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Università. Panariti: “Friuli Venezia Giulia deve essere ambizioso”

UDINE - "Ci collochiamo a livello europeo per quanto riguarda l'innovazione nel gruppo

Pubblicato:25-01-2016 16:15
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:50

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UDINE – “Ci collochiamo a livello europeo per quanto riguarda l’innovazione nel gruppo dei followers, insieme a Emilia Romagna e Piemonte: penso che l’obiettivo sia entrare nello spazio dei leaders. Dobbiamo porci obiettivi importanti, non possiamo accontentarci. Dire dove vogliamo arrivare e, possibilmente, anche in quanto tempo. Penso che possiamo riprendere a essere ambiziosi“. Lo ha affermato l’assessore regionale alla Ricerca e Università Loredana Panariti, a conclusione del suo intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione del trentottesimo anno accademico dell’Università di Udine, alla quale ha partecipato assieme al vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello.

Mostrando il suo apprezzamento per “la spinta positiva” delle dichiarazioni del rettore dell’Ateneo friulano Alberto De Toni che in questi giorni aveva “richiamato a puntare in alto, a mantenere buoni livelli e a lavorare per migliorarli”, Panariti ha sottolineato che “il tema della riduzione progressiva dei finanziamenti nazionali non è naturalmente banale, ma condivido che insieme alle risorse e alle persone, che sono assolutamente necessarie, si deve accompagnare una visione strategica, un progetto, una tensione al cambiamento. Una visione strategica che nel rispetto, evidentemente, dell’autonomia dei singoli atenei, io immagino condivisa in regione, una visione strategica del sistema universitario regionale”, ha detto Panariti.

Su questo punto Panariti ha ricordato che la Regione “sta facendo la sua parte”.


“Con la legge di stabilità 2016 – ha ricordato l’assessora – partiamo con quasi un milione in più per il sistema universitario regionale, sono stabili i fondi per il diritto allo studio, sono disponibili 6,3 milioni di euro, di cui 2,8 assegnati a Udine, per assegni di ricerca e dottorati. A queste risorse si aggiungono 900 mila euro a favore dei laureati socio-umanistici per assegni e stage e nel corso del 2015 siamo intervenuti con 1,2 milioni per il sostegno all’internazionalizzazione. Sono stati infine quattro i milioni di euro che abbiamo assegnato alle università con ‘Garanzia giovani'”, ha evidenziato Panariti, ricordando che a breve sarà firmato con i ministeri dell’Università e degli Affari esteri l’accordo per la valorizzazione del sistema della ricerca e dell’innovazione del Friuli Venezia Giulia.

Da parte sua, nel suo discorso, il rettore aveva inquadrato come “fondamentale” la collaborazione con la Regione FVG. “Nel corso del 2015 – ha ricordato De Toni – l’amministrazione regionale ha avviato un’azione di consultazione per la definizione della Strategia di Specializzazione Regionale, documento politico alla base della nuova programmazione europea per lo sviluppo regionale e la cooperazione territoriale. L’Ateneo, grazie ad un’attività di coordinamento interno, è stato presente ai tavoli di concertazione e ha potuto promuovere le proprie linee di ricerca per la definizione dei documenti di programmazione POR-FESR e dei vari programmi INTERREG di cooperazione territoriale”.

Panariti ha poi richiamato sulla necessità di “crescere in un progetto capace di confrontarsi con i cambiamenti del sapere, con i nuovi modi di apprendimento e di produzione di cultura da parte dei giovani, con i cambiamenti sociali e del mondo del lavoro, con l’obiettivo di trasformare i talenti in capacità e creare sinergie tra politiche della ricerca, dell’innovazione e del lavoro”.

E proprio sul concetto di lavoro, “come obiettivo dei progetti di vita degli studenti e delle studentesse“, si è soffermata l’assessore, con delega anche al Lavoro.

“Abbiamo attraversato una crisi di cui, in parte, siamo ancora prigionieri, che ha prodotto come uno dei risultati la svalutazione del lavoro, l’idea che si potesse far soldi con i soldi, che il capitalismo finanziario potesse produrre ricchezza senza pensare al lavoro, separandosi dal lavoro. Solo in parte siamo stati capaci di adeguarci alle reti lunghe della globalizzazione e a rafforzarci. Ora il tema di discussione riguarda la manifattura 4.0, che è quella in cui le competenze sono l’aspetto centrale“, ha osservato Panariti.

Il nuovo modello che si sta affacciando ha di interessante la capacità di comporre i diversi saperi e “di coniugare il sapere con il saper fare. Mani e testa assieme“. Quindi formazione, alta formazione e ricerca con le università “come pilastri fondamentali”, ha osservato Panariti, aggiungendo che “questo si traduce in una sfida a sviluppare traiettorie di apprendimento che consentano processi di costruzione della conoscenza e un’efficace cooperazione tra università e impresa”.

Infine, Panariti ha posto l’accento su un’altra questione definita come fondamentale. “Dovremmo investire di più nelle ragazze, nelle donne, per ridurre e, possibilmente, eliminare il divario di genere: proprio nel corso del 2016 conto di fare delle proposte alle università su questo. Del resto, nella nostra regione ci sono esperienze importanti e innovative che hanno l’obiettivo di combattere le discriminazioni e i pregiudizi e di fornire informazioni trasparenti”, ha affermato l’assessora, citando anche l’esperienza della Banca dati dei saperi femminili attivata proprio dall’ateneo friulano.

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