NEWS:

Morta di parto a Catania, relazione ministero: “Obiezione coscienza non c’entra”

"I parenti sono stati sempre informati e sostenuti dall’intera equipe degli ostetrici e degli anestesisti", dice la relazione, Eppure suggerisce all'ospedale di verificare puntualmente le "modalità comunicative con gli utenti"

Pubblicato:24-10-2016 17:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:12

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Il-ministro-della-Salute-Beatrice-LorenzinROMA – “Si ritiene opportuno specificare che dalla documentazione esaminata e dalle numerose testimonianze raccolte dal personale non si evidenziano elementi correlabili all’argomento ‘obiezione di coscienza’. Si è trattato di evento abortivo iniziato spontaneamente, inarrestabile, trattato in regime d’emergenza”. E’ quanto si legge in una nota inviata dal ministero della Salute con la relazione preliminare della attività della task force istituita da Beatrice Lorenzin il 27 marzo 2015 che ha svolto l’ispezione presso l’A.O. Cannizzaro di Catania, dispcataniaosta a seguito del decesso lo scorso 16 ottobre di una paziente, di 32 anni, Valentina Milluzzo, ricoverata con diagnosi di minaccia d’aborto in gravidanza gemellare. Entro 30 giorni verrà redatta la relazione definitiva.

Nella relazione preliminare degli ispettori del ministero della Salute, si spiega che “la paziente era assistita presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, dove era ricoverata dal 29 settembre (17° settimana di gravidanza), con diagnosi di minaccia d’aborto in gravida gemellare (gravidanza indotta con procreazione medicalmente assistita, presso altro Centro). La paziente era in trattamento adeguato per le condizioni di rischio dal momento del ricovero; in data 15 ottobre, alle 12 circa, presenta picco febbrile a 39°C con somministrazione di antipiretici e ripresa immediata di terapia e.v. con antibiotici.

Sanità_medici_dottoriLe prime valutazioni cliniche e il monitoraggio dei parametri vitali non evidenziano alcun dato anomalo, se non -alle 16 circa- un iniziale abbassamento della pressione arteriosa. Gli accertamenti ematici evidenziano, in modo crescente dall’inizio alla fine, una situazione compatibile con un quadro settico e una coagulopatia da consumo, con progressiva anemizzazione e progressivo calo dei valori pressori”. Gli ispettori continuano: “Vengono allertati gli anestesisti, al fine di un approccio coerente con le condizioni ingravescenti della donna, che vengono comunicate ai parenti presenti con tempestività. Alle 23.20, in sala parto, la paziente espelle il primo feto morto. Alle 24.00 inizia infusione con ossitocina, in coerenza con la necessità clinica di indurre l’espulsione del secondo feto, che avviene alle ore 1.40 del giorno 16 ottobre. Viene coinvolto un secondo anestesista di turno e si sposta la donna in sala operatoria, per le procedure di secondamento chirurgico e di revisione della cavità uterina in anestesia, che si completano alle 2.10. Si osservano perdite ematiche, tanto da indurre un tamponamento vaginale e, successivamente (vista l’atonia uterina) un tamponamento della cavità uterina; vengono somministrati farmaci appropriati. Le condizioni generali tendono al peggioramento; la signora viene intubata ed assistita sul piano ventilatorio. Viene trasferita in U.O. di rianimazione dove, alle ore 13.45, nonostante il massimo livello assistenziale ed un transitorio miglioramento delle condizioni generali, arriva all’exitus. I parenti sono stati sempre informati e sostenuti dall’intera equipe degli ostetrici e degli anestesisti”.


Gli ispettori del ministero della Salute allegano quindi ‘prime raccomandazioni e proposte di miglioramento’: Necessità di una attenta valutazione delle procedure finalizzate al lavoro in équipe multidisciplinare; Ridefinizione delle modalità di comunicazione tra équipe con definizione dei livelli di “alert”; Puntuale verifica delle modalità comunicative con gli utenti; Implementazione di protocolli operativi sintetici e mirati alla pronta individuazione delle situazioni a rischio; Definizione del rapporto tra personale ostetrico e infermieristico, al fine di un ottimale equilibrio tra carichi di lavoro e specificità dell’attività in U.O. di ostetricia. Eventuali provvedimenti suggeriti: Precisa definizione delle modalità di attivazione dei percorsi organizzativo-assistenziali in emergenza urgenza”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it