
ROMA – Non c’è molta voglia di parlare al liceo Russell di Roma. Dopo l’episodio di ieri con la studentessa di 15 anni finita all’ospedale San Giovanni in codice rosso per aver bevuto troppa vodka, la preside ha sospeso la cogestione, concordata con i ragazzi, e convocato un’assemblea per “confrontarsi sull’accaduto”.
Gli studenti e i docenti entrano ed escono con fare quasi furtivo e la maggior parte non vuole rilasciare dichiarazioni sull’accaduto. Due signore si soffermano davanti all’edificio, una di loro scuote la testa: “Io insegnavo qui, è incredibile come cambiano le cose. All’epoca era impensabile quello che è accaduto a questa ragazzina”.
Da quanto si apprende, la 15enne non è in pericolo di vita e starebbe già meglio, ma lo sconcerto nell’istituto di via Tuscolana è ancora tanto, soprattutto da parte dei genitori: “Sono molto preoccupata- ha detto una mamma davanti ai cancelli della scuola- mio figlio è al primo anno di liceo e l’impatto non è certo dei più brillanti. I ragazzi vengono a scuola per studiare, non per combattere contro i bulli o altre situazioni come questa. Vedremo di seguirli il più possibile”. E la stigmatizzazione dell’accaduto sembra essere unanime, non solo da parte degli adulti ma anche degli stessi studenti: “Una cosa del genere- ha spiegato una di loro all’agenzia Dire- nella nostra scuola non era mai successa, forse in altri istituti, ma non qui. Se la ragazza avesse bevuto senza arrivare a questo livello sarebbe stato comunque sbagliato, ma sarebbe passata più inosservata ma così è stata una cosa molto grave”.
L’interrogativo non può che spostarsi anche sulla piega che stanno prendendo negli ultimi anni le mobilitazioni studentesche negli istituti, come racconta un altro ex studente del Russel: “Fino a pochi anni fa durante le occupazioni o le autogestioni si parlava di politica, ci si confrontava. Oggi sono un pretesto per fare altro”.
Questa, aggiunge ancora il ragazzo, “è una bella scuola, una realtà splendida. Una scuola di sinistra in un quartiere di destra. Nonostante questo ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero e le proprie idee sia con i docenti che tra i ragazzi”.
Tuttavia, “la gestione negli ultimi anni lascia a desiderare e quanto è accaduto ne è una dimostrazione. Qui se ti ‘beccano’ a fumare una sigaretta ti fanno una multa ma in molti si fumano le canne e nessuno dice niente“.

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