domenica 9 Novembre 2025

L’Agenda 2030 compie 10 anni: auguri a tutto il mondo (e anche all’Onu)

Bilanci e appelli nelle interviste a Giovannini, di Asvis, e Borsotto, di Focsiv

ROMA – L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile compie 10 anni. Adottata dall’Assemblea generale dell’Onu il 25 settembre 2015, rappresenta una promessa di impegno di giustizia e responsabilità comune, su piani politici, economici, sociali, ambientali. Il documento è articolato in 17 “obiettivi”, suddivisi a loro volta in 169 “target” o traguardi. Le questioni affrontate sono decisive: si va dalla lotta per mettere fine alla povertà a quella contro le disuguaglianze, dal contrasto ai cambiamenti climatici alla costruzione di società pacifiche che rispettino i diritti umani. Il contesto oggi è segnato da nuove sfide anche sul piano politico. A confermarlo proprio ieri di fronte all’Assemblea generale è stato Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, potenza globale di riferimento da oltre un secolo. Al centro del suo discorso c’è stata l’accusa alle cosiddette “istituzioni globaliste”, in particolare l’Onu, che avrebbe “un tremendo potenziale” ma non sarebbe “capace di esprimerlo”. Trump, che ha smantellato l’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale Usaid e si è ritirato sia dall’Accordo di Parigi sul clima sia dall’Organizzazione mondiale della sanità, se l’è presa ancora con le Nazioni Unite: “Scrivono lettere, ma le parole non risolvono i conflitti”.

GIOVANNINI: OGGI SOLO IL 30% DEGLI ‘OBIETTIVI’ IN LINEA CON L’AGENDA 2030

Queste dunque le tesi dell’amministrazione americana. Ci sono poi i fatti, con i risultati raggiunti e le difficoltà. Chiediamo un bilancio a Enrico Giovannini, direttore scientifico di Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, rete di oltre 300 realtà nata su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”. “Dopo cinque anni, dal 2015 al 2020, in cui tutti i Paesi del mondo hanno provato a realizzare l’Agenda 2030, dopo la pandemia, le guerre, l’inflazione e la reazione di una parte del mondo politico che non voleva cambiare verso la transizione ecologica, abbiamo visto arretramenti, ritardi e ostacoli” evidenzia il professore. “Al 2025 siamo arrivati quindi con solo il 30 per cento degli ‘obiettivi’ in linea con l’Agenda 2030“.

GIOVANNINI: COMPENSARE QUELLO CHE STANNO FACENDO GLI STATI UNITI

E adesso? “Beh, questa è una storia che dobbiamo ancora costruire” risponde Giovannini. “Raccontiamo, speriamo, tra cinque anni, una storia positiva”. Sarà importante il contributo dell’Europa. Secondo il direttore scientifico di Asvis, “i Paesi dell’Ue e l’Unione nel suo complesso devono provare per motivi geopolitici e anche per interessi economici e sociali a compensare quello che stanno facendo gli Stati Uniti“. I segnali però sono contrastanti. “Purtroppo osserviamo che anche molti Paesi europei stanno tagliando le risorse per la cooperazione internazionale” denuncia Giovannini: “Il rischio è che con nuovi investimenti in difesa e armamenti le riduzioni si aggravino ancora“. La tesi è che, se così fosse, si compirebbe “un errore gravissimo che sarebbe ricordato nella storia”. In gioco, sottolinea Giovannini, c’è “una prospettiva di futuro che sia basata sulla pace, la solidarietà e l’aiuto alle persone in maggiore difficoltà”. Secondo il direttore scientifico di Asvis, le conseguenze di scelte sbagliate potrebbero provocare “tensioni e reazioni anche alle porte dell’Europa o addirittura all’interno dell’Europa“.

BORSOTTO: NEL MONDO LE DISUGUAGLIANZE STANNO AUMENTANDO

Ad analizzare difficoltà e opportunità è anche Ivana Borsotto, presidente di Focsiv, la Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana. “A dieci anni dall’adozione dell’Agenda 2030 e dei suoi meravigliosi ‘obiettivi di sviluppo’“, la sua premessa, “dobbiamo registrare che il loro raggiungimento è un traguardo ancora lontano“. A documentare i ritardi sono anche gli operatori delle 97 organizzazioni aderenti a Focsiv, al lavoro in circa 80 Paesi, dall’Asia all’Africa all’America Latina. “Chi fa cooperazione internazionale”, sottolinea Borsotto, “è testimone diretto del fatto che nel mondo le disuguaglianze stanno aumentando, per gli effetti delle crisi climatiche, delle devastazioni e delle guerre che stanno distruggendo intere comunità”. Preoccupa anche la politica. “Siamo testimoni di come la crisi economica e i nazionalismi abbiano inferto un duro colpo ai concetti di cooperazione e di multilateralismo” evidenzia la presidente di Focsiv: “Questo ha causato una battuta d’arresto per l’Agenda 2030”. Non c’è però solo la denuncia.Dobbiamo chiedere conto alle nostre istituzioni di quanto hanno fatto“, l’appello di Borsotto: “L’Agenda 2030 è anche il riferimento per ciascun Paese e territorio perché solo se ciascuno fa la propria parte potremo raggiungere un progresso globale”.

BORSOTTO: EUROPA PUÒ E DEVE AVERE UN RUOLO DA PROTAGONISTA

Si torna alle responsabilità dell’Ue. “In un momento in cui gli Stati Uniti escono dall’Organizzazione mondiale della sanità, dalla Corte penale internazionale e dal Patto di Parigi per il clima e tagliano i fondi per lo sviluppo, l’Europa può e deve avere un ruolo da protagonista“. Secondo la presidente di Focsiv, “nella consapevolezza profonda che i problemi globali necessitano di soluzioni globali”, i Paesi dell’Ue e l’Unione nel suo insieme “devono concorrere a rafforzare delle istituzioni multilaterali e in primis dell’Onu”. Nelle interviste, curate dall’agenzia Dire, c’è poi il richiamo a un impegno assunto sempre di fronte all’Assemblea generale dell’Onu già nel 1972, dunque più di mezzo secolo fa. “E’ quello di destinare oltre lo 0,7 per cento del proprio reddito all’Aiuto pubblico allo sviluppo” ricorda Borsotto: “Questo vuol dire diritto al cibo, acqua pulita, cure mediche e istruzione per tutto il mondo”.

Leggi anche