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Uno stabilimento balneare in affitto e in tasca il reddito di cittadinanza: denunciato

Il 'furbetto' è un imprenditore di Comacchio: i 40.000 per l'affitto dello stabilimento se li faceva versare su una carta prepagata e li nascondeva al Fisco

Pubblicato:24-11-2021 14:43
Ultimo aggiornamento:24-11-2021 14:43

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BOLOGNA – Gestiva e affittava uno stabilimento balneare a Comacchio (Ferrara) incassando, tra 2018 e 2019, 40.000 euro. Ma quei soldi non sono mai transitati nella contabilità della sua azienda: rimanevano nelle sue tasche senza essere dichiarati. E intanto lui, imprenditore comacchiese, rappresentante legale dello stabilimento balneare, intascava pure il reddito di cittadinanza. Dunque, senza averne diritto. Ma la Guardia di finanza ha scoperto tutto nell’ambito di verifiche su ipotesi di riciclaggio, approfondendo segnalazioni di operazioni sospette su flussi di denaro confluiti sui conti correnti e carte di debito e credito riconducibili al titolare dello stabilimento. Ovvero, si è scoperto che aveva fatto transitare fra 2018 e 2019 nella propria carta prepagata 40.000 euro di incassi riscossi per aver concesso in affitto lo stabilimento ad altre imprese con regolari contratti. Ma anche che quei 40.000 euro “non sono mai transitati né nella contabilità dell’impresa -non c’è traccia di alcuna fattura- né tantomeno sui conti correnti della società, rimanendo di fatto nella disponibilità del suo socio, senza che siano stati mai dichiarati”, racconta oggi la Gdf.

ANCHE LA DICHIARAZIONE ISEE ERA FASULLA

“L’escamotage è stato adottato per sfuggire alle pretese del Fisco, già creditore di oltre 200.000 euro per imposte dovute e non versate dall’impresa nel corso degli anni”, aggiungono i finanzieri. Poi da un ulteriore controllo incrociato, il socio dello stabilimento è risultato anche percettore del reddito di cittadinanza, “che però non aveva diritto a riscuotere per aver occultato nella compilazione della dichiarazione sostitutiva unica, da presentare per il calcolo dell’Isee, la cifra di 25.000 euro, ovvero una significativa quota parte dei 40.000 percepiti in nero sulla propria carta prepagata”.

ORA L’INPS DOVRÀ RIPRENDERGLI I 1500 EURO A CUI NON AVEVA DIRITTI

Oltre alla denuncia per falso, la posizione dell’imprenditore è stata segnalata all’Inps per la revoca immediata del beneficio e il recupero di quanto finora illecitamente percepito: 1.500 euro corrisposti in tre tranche, nei mesi di agosto, settembre e ottobre di quest’anno.
Contestualmente al controllo fiscale, avviato nell’agosto scorso, i finanzieri hanno effettuato anche una verifica in materia di lavoro a carico della società che dal 2020 è tornata ad avere la gestione diretta dello stabilimento, riscontrando la presenza di due lavoratori, uno dei quali, un italiano, è risultato completamente in nero. All’azienda è stata quindi fatta anche una maxisanzione, mentre l’Ispettorato del lavoro di Ferrara ha immediatamente disposto la sospensione. L’azienda ha poi provveduto a sanare il rapporto di lavoro in nero, “versando quanto dovuto per dare continuità alla propria attività”.


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