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Covid, Crisanti: “Sul vaccino solo annunci per i mercati finanziari, aziende produttrici pubblichino i dati”

In una lettera al Corriere della Sera il microbiologo Andrea Crisanti chiarisce ancora una volta il suo punto di vista sui vaccini atni covid

Pubblicato:24-11-2020 14:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:38
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andrea crisanti immunologo
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MILANO – Le perplessità espresse da Andrea Crisanti non sono “sulla bontà del vaccino” contro il coronavirus ma riguardano le “aziende produttrici” che “invece di condividere i dati con la comunità scientifica, hanno privilegiato una comunicazione basata su proclami non sostanziati da evidenze“. A ribadirlo dopo giorni di polemiche è lo stesso Crisanti, Professore Ordinario di Microbiologia e Direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova, in una lettera inviata oggi al direttore del Corriere della Sera.

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Crisanti scrive che “tutti riponiamo in questi vaccini delle grandi aspettative” ma “se le aziende in questione sono in possesso di informazioni che giustificano annunci che possono apparire rivolti in particolare ai mercati finanziari, devono essere rese pubbliche anche in considerazione del fatto che la ricerca è stata largamente finanziata con quattrini dei contribuenti. La notizia che dirigenti delle due aziende produttrici abbiano esercitato il loro diritto, ne sono certo legittimo, a vendere le azioni per sfruttare i vantaggi legati al rialzo di prezzo non ha contribuito a generare un sentimento di fiducia”.


Crisanti ribadisce quindi di aver “formulato un concetto di buon senso che non esprimeva alcun giudizio negativo sulla bontà del vaccino né tantomeno metteva in discussione la validità della vaccinazione come il mezzo più efficace per prevenire la diffusione delle malattie trasmissibili. La mia storia personale e scientifica ne è la testimonianza. La mia dichiarazione, che credo abbia interpretato il sentimento dei tanti che hanno a cuore e danno valore al metodo scientifico, è stata ispirata dalla modalità con cui le aziende produttrici hanno comunicato i risultati raggiunti senza accompagnarli ad una adeguata informazione almeno per quanto riguarda la Fase III”.

Il microbiologo attacca poi i “custodi dell’ortodossia scientifica” che, dopo le sue dichiarazioni, “hanno scatenato un inferno mediatico senza precedenti” facendo “a gara per censurare le mie parole, definite irresponsabili“.

“Tra gli indignati- continua Crisanti- si annoverano alcuni che durante l’estate ci hanno raccontato che le evidenze cliniche portavano a pensare che la crisi sanitaria fosse superata e che il virus fosse meno contagioso, e purtroppo possono avere inconsapevolmente incoraggiato comportamenti che hanno dato un contributo importante alla trasmissione del virus in quei mesi. Altri sono autorevoli membri del comitato tecnico scientifico a cui l’Italia si è affidata fiduciosa per prevenire una possibile seconda ondata, tutelare le attività commerciali, favorire la ripresa produttiva e garantire le attività didattiche”.

Lascio agli italiani e agli storici il giudizio sul loro operato“, scrive Crisanti ricordando che “sono ormai settimane che si registrano più di 35.000 casi di infezione e circa 700 morti al giorno. A partire dal mese di luglio il virus ha ucciso circa 15.000 persone e ne ha infettate 1.140.000: vorrei scriverlo «ad alta voce» perché per questa strage silenziosa non si indigna nessuno. Chi racconterà la storia di questa epidemia in futuro non troverà eco delle mie parole di qualche giorno fa, ma rimarranno impietose le statistiche a denunciare questi numeri e a mettere a nudo gli errori commessi”.

“La mia dichiarazione sul vaccino- conclude Crisanti- pronunciata con schiettezza ha toccato un nervo scoperto. Senza strumenti per controllare l’epidemia a meno di affidarsi a severe misure restrittive e senza una linea di difesa contro una seconda e possibile terza ondata, le opzioni a disposizione sono drammaticamente ridotte. A questo punto tutte le speranze sono riposte nel vaccino come la pioggia per un popolo assetato nel deserto. Questo non giustifica la demonizzazione di chi possa avere dubbi, di chi chiede spiegazioni e di chi chiede trasparenza. Continuare su questa strada è il modo migliore per alimentari sospetti e fornire argomenti a chi si oppone all’uso dei vaccini.”

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