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Condividere il giardino contro lo stress: a Firenze arriva l’app

Il progetto vincitore del concorso 'Un-locking cities', lanciato a settembre dal dipartimento di architettura dell'Università con il patrocinio del Comune, consiste in un'applicazione che mette a disposizione gli spazi verdi privati per contrastare gli effetti psicologici della 'reclusione' forzata dalla pandemia

Pubblicato:25-01-2021 13:32
Ultimo aggiornamento:25-01-2021 13:32
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girdino di ninfa
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FIRENZE – Con il lockdown e le restrizioni i giardini privati sono diventati un bene prezioso. Una boccata d’ossigeno da condividere con chi non ha questa possibilità, almeno secondo il progetto vincitore del concorso ‘Un-locking cities’ lanciato a settembre scorso dal dipartimento di architettura dell’Università di Firenze, con il patrocinio del Comune. Il tutto organizzato da un’app studiata per mettere a disposizione questi spazi e contrastare gli effetti psicologici negativi legati alla mancanza di verde, “promuovere gesti di solidarietà e rapporti di buon vicinato, limitare il sovraffollamento di parchi e giardini pubblici”, ma anche dare la possibilità “di incrementare la qualità delle proprie aree verdi”, attraverso “un sistema di incentivi e buoni sconto”, a coloro che ospiterebbero.

Al concorso, rivolto a studenti e neolaureati di architettura, sono arrivate 82 proposte per 183 partecipanti sia dall’Italia che dall’estero (Spagna, Germania, Albania, Francia, Romania, Argentina, Marocco, Perù, Cina). E 12 sono stati i progetti selezionati dalla giuria, con un vincitore e cinque menzioni speciali.

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Così oltre ai giardini condivisi, è stato proposto il recupero di spazi urbani abbandonati da restituire alla collettività; la valorizzazione delle terrazze condominiali per le loro potenzialità sociali progettandole come spazi condivisi; la creazione di un parco urbano del ‘terzo paesaggio’ lungo il viadotto Marco Polo; la rigenerazione dell’ex Caserma Perotti con nuove funzioni integrate; il modulo di un giardino condominiale componibile e adattabile con percorsi, arredi e sistema di recupero delle acque.

Con questa opportunità gli studenti hanno disegnato un modello di città “orientato alla sostenibilità, che possa consentire ai nostri spazi urbani pubblici e privati di rispondere in modo più efficace ai nuovi bisogni e scenari di un mondo così fragile”, sottolinea l’assessore all’Urbanistica e all’Ambiente Cecilia Del Re. Si tratta, aggiunge l’assessore a Lavori pubblici, Università e ricerca, Elisabetta Meucci, di “un’iniziativa che rappresenta una speranza di futuro”, che ha fatto emergere “una nuovissima leva di professionisti che dimostra di essere perfettamente in grado di interpretare le esigenze del nostro tempo”.

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