
ROMA – “In Italia sta per partire una banca dati del Dna. Qualche anno fa il nostro Pese ha aderito al trattato di Prüm, che ne ordinava l’istituzione nei paesi europei, ma noi siamo rimasti un po’ il fanalino di coda perche’ abbiamo avuto problemi col Garante della privacy. Tali problemi, pero’, nel corso degli anni sono stati risolti e oggi la polizia penitenziaria e’ stata incaricata di iniziare questo servizio”. Cosi’ Marina Baldi, biologa e genetista forense presso il Laboratorio ‘Genoma’ di Roma, intervistata dall’Agenzia Dire.
“Sono stati fatti concorsi e assunte persone- prosegue- quindi io credo che l’apertura della banca dati sia imminente. E questo sara’ molto importante, perche’ nei Paesi dove esiste i reati si sono risolti per il 300%: la capacita’ di delinquere, infatti, viene reiterata nelle persone e in questo modo- conclude Baldi- e’ piu’ facile arrivare alla risoluzione di un caso”.
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