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Omicidi Prati, gli psichiatri: “Filmarsi attiva l’eccitazione e soddisfa il sadismo”

"Attenzione a chi cercherà di vedere video, rischio emulazione fortissimo"

Pubblicato:24-11-2022 16:39
Ultimo aggiornamento:24-11-2022 16:41

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ROMA – Le persone filmano per trattenere nella memoria ciò che accade nel momento in cui l’atto è compiuto, per consegnare alla memoria digitale il ricordo di quanto è successo. “A volte in alcuni giochi erotici le riprese non sono un aspetto di disturbo, ma la riproduzione della scena mentale in cui si introduce proprio un terzo elemento nella relazione. L’essere ripresi attiva quindi l’eccitamento, soddisfa il sadismo e anche quella parte inconscia che vuole essere fermata da qualcun’altro. Siamo nel campo del narcisismo patologico, della sociopatia e dell’erotizzazione della morte, dove la trasgressione non basta più e si arriva ad una perversione estrema. In questo caso il video rappresenta l’eccitamento sull’eccitamento, riguardarlo permette all’autore di eccitarsi ancora”. Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana, commenta così gli ultimi dettagli emersi dall’ordinanza con cui il gip ha motivato la detenzione in carcere di Giandavide De Pau, l’uomo arrestato dopo l’omicidio delle tre donne a Roma.

Nel cellulare ritrovato sulla scena del delitto sono stati rintracciati due video in cui si possono ripercorrere alcuni momenti della vicenda tra immagini e audio. “Moltissimi serial killer riferiscono che il loro piacere è determinato dal vedere il momento del trapasso provocato dalle loro stesse mani– conferma lo psichiatra Carlo Melodia, presidente dell’Associazione Viaggi Junghiani Analitici di Padova- C’è l’affermazione della propria illusoria onnipotenza nel togliere la vita a qualcuno, come sostituirsi a Dio, è un atto demoniaco. Immortalare questo momento rappresenta una delle tante forme di pervertimento del mondo dell’immagine diffusa a tutti i costi. Una perversione della comunicazione attraverso le immagini, ‘dell’io mi filmo mentre’ è l’apoteosi di questo tema”, aggiunge Melodia. Lucattini “intravede nel tentativo dell’uomo di filmarsi anche il bisogno di essere fermato, ma l’aspetto terribile della vicenda- tiene a sottolineare- è che le vittime non hanno fatto nulla per essere uccise. L’omicida ha preso un appuntamento e le ha scelte. Le vittime non potevano saperlo prima”. Invece, “da quanto sappiamo il killer potrebbe essere stato sotto l’effetto di sostanze- prosegue la psichiatra- e un eccitamento da sostanze psicostimolanti spesso provoca comportamenti disorganizzati, anche occasionali e non necessariamente abituali”.

Si può parlare di due fasi, secondo Lucattini, “la prima in cui l’eccitamento è impossibile senza il video, e poi una seconda in cui c’è il raptus e, lasciando solo l’audio, c’è forse il tentativo di nascondere agli occhi di altri e di se stesso quanto accade. Non siamo nella classica malattia mentale strutturata o organizzata– precisa Lucattini- perché in questo caso ci potrebbe essere il tentativo di nascondere agli occhi per ricordare con la mente. Oppure possiamo ipotizzare un errore, perché non pensare che abbia tentato di spegnere il cellulare senza riuscirci? I medici legali e gli psichiatri forensi ci diranno se c’è un piccolo schema in questo tipo di omicidio su base razziale, ma sono tante le dinamiche in gioco. Nell’ambito delle parafilie c’è il transgender, il ménage a trois e le riprese video, perché il voyerismo è una parafilia utilizzata per l’eccitazione”.


Le domande sono sempre le stesse: “Dietro questi delitti c’è una regia? Cosa c’è nella mente dell’assassino? Non è facile affrontare questi temi ex post- risponde la psichiatra- perché il killer andrebbe visto sotto l’effetto delle sostanze. Le persone hanno un certo tipo di comportamento se sono lucide e altri atteggiamenti se sono sotto l’effetto di sostanze. Non è da escludere, come accade in molte situazioni viste dalla psichiatria forense, che l’uso di sostanze sia finalizzato a commettere un crimine, ma assolve anche la coscienza essere sotto l’effetto di sostanze. È difficile visitare una persona quando ha assunto sostanze, proprio perché è complesso capire se i vuoti di memoria psicologici siano reali o invocati perché non si vuole ricordare, per assolvere se stessi”.

Purtroppo, la ripresa video della morte non è un fatto nuovo. “Non dimentichiamo che l’autoripresa della morte è stata già sperimentata in altre situazioni, come il fenomeno dei ragazzi che si filmano mentre sopraggiunge il treno, o i video di chi si riprende mentre si lancia con la tuta alare. Il fenomeno della morte in diretta, del sangue in diretta, è molto ricercato. Molte persone- continua Melodia- vedono alcuni sport con il desiderio più o meno latente che possa succedere una tragedia, e il killer di Roma l’ha attualizzata. Alla base c’è questo pervertimento: vedere tutto, entrare dappertutto. Attenzione a quanti cercheranno di vedere il video- conclude lo psichiatra- spero sarà segretato, ma il rischio di emulazione è fortissimo”.

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