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Tanti problemi e una sola certezza: tutti litigano con tutti

L'editoriale del direttore Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:24-11-2020 16:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:38

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ROMA – Per adesso tutta l’attenzione si sta spostando sulle festività di natale, se riusciremo a girare, a stare con più di 4-6 familiari anche spostandoci tra regioni, se potremo andare sulla neve a sciare. Discorsi che suonano strani in un momento in cui il virus continua a circolare in modo massiccio. Ma forse a qualcuno va bene così, perché l’attenzione si sposta altrove e non sui tanti problemi che le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, devono risolvere e sui quali invece stanno litigando alla grande.

Nel centrodestra è tramontata la proposta lancia dal leader della Lega, Matteo Salvini, di federare tutti i partiti. Respinta dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che non ci pensa proprio a prender ordini da Salvini, ed anche da Giorgia Meloni, che con i suoi Fratelli d’Italia sta galoppando alla grande e che ha tutto da guadagnare dal calo dei consensi della Lega.

Nel centrodestra, al momento, i diversi leader si annusano e non si fidano, soprattutto di Silvio Berlusconi che vuole, fortissimamente, collaborare con il Governo per portare ingenti risorse in direzione dei milioni di lavoratori autonomi, partite iva, professionisti ecc. e magari grazie a questi tornare al centro della politica che conta e decide.


Si litiga tra le forze di maggioranza di Governo, che ancora non trovano intesa su nulla, ultima lite sulle riforme da fare, e che agli occhi dei cittadini sembrano muoversi in ordine sparso. Nel Pd si sentono critiche al premier Giuseppe Conte, che per paura di far crollare tutta l’impalcatura di governo non muove una paglia, accumulando ritardi e non decidendo. Nel M5S ormai è congresso continuo, ancora si sta decidendo come riorganizzare il Movimento, chi ne dovrà assumere la guida, per andare dove e con chi. Una situazione che al momento sta producendo nuove fibrillazioni che non fanno ben sperare.

Sullo sfondo poi la ‘partita delle partite’, che fa tremare i polsi e su cui pochi parlano: chi gestira’ tutte le risorse che arriveranno dall’Europa? Il premier, di sfuggita, ha fatto capire che sarà Palazzo Chigi, con l’apporto di alcuni ministri, a gestire tutto quanto. Ma il Parlamento vuol dire la sua, ogni ministro ha l’elenco delle cose irrinunciabili, così come ogni forza politica che, neanche a dirlo, è sempre pronta ad aprire la crisi se gli altri non riconosceranno la loro fondamentale importanza.

Come diceva l’amico Stanislaw Jerzy Lec “quando non tira vento anche il galletto in cima al campanile manifesta del carattere”. E di galletti politici ne abbiamo tanti.

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