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Caso Lavinia Montebove, al processo sarà cruciale il racconto di una bambina

Al Tribunale di Velletri nuova udienza per il caso della bambina investita nel 2018 a 16 mesi davanti all'asilo nido e da allora in stato vegetativo: imputate sono la maestra e l'investitrice. Una minore, che ai tempi aveva 10 anni, potrebbe fare chiarezza

Pubblicato:24-10-2022 20:35
Ultimo aggiornamento:24-10-2022 20:52
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VELLETRI (ROMA) – L’udienza di oggi pomeriggio, al Tribunale di Velletri, riporta le lancette a quel 7 agosto 2018. Lavinia Montebove, 16 mesi, è stata appena investita. L’investitrice e la maestra, imputate nel processo, corrono verso l’ospedale di Velletri con la piccola a bordo. E gli altri bambini? Restano da soli? La maestra ha riferito di aver lasciato la classe ad una mamma. Sentiti i testimoni, le incongruenze emerse rispetto a quanto dichiarato alla polizia e da altri testi precedenti, si va con buona probabilità verso l’ascolto della minore A. (o l’acquisizione di quanto dichiarato già in audizione protetta) che al tempo dei fatti aveva 10 anni e rimase nell’asilo con gli altri bambini, dopo il tragico incidente, senza adulti presenti nella struttura. “Un’altra udienza in cui pensiamo di esser lontani dalla verità”, ha dichiarato la mamma di Lavinia all’uscita dal tribunale.


UNA MAMMA TESTIMONE

“Non mi sono ricordata di aver incrociato la macchina della mamma che conoscevo (quella dell’investitrice, ndr) con la maestra a bordo. Mi sono accostata e ho abbassato il finestrino e la maestra mi ha detto solo: ‘Vai, vai dai bambini, corri’. Non ho chiesto perché…. era tutto veloce. Non ho visto Lavinia (che era in braccio alla maestra, secondo le ricostruzioni), non l’ho riconosciuta”. A parlare è una delle due mamme chiamate oggi in udienza come teste della difesa sul procedimento giudiziario per la piccola Lavinia Montebove, investita nel parcheggio dell’asilo e in stato vegetativo da allora.

La mamma nelle prime dichiarazioni rese non aveva fatto cenno a questo incontro avvenuto mentre la piccola veniva portata all’ospedale di Velletri dalla maestra Francesca Rocca, imputata per il reato di abbandono di minore, e da Chiara Colonnelli, l’investitrice, imputata per lesioni gravissime. Entrambi erano presenti in aula oggi pomeriggio, come i genitori di Lavinia, Massimo Montebove e Lara Liotta.



Incalzata dal pubblico ministero Giovanni Taglialatela, sulle discrepanze rispetto a quanto dichiarato alla polizia giudiziaria nella fase delle indagini, la teste, che al tempo non aveva riferito di questo incontro con la maestra, ha dichiarato: “Non sapevo di preciso cosa fosse successo. Ho poi bussato all’asilo e c’era una bambina che mi ha aperto (A., la piu grande presente nella scuola, di 10 anni al tempo dei fatti). Non c’era un altro adulto o collaboratore”. La signora ha raccontato di aver quindi lasciato comunque suo figlio lì, di esser rimasta fuori e di essere andata via per andare al lavoro: “Era tardi”, ha aggiunto. Ha detto inoltre di non aver parlato con il papà sopraggiunto subito dopo di lei che aveva dichiarato invece, in altra udienza, di aver trovato i bimbi da soli, senza adulti, affidati ad A. di 10 anni. La stessa mamma, quando è tornata a prendere il figlio, sempre secondo quanto riferito in aula, non avrebbe fatto altre domande sull’accaduto di qualche ora prima. Sapeva di un incidente.

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LA MAMMA DI A.

La seconda testimone e’ stata proprio la mamma di A., traumatizzata dai fatti e già ascoltata in audizione protetta. La bambina, secondo quanto riferito dalla donna, considerava la maestra Rocca una seconda mamma. “Stavano al parco giochi – ha dichiarato in udienza al pm riportando i racconti della figlia – e intorno alle 10 rientravano e aveva per mano Lavinia. Aveva urgenza di andare in bagno e l’ha lasciata davanti alla porta dell’asilo. La maestra aveva un altro bimbo che doveva fare pipì e poi ha sentito gridare da fuori. La maestra le ha detto ‘state dentro e chiudi la porta’”.

Anche qui il pm ha evidenziato alcune discrepanze con le prime sommarie dichiarazioni rese da A. e riferite da sua madre alla polizia: “Lavinia è stata intruppata – le avrebbe detto – e non ha detto altro’, quando avrebbe fornito tutti questi altri dettagli? L’ha sentito in audizione?” ha chiesto il pm. “Non lo ricordo”, ha concluso la mamma. E sul punto cruciale, se i bimbi fossero stati lasciati soli, ha ribadito: “So che subito dopo c’era una mamma e poi un papà, ma non sono entrati”.

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È stato audito oggi anche Marco Sgarbazzini, direttore del dipartimento di medicina legale della Asl di Velletri, che ha confermato la gravità della situazione della piccola Lavinia che ha una invalidità totale e che fruisce di un servizio di assistenza di 12 ore al giorno, mentre le restanti ore sono a carico a famiglia.

Resta dunque la minore A. l’unica testimone di quei momenti, di quanto accaduto poco prima che lasciasse la piccola Lavinia che aveva per mano, e subito dopo, e sarà lei pare a confermare o meno la versione della maestra Rocca che ha sostenuto di non aver lasciato i bambini da soli, ma alla mamma sopraggiunta. Valuterà la giudice Eleonora Panzironi se ascoltare nuovamente la minore. La prossima udienza è fissata il 14 novembre.

L’AVVOCATA DELLE IMPUTATE: “NESSUNA DILAZIONE DEI TEMPI”

Un impegno a non dilazionare i tempi del processo e a scongiurare ogni rischio di prescrizione. Questo ha voluto far sapere, attraverso l’agenzia Dire, l’avvocata Anna Scifoni, legale delle imputate nel procedimento sul caso della piccola Lavinia Montebove. “Oggi sono stati sentiti tre testi come disposto. Nonostante uno fosse malato di Covid, questa difesa ha integrato la lista citando oltre il termine previsto, senza alcuna dilazione”, ha dichiarato Scifoni.


Il dirigente dell Asl ha testimoniato sull’assistenza a Lavinia e sull'”effettivo risarcimento del danno come individuato dal deposito di parte civile di 2 milioni di euro e sono state sentite due mamme, decisive nella ricostruzione degli eventi con l’approfondimento di quanto emerso alla conoscenza del Tribunale, rispetto a quanto era stato trascritto dalla polizia giudiziaria”, ha concluso l’avvocata Scifoni.

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