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Ortopedia, Tartarone (Gvm): Tempi ripresa rapidi con microchirurgia

Intervista al direttore del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale San Carlo di Nancy di Roma

Pubblicato:24-10-2018 12:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:42

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ROMA – Le malattie articolari sono una delle patologie più dolorose e invalidanti ma anche le più diffuse tra la popolazione. Da un lato va considerato l’aumento delle aspettative di vita che incide sulla diffusione delle cosiddette malattie dell’invecchiamento, dall’altro vanno considerati i fattori legati allo stile di vita sbagliati come obesità, diabete e sedentarietà, che favoriscono l’insorgenza di infiammazioni. A questo si aggiunge la questione degli sportivi ‘dell’ultimo minuto’ che praticando sport senza una giusta preparazione creano danni anche irreversibili alle articolazioni.

Per capire meglio quali sono le patologie, le terapie e gli accorgimenti da adottare nella quotidianità, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato Mario Tartarone, direttore del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Carlo di Nancy di Roma, che fa parte del gruppo Gvm Care & Research: 

Le patologie dell’articolazione sono diffuse e a volte sottovalutate. Quando è giusto rivolgersi allo specialista?


“Oggi sempre più gente fa sport sia livello agonistico che dilettantistico e quindi le patologie che interessano le articolazioni sono sempre più diffuse e quotidianamente vediamo molti casi nei nostri ambulatori. E’ giusto rivolgersi allo specialista quando si accusano fastidi che perdurano nel tempo. Il piccolo risentimento, che si può avvertire al ginocchio dopo un allenamento un po’ forzato, può essere gestito anche dal medico di famiglia magari con degli antinfiammatori da prendere per qualche giorno. E’ chiaro che se dopo una settimana dall’inizio dei fastidi questi perdurano o aumentano sicuramente è giusto rivolgersi ad uno specialista”.

Chirurgia protesica e cure personalizzate. Dottore quali sono le nuove frontiere dell’ortopedia?

“La chirurgia protesica oggi ha compiuto dei passi da gigante. Per le patologie artrosiche, ad esempio sulle ginocchia, si era indirizzati verso la protesi totale. Oggi invece esiste un ‘menu alla carta’ per il paziente. Nel senso che sono subentrati nuovi tipi di protesi più piccole e di rivestimento, come quelle monocompartimentali che sono in grado di rivestire il singolo compartimento danneggiato. Quindi se c’è una patologia che interessa prevalentemente uno dei tre compartimenti del ginocchio noi oggi possiamo intervenire soltanto su quello. Questi nuovi metodi consentono di agire in modo meno invasivo, avere dei tempi di ripresa molto più rapidi e consentire al paziente di avere un’attività anche sportiva a livello amatoriale che faceva prima dell’intervento”. 

Che ruolo svolge la riabilitazione nel post-operatorio?

“La riabilitazione è un cardine fondamentale nel nostro campo. E’ importante riportare l’articolazione operata nelle condizioni preesistenti. Bisogna agire sul recupero muscolare perché ovviamente si perde tonicità del muscolo dovuto sia per l’intervento che per il periodo di immobilizzazione. E’ importante che la funzionalità venga ripristinata nei tempi più brevi possibili. Inoltre bisogna lavorare sulla propriocezione e cioè sulla ripresa del controllo del movimento. Spesso il paziente operato si viene a trovare in una situazione biomeccanica diversa da quella che aveva prima dell’intervento, magari presentava un ginocchio varo e deviato. E’ fondamentale, una volta ripristinato l’asse normale che il paziente si sottoponga ad una corretta fisioterapia propedeutica alla ripresa del passo e delle sue attività per un lasso di tempo sufficiente”.

Gel piastrinico e terapie infiltrative con acido ialuronico, che tipo di procedure prevedono e quali esiti forniscono?

“Qui parliamo di indicazioni che devono essere estremamente corrette, nel senso che si tratta di terapie che ritardano l’evoluzione del danno artrosico e della cartilagine. Per cui direi che sia il gel piastrinico che l’acido ialuronico possono avere un loro spazio per il paziente. Va detto che non si può pensare che questo tipo di trattamenti possa sostituire le cure maggiori però. Comunque se si interviene in una fase precoce queste somministrazioni unite ad una adeguata riabilitazione e stile di vita idoneo possono migliorare la qualità di vita del paziente ritardando una eventuale chirurgia su quelle stesse articolazioni”.

Parliamo di traumi dello sport che si registrano sia tra i professionisti che i dilettanti… quali accorgimenti da adottare per scongiurare danni articolari?

“Gli accorgimenti sono quelli più comuni. Il problema è che spesso si fa di più di quello che si è in grado di fare. Innanzitutto ci deve essere un’adeguata preparazione fisica. Lo sportivo che arriva a disputare tre o quattro partite di tennis a settimana, se non è adeguatamente preparato, inevitabilmente andrà incontro a dei problemi. Quindi bisogna mirare la preparazione muscolare al tipo di gesto e sport che si andrà ad eseguire seguito da tutte le accortezze più comuni, sicuramente un corretto riscaldamento prima di ogni allenamento o partita. Inoltre è consigliato un periodo di riposo per dare possibilità alla muscolatura di recuperare la sua funzione”.

https://youtu.be/LXXSNi7vhzY

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