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Giappone, Vecchia: “Dal trono a Trump, quante incognite”

L'intervista all'esperto, autore di un libro sui nodi sociali del paese asiatico

Pubblicato:24-11-2016 15:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:20

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trumpROMA – “L’elezione di Donald Trump aggiunge incognite in una fase di per sé di incertezza” spiega Stefano Vecchia, 20 anni da inviato e corrispondente asiatico. Con la Dire parla del suo ultimo libro, “Giappone” (Tam Edizioni), e comincia a raccontare dal voto americano. “La nuova amministrazione porterà nuovi problemi” sottolinea con lo sguardo di chi Tokyo, dal 1990 in poi, l’ha conosciuta bene: “L’alleanza con gli Stati Uniti dovrà essere ripensata sia sul piano della difesa e militare che su quello economico-commerciale”.

Pochi giorni fa, il capo del governo nipponico Shinzo Abe è stato il primo leader di un Paese del G7 a incontrare Trump dopo l’elezione. Una tappa a New York per provare a immaginare il futuro con Washington fuori dalla Trans-Pacific Partnership (Tpp), il trattato per la liberalizzazione dei mercati voluto da Barack Obama ma anche dal Giappone, non da ultimo in chiave di contenimento anti-cinese.

E a queste incognite se ne aggiungono altre. “L’evoluzione economica e sociale interna resta difficile e carica di incertezza” sottolinea Vecchia: “Segnato dalla bolla degli anni ’90 e dallo tsunami del 2011, il Paese guarda anche al Trono del crisantemo, con la possibilità della prima abdicazione di un imperatore nella sua storia moderna”. Akihito, 82 anni, figlio di Hirohito, il Tenno della Guerra mondiale, è stato punto di equilibrio fra tradizione e spinte nuove. “A volte controverse”, sottolinea Vecchia, “come quelle che vanno nella direzione dell’abbandono del pacifismo iscritto nella Costituzione”. A spingere, “una classe politica decisa a puntare sulla vendita delle tecnologie belliche, settore con ampie potenzialità”.


Questa settimana i giornali di Tokyo hanno dato spazio all’arrivo in Sud Sudan di 350 soldati, primo contingente nipponico inviato in un teatro di conflitto da 70 anni. Segno di un Paese in cerca di nuovi equilibri, non solo per l’invecchiamento della popolazione o il dilagare tra i giovani di part-time e precarietà, temi pure centrali in ‘Giappone’. “Il ritiro americano dalla Trans-Pacific Partnership sarebbe un colpo duro” riprende Vecchia: “Difficile che Tokyo possa aderire ad altre iniziative, magari promosse dalla Cina, il nemico storico”.

di Vincenzo Giardina, giornalista professionista

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