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Diesel euro 4, blocco sì o no dal primo ottobre? In Emilia-Romagna diventa un ‘caso’

Bonaccini aveva annunciato una nuova deroga per questa categoria di veicoli, ma la normativa non c'è ancora. E il blocco del primo ottobre si avvicina

Pubblicato:24-09-2020 11:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:56

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BOLOGNA – Nonostante l’annuncio fatto da Stefano Bonaccini a fine luglio, il blocco dei diesel euro 4 in Emilia-Romagna potrebbe scattare tra pochi giorni una volta per tutte. Il motivo? Perchè la Regione non ha ancora fatto un atto amministrativo che stabilisca a tutti gli effetti l’annunciata proroga della deroga alle misure antismog che ne prevederebbero il blocco a partire dal primo di ottobre, giorno in cui scatta l’entrata in vigore del consueto piano antismog per l’inverno. E che appunto fa rientrare i diesel Euro 4 tra le auto ‘bloccate’. Questa categoria, c’è da dire, è stata ‘graziata’ ripetutamente negli ultimi due anni in virtù di una serie di deroghe, rinnovate di volta in volta, e sembrava che questo si sarebbe ripetuto nuovamente ora, come annunciato appunto dallo stesso Bonaccini quest’estate anche considerando l’emergenza economica portata dal Covid. Ma c’è un ‘ma’: di fatto mancano pochi giorni all’1 ottobre e la una normativa che preveda la proroga della deroga non c’è ancora.

A sollevare il caso, in Emilia-Romagna, è Valentina Castaldini, consigliera regionale di Forza Italia. “L’annuncio fatto a fine luglio da Bonaccini non è ovviamente sufficiente a posticipare il divieto”, afferma l’azzurra, dal momento che il blocco per i diesel euro 4 “è messo nero su bianco in una norma regionale”. Non a caso, testimonia Castaldini, in questi giorni “diversi automobilisti mi hanno riferito di aver telefonato a più riprese agli uffici di viale Aldo Moro. Gli impiegati hanno ribadito, come scritto sul sito istituzionale, che il divieto scatta l’1 ottobre, anche se ‘sperano’ che l’annunciata proroga si tramuti in un atto amministrativo avente pari forza della legge regionale 14/2018. Solo così si potrà effettivamente rinviare il termine”, spiega la consigliera regionale Fi.

In poche parole, sostiene Castaldini, se non ci sarà un intervento della Giunta, “quasi in sordina tra una settimana non potranno più circolare le auto diesel euro 4. E questo accadrà in tutti quei Comuni con più di 30.000 abitanti e nell’area della Città metropolitana di Bologna. Una scelta scellerata in un periodo economico come quello che stiamo vivendo. Pensiamo alle famiglie in difficoltà”.


Secondo la consigliera forzista, si va profilando uno “scenario a dir poco paradossale, perché vietare la circolazione ai diesel euro 4 getterà nel panico migliaia di persone e migliaia di famiglie che probabilmente hanno un’automobile da 14 anni o poco di più e non l’hanno potuta cambiare in questi anni perché impossibilitati economicamente”. Una doccia gelata che arriva, tra l’altro, “in un periodo storico per l’economia così drammatico- sottolinea Castaldini- un periodo di crisi economica nel bel mezzo dell’emergenza del coronavirus”. Per questo, l’azzurra chiede alla Regione e al presidente Stefano Bonaccini “di intervenire con gli strumenti in dotazione per far sì che questo divieto possa essere procrastinato, se non annullato”.

CONFCOMMERCIO EMILIA-R.: “PROROGA EURO 4 E INCENTIVI, COVID HA CAMBIATO TUTTO”

Confcommercio Emilia-Romagna chiede la proroga di un anno dell’entrata in vigore del divieto di circolazione dei diesel euro 4, prevista per il primo ottobre. E sollecita la definizione di incentivi che possano stimolare un rinnovamento in chiave sostenibile del parco circolante. La richiesta arriva dopo l’allarme lanciato da Forza Italia ieri in Consiglio regionale. “Accelerare la transizione ecologica è necessario. Gli obiettivi di azzeramento delle emissioni sono condivisibili, ma vanno affrontati senza ideologie precostituite partendo dal presupposto che le ragioni di una sempre più impellente tutela dell’ambiente non sono contrapposte alle esigenze del lavoro e più in generale alla corretta fruizione del territorio”, premette l’associazione di categoria. Il punto, sostiene Confocommercio è che l’emergenza Covid-19 ha cambiato lo scenario e un inasprimento delle regole sulla circolazioni potrebbe ulteriormente peggiore la situazione dei centri storici.

“L’emergenza ha sensibilmente cambiato la modalità di fruizione delle città, riducendo drasticamente i flussi di mobilità e mutando radicalmente il contesto di riferimento alla base del piano Aria 2020. Impensabile pertanto applicare, come se nulla fosse successo, entro il 2020 le misure previste nel Piano aria integrato regionale per i flussi veicolari nei centri abitati”, che, ricorda Confcommercio prevede l’estensione delle ztl al 100% del centro storico e l’individuazione di nuove aree pedonali pari al 20% centro storico.

“Dette misure se recepite integralmente nei pertinenti strumenti di pianificazione contribuirebbero ad accelerare la desertificazione dei centri storici in un momento in cui, a fronte della grave emergenza sanitaria che ha colpito il nostro Paese, assistiamo ad un cambiamento sostanziale delle modalità di fruizione delle città”, evidenzia l’associazione.

“Per queste motivazioni a maggior ragione si ritiene necessario prorogare almeno di un anno l’entrata in vigore del divieto di circolazione dei diesel euro 4, prevista per il primo ottobre”, ribadisce Confcommercio, nella convinzione che per ridurre le emissioni non bastino i divieti, ma si debba anche aumentare i servizi a favore dei centri storici, dalle dotazioni infrastrutturali ai parcheggi. “Occorre puntare sulla promozione della mobilità sostenibile attraverso azioni che promuovano il rinnovo del parco circolante, la diffusione dei combustibili alternativi e l’impulso all’intermodalità”, rilancia l’associazione. “Per costruire uno sviluppo sostenibile si deve puntare su un sistema adeguato di incentivi che metta le imprese, creatrici di valore ed occupazione, nelle condizioni di avviare questa transizione verde. Questo anche attraverso misure fiscali che incentivino i comportamenti ambientali ‘virtuosi’ sia in termini di agevolazioni che di riduzioni delle imposte per quelle aziende che abbiano volontariamente adottato iniziative green”, conclude Confcommercio.

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