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A Reggio Emilia hanno un’idea per riaprire bar ristoranti

Il sindaco di Casalgrande, nel reggiano, si è inventato un protocollo per consentire l'attività dei ristoratori: "Un'attività di controllo svolta a intervalli regolari da Forze dell'ordine e dai volontari delle associazioni"

Pubblicato:25-01-2021 19:11
Ultimo aggiornamento:25-01-2021 19:11

giuseppe daviddi
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REGGIO EMILIA – Una proposta “operativa” per consentire la riapertura di bar e ristoranti, messi in ginocchio da mesi di chiusure e limitazioni varate per arginare il covid. Arriva da Casalgrande, Comune del distretto ceramico in provincia di Reggio Emilia, dove il sindaco Giuseppe Daviddi si è inventato un protocollo, condiviso con le locali associazioni del commercio (Cna, Confesercenti e Confcommercio), ritenuto un valido punto di incontro tra prevenzione e diritto alla libera attività economica, “atto più che mai urgente atto a consentire la sopravvivenza del tessuto locale imprenditoriale di questo settore allo stremo”. Il punto centrale del documento riguarda la necessità di “assicurare un’efficace attività di controllo presso i bar e i ristoranti del territorio, contribuendo ad evitare il formarsi degli assembramenti”, neutralizzando i quali, spiega Daviddi, “riteniamo che l’attività degli esercizi pubblici possa essere svolta in sicurezza all’interno dei locali almeno fino alle 18, per poi concludersi con l’asporto”.

Il Comune è pronto a farsi parte attiva nell’attuazione del protocollo perché, nello specifico, “l’apertura potrà avvenire solo sotto un’attività di controllo svolta a intervalli regolari da Forze dell’ordine e dai volontari delle associazioni che da sempre coadiuvano la nostra azione amministrativa”, a vigilare sul fatto che anche fuori dai locali il distanziamento sia rispettato. Il provvedimento, secondo Daviddi, aiuterebbe così non solo bar e ristoranti, ma anche “artigiani, autotrasportatori, agenti di commercio che sono fortemente penalizzati da queste chiusure, non avendo a disposizione alcun punto di appoggio dove trovare ristoro”.

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Il sindaco ne è convinto: “È possibile riaprire se al rispetto rigoroso dei protocolli anti-covid si unisce una continua attività di controllo, in accordo con gli imprenditori del settore. Su questa base abbiamo deciso di portare avanti questa proposta progettuale che permetta di salvare il patrimonio di relazioni economiche ed umane rappresentato dal tessuto commerciale locale e chiediamo la revisione delle regole imposte ai pubblici esercizi con gli ultimi Dpcm, per garantire un’apertura anche in forma limitata, rispettosa della salvaguardia della salute e delle necessità degli imprenditori e dei lavoratori del settore”.

Insomma, conclude Daviddi, “non possiamo accettare che la crisi di un intero settore venga annoverata semplicemente tra i tanti danni collaterali di questa pandemia”. La proposta -che sui social ha riscosso l’apprezzamento di diversi cittadini– è stata inoltrata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, a quello della Regione Stefano Bonaccini, a Provincia, Prefetto e Questore di Reggio, e al presidente dell’Anci dell’Emilia-Romagna Andra Gnassi. Quello di Casalgrande è il secondo sindaco della regione (dopo Patrizia Barbieri di Piacenza) a scrivere a Conte per perorare la causa dei pubblici esercizi, invocando un allentamento delle restrizioni cui sono sottoposti.

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