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Il manifesto di Pirozzi: “Apologia di fascismo? Fa ridere i polli”

Candidare non si candida, cosi' dice, però Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice in felpa e scarponi espone il suo manifesto politico

Pubblicato:24-10-2017 18:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:49

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Foto archivio

ROMA – “È anacronistico parlare di apologia del fascismo oggi. Parlare di fascismo oggi fa ridere i polli. Il fascismo è passato. Allora dovremmo parlare anche di apologia del comunismo, perché qualcosa Stalin l’ha fatta eh…”. Boato in sala. Candidare non si candida, cosi’ dice, però Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice in felpa e scarponi espone il suo manifesto politico davanti a un migliaio di persone, tanti sono i simpatizzanti che affollano il salone delle Fontane all’Eur dove Pirozzi presenta il suo libro ‘La scossa dello scarpone’.

“È incomprensibile parlare di ius soli quando c’è gente che non arriva a fine mese”, scandisce. E giù altri applausi. Il parterre è nutrito: nelle prime file ci sono Alemanno, Storace (che passa gran parte del tempo in piedi a riprendere tutto col cellulare), Meloni, Salvini, Alessandra Mussolini. C’è anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, ma si capisce che il pubblico in sala non è certo fatto di suoi elettori.

“Ho invitato i rappresentanti delle istituzioni e di tutti partiti- rivela Pirozzi- Matteo mi ha detto che non poteva perché era sul treno. Gigi che era impegnato in Sicilia”. Insomma, Renzi e Di Maio invitati ma assenti.


In tanti attendono che lui, il sindaco simbolo del terremoto nel centro Italia, si candidi alla guida della Regione Lazio. Lui si schernisce: “Davvero pensavate che l’avrei fatto alla presentazione del libro? Per ora non ci penso per niente”. Poi, però l’uno-due su ius soli e fascismo. Col pubblico che gli regala un’ovazione, Giorgia Meloni che batte le mani convinta, Alemanno che gongola e via discorrendo.

Zingaretti resta impassibile, quello sul palco che equipara fascismo e comunismo potrebbe essere il suo sfidante tra qualche mese.

“Lei non si candida ma questo è un manifesto politico”, gli fa notare il giornalista che è con lui sul palco. Pirozzi circumnaviga la domanda: “Se parlare di quello di cui ha bisogno la gente è un manifesto allora sì, questo è un manifesto”. Tra le righe, nel mezzo di un’infinità di citazioni e paragoni sportivi, Pirozzi aveva anche bacchettato la destra divisa ma presenta all’Eur: “I campionati non si vincono con le prime donne, ma con la squadra. Si vince solo uniti, se si rema tutti dalla stessa parte, solo se si è una vera squadra”.

Parola di un uomo di sport, sottolinea, che in passato da allenatore di calcio ha riportato il Rieti in serie C “dopo sessant’anni” e che quando si dilettava col tennis sconfiggeva perfino “i pariolini dei circoli eleganti”.

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