazioni multinazionali, completi di capacità di pianificazione, esecuzione e gestione a 360° delle operazioni militari, inclusa la definizione e verifica degli obiettivi e degli effetti generati”. Una revisione profonda che “può essere fatto solo a valle di una revisione della procedura di costruzione della Delibera Missioni. Questo vuol dire: possibili durate temporali che vanno ben oltre l’orizzonte annuale, o personale con orientamenti d’impiego per aree geografiche, da poter schierare, al manifestarsi di specifiche esigenze, quali Ufficiali di Collegamento“, ha aggiunto.

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