NEWS:

Paola Tavella presenta ‘Contrattacco’: “Ribelliamoci alla violenza maschile, anche con un pugno ben assestato”

Dalla giornalista e scrittrice un 'vademecum' e un diario di viaggio nella cultura, schietto e focoso, su come ribellarsi e difendersi

Pubblicato:24-09-2024 19:36
Ultimo aggiornamento:24-09-2024 20:57
Autore:

Getting your Trinity Audio player ready...
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Quando succedono queste cose mi cadono le braccia, non ha nessun valore la vita delle donne e dei bambini, ma deve avere valore per noi”.

A parlare con la Dire è la giornalista e scrittrice Paola Tavella: il suo libro ‘Contrattacco!’ (Mondadori editore), un ‘vademecum’ e un diario di viaggio nella cultura, schietto e focoso, su come ribellarsi e difendersi dalla violenza maschile, esce oggi nelle librerie.

Oggi che a Torino una mamma di due ragazzi è stata accoltellata a morte dall’ex, forse perché, come sembra dalle prime ricostruzioni, il braccialetto elettronico non ha funzionato.

Il libro, con le illustrazioni emozionanti di Teresa Cherubini (figlia di Jovanotti), parla a tutte, soprattutto alle giovani, ma anche alle loro mamme, quelle che, sottolinea Tavella, ancora oggi mi capita di sentire “se lui fa così è perchè ti ama tanto”.


E invece no: “Un pugno ben assestato può aiutarti a restare viva e inviolata”, spiega l’autrice. Bisogna smontare una certa mistica dell’indulgenza femminile, e insieme ad essa quell’epopea dell”amore’ che ha reso le donne, anche quelle emancipate e giovani e colte, incapaci di decodificare i campanelli d’allarme.

“C’è un vero e proprio tabù sull’aggressività e sulla rabbia femminile e per questo abbiamo fatto quella copertina: bisogna saper decodificare il pericolo, ma anche sapere come reagire e non sentirsi in colpa e proteggersi”.

Paola Tavella decide di scrivere ‘Contrattacco’ dopo aver ascoltato gli audiomessaggi di Filippo Turetta alla povera Giulia Cecchettin che risuonano negli studi di Storie Italiane proprio nei giorni successivi al femminicidio. L’Italia è scossa perchè una giovanissima con tutti gli strumenti culturali e sociali non si è accorta del pericoloso ex fidanzato che l’assediava.

“Non mi capacitavo- racconta la giornalista- del fatto che una ragazza colta, emancipata e di quella età avesse potuto non riconoscere il pericolo. Quei messaggi erano un minaccioso stalking, suonavano pericolosi. Evidentemente la comunicazione che abbiamo usato non ha raggiunto donne come Giulia che addirittura si sentiva in colpa ed era oblativa verso questo ragazzo. Ma come è possibile? C’è uno stereotipo da rovesciare e mi sono chiesta: se avessi potuto parlare a un pubblico di giovanissime cosa avrei detto”.


Un primo strumento, raccomanda Tavella, “è essere in contatto con quello che proviamo. Noi donne lo sappiamo: il corteggiamento mi fa piacere, lo stalking mi fa paura, ma per riconoscerlo bisogna essere in contatto con i propri sentimenti e fidarsi di ciò che si sente”.

In ‘Contrattacco’ non si parla di patriarcato: “A me non interessa dare nome alle cose, a me interessa che le ragazze capiscano che correre serve a fare gambe snelle, ma anche a salvarsi, che la prepugilistica- continua la scrittrice- fa le braccia sode, ma aiuta ad assestare colpi. Dobbiamo rendere costosa la violenza contro le donne perchè interi settori sociali non ci aiutano a partire dalla magistratura: dalle fantasiose attenuanti, alle pene dimezzate e manda quasi impuniti uomini che hanno distrutto vite”.

L’autrice ricorda il lavoro di alcune ricercatrici americane che hanno interpellato degli stupratori in carcere: “Se le loro vittime avessero reagito- hanno risposto- sarebbero scappati. Abbiamo buone leggi, ma c’è qualcosa che non va in interi settori sociali e allora dobbiamo contrattaccare”.

Nel libro Tavella ricorda la storia di un femminicidio che non era arrivato al culmine di maltrattamenti fisici, ma dopo anni di continua violenza psicologica a cui la donna aveva deciso di sottrarsi un bel giorno con la separazione. “La violenza verbale e psicologica lede l’autostima- sottolinea Tavella evidenziando che le donne tendono a colpevolizzarsi- e invece la colpa è di questi uomini e la devono pagare”.

Una prima rivoluzione è in atto: “Nelle serie tv che sono il nuovo romanzo popolare in cui sceneggiatrici, autrici e attrici mettono in scena l’autodifesa femminile”. Tanti i titoli che la scrittrice ricorda: The Last of Us, Il Racconto dell’Ancella, Game of Thrones, True Detective dove va in scena una vendetta collettiva femminile o se vogliamo femminista”. “Il main stream creato dalle donne ci sta indicando una strada che è un esodo femminile e femminista dalla passività e dall’accettazione. Si reagisce non solo con le manifestazioni- conclude Tavella- ma imparando a fidarsi della propria forza”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


California Consumer Privacy Act (CCPA) Opt-Out IconLe tue preferenze relative alla privacy