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SPECIALE | Il valore del digitale e della telemedicina: segui il I Congresso Nazionale Aisdet

Primo Congresso nazionale per AiSDeT (Associazione Italiana Sanità Digitale e Telemedicina), che si terrà a Bari il 26, 27 e 28 settembre

Pubblicato:24-09-2018 13:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:35
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Pensare la Sanità in una visione prospettica e non di breve periodo. Il valore aggiunto della Sanità digitale e della Telemedicina, Centralità del cittadino e nuove logiche di erogazione dei servizi sanitari, per migliorare l’accesso alle cure e all’assistenza: è questo il tema del I Congresso nazionale AiSDeT (Associazione Italiana Sanità Digitale e Telemedicina), a Bari (Hotel Palace) dal 26 al 28 settembre.

Segui gli interventi principali dell’evento nel nostro speciale.


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“Per garantire equità e universalità del Ssn- afferma Ottavio Di Cillo, presidente AiSDeT- è necessario, nell’approccio della riorganizzazione assistenziale e dei processi di deospedalizzazione e di domiciliarizzazione, essere sostenuti dalle piattaforme digitali e di Telemedicina, le uniche in grado di potere seguire il cittadino nel suo percorso, permetterne il monitoraggio domiciliare e favorire la condivisione dei dati clinici e delle scelte assistenziali tra tutti gli specialisti e gli operatori interessati e coinvolti”.

Le giornate congressuali hanno l’obiettivo di inquadrare il tema dell’innovazione digitale in Sanità all’interno di una riflessione più ampia sulle caratteristiche di quelli che sono gli ecosistemi digitali.

Ambienti che determinano nuove scelte organizzative, strategiche e di governo, che devono essere armonizzate proprio per garantire la centralità del paziente e l’efficacia del suo percorso di cura.

Al Congresso sono presenti personalità sanitarie e istituzionali, nazionali e internazionali, da tempo impegnate nello sviluppo degli ambienti digitali in Sanità.

“Non è pensabile- prosegue Di Cillo- che l’innovazione sia da considerarsi come un puro fatto tecnologico, perché gli ambienti digitali concorrono, con un forte impatto, a ridefinire processi organizzativi e culturali e – da non tenere in secondo piano – gli stessi aspetti tradizionali di relazione tra medico e paziente”.

“Perché gli ambienti digitali- aggiunge Di Cillo- vivono di questo e, solo se integrati e interoperabili, possono garantire la messa a sistemi di nuove procedure e di nuovi modelli di ingegneria della salute”.

Scelte, queste, quanto mai urgenti per il Servizio Sanitario del Sud Italia dove il gap digitale è pronunciato, con una sensibile penalizzazione per gli aspetti di efficacia assistenziale e di tutela dei Lea.

“Inoltre, è al Sud- continua di Cillo- che sono allocati cospicui investimenti per l’innovazione, ma perché vengano messi a sistema, è necessaria una visione prospettica e una governance decisa e rivolta al futuro e non solo al breve periodo, che sappia anche dialogare con gli stakeholder Ict. Occorre fare sistema, e bisogna volerlo non affermarlo solo a parole, per attuare politiche di governance di natura prospettica e coraggiose, come, ad esempio, ha fatto di recente il Governo francese, che ha abilitato, con uno specifico provvedimento normativo, la Telemedicina, equiparando di fatto il valore di un consulto a quello di un teleconsulto e consentendo così una crescita diffusa e capillare dei livelli di assistenza e di erogazione del servizio sanitario”.

“Anche, in Italia- conclude Di Cillo- è tempo di dare concretezza a quanto si è detto e fatto negli anni scorsi, con approcci che sappiano incidere sull’esistente, includere i contesti organizzativi e di cura e promuovere la transizione del nostro SSN verso modelli di servizio più avanzati e sicuramente più sostenibili e coerenti con i nuovi bisogni emergenti di salute”.

Le voci degli specialisti:

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