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Fisco, L’Espresso: 22 milioni di deposito in nero e 27 mila nomi

SAN MARINO - Circa 27 mila nominativi sotto la

Pubblicato:24-09-2015 12:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:34

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SAN MARINO – Circa 27 mila nominativi sotto la lente di Guardia di finanza e Procura di Forlì per un tesoro complessivo di 22 miliardi non dichiarati, trasferiti dall’Italia alle banche della Repubblica di San Marino. Mentre i termini della voluntary disclosure sono agli sgoccioli, cala la spada di damocle del Fisco su un elenco di evasori, tutti italiani, che supera di tre volte le dimensioni della ormai nota “lista Falciani”. L’inchiesta del giornalista Paolo Biondani, dal titolo “Colpo grosso a San Marino contro i furbetti del fisco”, uscirà domani in versione integrale sul settimanale l’Espresso e rappresenterà un forte incentivo per migliaia di italiani finiti nel mirino delle Fiamme Gialle e della Procura di Forlì che possono usufruire entro il 30 settembre della sanatoria fiscale varata dal governo Renzi.

Le anticipazioni dell’inchiesta spiegano che gli inquirenti, con un nuovo metodo d’indagine, sono riusciti a schedare tutti gli italiani che, tra il 2006 e il 2014, hanno avuto rapporti bancari di qualsiasi tipo con le casseforti sammarinesi. Il risultato dell’indagine è stato un registro informatico con i dati di circa 27 mila soggetti che in questi anni di crisi hanno esportato sul monte Titano più di 22 miliardi di euro. Ora le indagini proseguono per accertare quanto di sia stato accumulato con l’evasione fiscale o con reati peggiori, come la bancarotta fraudolenta o il riciclaggio di denaro mafioso.

In sostanza, spiegano le anticipazioni, i computer del comando provinciale delle Fiamme Gialle hanno acquisito un patrimonio di segreti bancari che supera di tre volte le dimensioni della lista Falciani, “ferma” ai nomi di 7.499 italiani con depositi non dichiarati in Svizzera. La nuova super lista riguarda invece tutti i movimenti bancari registrati nell’ultimo decennio tra Italia e San Marino, in entrambe le direzioni, con dati completi e aggiornati. La prima fase delle indagini riguarda i 22 miliardi usciti dall’Italia: tra i 26.953 soggetti interessati compaiono una massa di persone fisiche e circa 2.500 società intestate a italiani.


L’inchiesta, diretta dal procuratore capo forlivese Sergio Sottani, continua ad allargarsi ed è destinata a proseguire per molti mesi. Tra gli accusati ci sono industriali, commercianti, professionisti e perfino qualche banchiere. Ma anche protagonisti di rovinosi fallimenti, ora sospettati di aver svuotato le aziende, licenziato il personale e occultato i capitali all’estero, almeno in parte a San Marino. Qualche indagato ha già ammesso gli addebiti e risarcito il fisco. Altri invece contestano le accuse e avranno tre gradi di giudizio per proclamare la propria innocenza.

L’inchiesta viene resa nota in un momento in cui gli effetti della Voluntary disclosure mettono apprensione alla politica sammarinese. Nell’ultima sessione parlamentare, conclusa ieri, è stato sospeso all’ultimo momento il dibattito previsto sul prestito che il Titano si appresta a chiedere a Bankitalia proprio per sostenere la liquidità delle proprie banche, in vista della fuoriuscita dei capitali italiani.

Non solo: il Titano negli ultimi anni sta cercando di scrollarsi di dosso, non senza fatica, l’etichetta di “Paradiso fiscale” e da quest’anno, a fronte di enormi passi avanti legislativi e adeguamenti ai parametri internazionali, è infatti entrata nella white list fiscale del Mef.

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