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Al Maxxi si chiude l’era Melandri: “Ecco i miei 10 anni, lascio un gioiello”

Conti in ordine e mostre programmate. "Che le rose continuino a fiorire sul sentiero del museo"

Pubblicato:24-11-2022 17:40
Ultimo aggiornamento:24-11-2022 22:00

Giovanna Melandri lascia il Maxxi
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ROMA – Oltre 3,5 milioni di visitatori per un incasso totale di 16.326.165,62 euro in 12 anni. Era il 2010 quando il Maxxi, Museo delle arti del XXI secolo apriva i battenti. Due anni dopo a guidarlo arrivava Giovanna Melandri, ex ministra dem della Cultura che oggi lascia il Museo ad Alessandro Giuli, il giornalista nominato ieri sera presidente della Fondazione dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
Accolta da un lungo applauso, Melandri oggi ha ripercorso i suoi dieci anni alla testa del Museo di via Guido Reni. “Raccontiamo la storia del Maxxi, una storia bella, avventurosa, collettiva, complicata e illuminata“, ha detto ringraziando tutto il suo staff. A partire dal curatore Hou Hanru, che non ha trattenuto le lacrime. “Ci hai portato a guardare lontano con visione e coraggio”, ha detto Melandri, abbracciandolo. E poi il direttore Bartolomeo Pietromarchi, che “ha fatto fiorire quella meraviglia del Maxxi L’Aquila e ci ha portato nel metaverso”. E poi Margherita Guccione: “Solo lei conosce ogni centimetro di questo Museo. Dovrà essere il punto di riferimento strategico del Grande Maxxi”, ha ricordato la presidente.

Insieme a loro, un team di cui il nuovo presidente “si deve fidare” perché “è un’intelligenza collettiva costruita in questi dieci anni”. Tant’è, i risultati Melandri li ha illustrati con i numeri. Quando aprì il Maxxi poteva contare su una collezione di 235 opere d’arte, arrivate oggi a 678, con 185mila documenti d’archivio Arte in consultazione. Gli allestimenti tematici della collezione sono stati 16, oltre 250 invece le mostre, i focus dedicati agli artisti e i progetti speciali, oltre a 50 mostre in cento sedi internazionali, dalla Cina all’Argentina, dalla Francia al Libano.

Oggi e solo oggi mi tolgo il gusto di nominare alcune tra le mostre che ho amato più di tutte: Kentridge, Luigi Ghirri, Spalletti, Super studio, Letizia Battaglia, Gravity, Paolo Pellegrin, Zerocalcare e Salgado“, ha detto Melandri, ricordando che “quando sono arrivata non c’era una programmazione. In due mesi abbiamo organizzato la mostra su Kentridge. Adesso il Maxxi ha una programmazione a lungo termine, per cui tutto il 2023 è già impostato“.
E poi il raddoppio con il Maxxi L’Aquila a Palazzo Ardinghelli, l’apertura di Casa Balla, per cui la presidente ha chiesto a chi arriverà “di non chiuderla”, e il Grande Maxxi, il nuovo edificio sostenibile che ospiterà una serie di funzioni interconnesse, un progetto del futuro che “trae ispirazione dal New european Bauhaus. Mi auguro che la nuova governance possa realizzare qui uno dei nodi importanti del New european Bauhaus. Un nuovo modo di essere Museo, produttivo di soluzioni, un centro in cui diverse competenze possano sviluppare progetti di rigenerazione urbana al servizio del Paese”.
Il “gioiello” che Melandri lascia a Giuli, al quale la presidente ha più volte rivolto gli auguri, comprende anche l’appoggio rinnovato dei partner, tra cui Enel che “ha appena riconfermato la presenza nel board, e Bulgari che ha annunciato la volontà di continuare a sostenere il Bulgari Prize”. Il fundraising ha portato in via Guido Reni 16,5 milioni di euro, il Governo ha sostenuto il Museo durante la pandemia e “ora dovrà farlo per i costi dell’energia”.
Conti in ordine e mostre programmate, il Museo saluta così Giovanna Melandri. “Sono un po’ triste- ha detto lei- ma anche molto orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto insieme. Che le rose continuino a fiorire sul sentiero del Maxxi, viva il Maxxi”.


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