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Perquisizione nella casa di Messina Denaro, trovati gli storici Ray-Ban

Scoperto anche il libro 'Facce da mafiosi'. Andrea Bonafede non risponde al Gip

Pubblicato:25-01-2023 10:44
Ultimo aggiornamento:26-01-2023 17:54
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messina denaro Ray-Ban
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PALERMO – Una bottiglia di champagne, il libro ‘Facce di mafiosi’ dell’artista Flavia Mantovan e i noti occhiali da sole Ray-Ban che hanno reso famoso il boss Matteo Messina Denaro nelle vecchie foto in mano agli investigatori. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Ros nel corso della perquisizione effettuata nella casa di famiglia dei Messina Denaro, a Castelvetrano, l’ultima residenza ufficiale del capomafia arrestato il 16 gennaio dopo trent’anni di latitanza. I militari hanno trovato anche una foto del giovane Messina Denaro, già nota, accanto a quella del padre, don Ciccio, morto nel 1998.

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BONAFEDE NON RISPONDE AL GIUDICE

Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara arrestato con l’accusa di essere uno dei fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, non risponde al gip. Bonafede, nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel carcere Pagliarelli di Palermo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. A lui appartengono la carta d’identità e la tessera sanitaria utilizzate dal capomafia per accedere alle cure sanitarie, così come il covo di via CB31 nella cittadina in provincia di Trapani, dove il boss ha vissuto gli ultimi mesi di latitanza. All’anziana madre di Bonafede, invece, appartiene la Giulietta nera trovata dalla polizia in una autorimessa di Campobello.

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CARABINIERI: “IL PRIMO COVO È IL PIÙ SIGNIFICATIVO”

Il covo di Matteo Messina Denaro in via CB31 a Campobello di Mazara, recentemente rinominato dal Comune come vicolo San Vito, è il più significativo dal punto di vista delle indagini? “Sicuramente sì”. Così il colonnello Fabio Bottino, comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, rispondendo alle domande dei cronisti presenti davanti al primo covo del capomafia scoperto dal Ros nelle ore successive alla cattura del superlatitante. “All’interno del covo è stato trovato materiale di interesse investigativo“, ha aggiunto l’ufficiale dell’Arma, che però rispetto agli indumenti da donna che sarebbero stati trovati all’interno dell’immobile precisa: “Non ho riscontro”.

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Ai cronisti che gli chiedevano dell’andamento delle indagini, Bottino ha spiegato: “Non verrà lasciato nulla al caso. Stiamo cercando di ricostruire il passato del latitante e contiamo di arrivare il più lontano possibile per ricostruire i suoi spostamenti, le sue relazioni e chi lo ha protetto. Si tratta di un lavoro complesso, ci vorrà molto tempo”.

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